insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Thursday, September 29, 2005

coming out all'italiana

Che da Fassino non ci fosse nulla di buono da aspettarsi lo si sapeva (basta ascoltarlo quando parla: l'unico aggettivo adeguato per descriverlo è "patetico" e così è stato mentre replicava al "Signor" Berlusconi in parlamento l'altro giorno). Però che adesso si debba utilizzare l'espressione inglese di chi rivela al pubblico la propria omosessualità come modo di annunciare urbi et orbi il fatto di essere un fedele cattolico è qualcosa che può venire in mente solo a qualche disprezzabile giornalista italico.

Sunday, September 25, 2005

Unless men call that barbarisme, which is not common to them (Montaigne)

Dunque in base a una recente decisione legislativa - un vero e proprio colpo di mano caratteristico di tutti i parlamenti italiani di qualsiasi colore votato in occasione di Ferragosto il 17 agosto 2005 quando molti dentro e fuori dal Parlamento sono in vacanza - tutti gli edifizij della Chiesa Cattolica in Italia adibiti a attività scolastica, ricreativa e/o assistenziale non sono più soggetti al pagamento dell'Imposta Comunale sugli Immobili. Non solo - e questo è ancora più rivoltante della fellonesca decisione presa in sordina - la legge votata ha valore retroattivo, in barba a una norma costituzionale che, se la Miss non si sbaglia, vieta la retroattività dei provvedimenti legislativi, e quindi tutte le somme percepite dai comuni dal 1993 a oggi andranno restituite. Non ci si faccia illusioni: quei denari dovranno saltare fuori in qualche modo e li pagheranno i cittadini e le cittadine tutti e tutte sotto forma di maggiori imposte e di minori servizij.

Miss Brodie tuttavia non si ritiene seriamente scandalizzata e approfitta dell'occasione per portare all'attenzione del suo ristretto e selezionato pubblico un fatto che forse sfugge a molti di loro.
Forse non tutti sanno che le varie "saune" - famigerati locali in cui l'attività di messa in culo e in bocca (excuse Miss Brodie's mouth) viene considerata un'attività sportiva, chissà forse dovrebbero proporla come disciplina olimpica, d'altronde il sesso è uno sport, it's not yoga but it helps - e altri cosiddetti "localacci", bar e altri non meglio definibili "circoli" provvisti di oscuri retro per anonime messe in retro, affiliati all'ARCIGAY come circoli sportivi e ricreativi (lo sport è rappresentato da qualche panca mai usata su cui poggiano semiarrugginiti attrezzi in una squallida saletta così esigua per la quale nessuna ASL concederebbe mai l'idoneità; la ricreazione consisterebbe invece nel bar all'ingresso) in quanto circoli privati (e dunque non luoghi pubblici aperti a tutti ma esclusivo domicilio dei soci in cui gli atti che vi si commettono non possono per legge essere definiti osceni) bene, non tutti sanno che tali locali NON PAGANO le tasse perché non vi sono soggetti. In quanto circoli privati NON sarebbero attività commerciali, ergo la legge li esenta da tenuta libri, registrazione di partita IVA e tutti gli oneri fiscali cui è normalmente soggetta un'attività commerciale. Tutto il guadagno è esentasse. Non si capisce in che senso tali locali non svolgano attività commerciali ma fiere benefiche a vantaggio dei bisogni ricreativi e sportivi dei soci ma questa è un'altra storia.

Altrettanto se non maggiormente scandaloso è l'identico escamotage usato da ristoranti e bar camuffati da "circoli sociali" (cooperative di ferrovieri con annessa trattoria, per intenderci, circoli familiari e via di camuffamento in dissimulazione) in cui Miss Brodie è stata un pajo di volte, molto diffusi sulla collina torinese (anche a Milano e ovunque nel resto del paese) invitata da una sua conoscenza - lettrice di questo diario cibernautico - che li frequenta abitualmente. La Miss ha espresso veementemente tutto il suo sdegno a fine pasto una volta scoperto l'imbroglio. Inutile aggiungere che il suo ospite invece difendeva, legittimava e giustificava con speciosi argomenti simili furfantesche pratiche. Ma si sa, l'Italia è il paese dei furbi.

In questa ladroneria massiccia e diffusa sono presenti tutti: dai bar dell'oratorio (la parrocchia mica paga le tasse, no ?) a quelli dei circoli di unità proletaria, dai ristori delle cattoliche ACLI a quelli dei sindacati di qualsiasi sigla e colore.

E che dire poi delle cooperative ? Anche loro esentasse, bianche, rosse, nere o verdi che siano. La COOP non è mica un supermercato, esiste a scopi sociali per fare opere di bene. E l'Esselunga invece ? No, quella è solo una longa manus del capitalismo. E' talmente sociale l'attività delle cooperative che UNIPOL, società cooperativa di assicurazione, che non ha mai pagato una lira di tasse, ha adesso capitali sufficienti per permettersi di scalare una grande banca quale la BNL, alla faccia di tutti gli immobiliaristi approfittatori e di altre banche, stranamente, capitalistiche.

Dunque perché scandalizzarsi se la povera chiesa cattolica è stata esentata dal pagare l'imposta sugli immobili di sua proprietà, quando il proprietario di qualsiasi attività commerciale affiliata all'ARCIGAY e che quindi si spaccia da locale sportivo-ricreativo è egualmente esentato, e lo è sempre stato, dal pagare le tasse sugli utili che trae dai suoi (grassi) guadagni ?

Miss Brodie ricorda qui anche tre suoi piacevoli soggiorni in una "Locanda della Felicità" nel meraviglioso Cilento. Anche in questo caso - albergo con colazione e cena, e molte attività culturali, certo, ma sempre albergo - la Brodie si ritrovò a firmare un'iscrizione all'ARCINOVA all'arrivo senza capire/sapere bene perché, per scoprire solo molto tempo dopo che si trattava del medesimo trucco evadi-imposte. Da allora non vi ha messo più piede, per quanto pregata e insistemente chiamata al telefono dalla gestrice della locanda felice (e certo! lavori e evadi legalmente).

Infine, se qualcuno vuole gentilmente spiegare alla miss che caspita c'entrano l'ARCIGAY e l'ARCILESBICA con un'associazione che annovera oltre all'ARCI e all'ARCINOVA (che cos'è e a che cosa serve ?) anche l'ARCICACCIA (volete togliere il loro circolo ai cacciatori di sinistra ? quando mai!). Una soluzione sarebbe cambiare nome e unirle tutte sotto uno stesso titolo: ARCIBANDABASSOTTI.

Tuesday, September 20, 2005

la vera faccia della società italiana [RIVISTO E AUMENTATO]

"Che cosa pensa della pubblicità dei due gay che si toccano le parti intime ?"

- Non mi piace per niente, neppure darla in pasto ai bambini.
Geltrude Persiani, 57 anni, impiegata, Roma.

- Disgustosa: l'esposizione dell'intimità mi fa davvero schifo.
Gianfranco Meregalli, 59 anni, impiegato, Milano.

Invece l'esibizione di tette e culi di tutte le varie vallette e veline e tutto il resto è molto educativa e per niente disgustosa, anzi.

E chi ha stabilito che i due uomini della campagna pubblicitaria siano gay ? Già porre la questione nei termini non neutri di "due gay che si toccano le parti intime" tradisce l'ideologia perversa e pervertita che permea la mentalità del giornalista a caccia di novità. Miss Brodie ricorda le interviste fatte un pajo di anni fa dall'Arcigay di Milano in cui si chiedeva alla gente per strada che cosa pensavano di una figlia e t e r o sessuale. E tutti i padri e le madri schifati e orripilati alla sola idea. A dimostrazione di come le parole sono veicoli delle idee che qualcun altro impianta nelle teste piene di segatura di questo popolo di video- e messadrogati.

Ma pàcsati tu, pacsa ! [RIVISTO E CORRETTO]

Quale può essere il vero motivo per cui si sta scatenando una bagarre intorno a una questione che riguardando i diritti civili delle persone dovrebbe e potrebbe risolversi facilmente con il buon senso ?

Ora, a parte le dinamiche per la ricerca del potere che sempre e subdolamente coinvolgono in Italia la chiesa cattolica, Miss Brodie non crede che si tratti soltanto di crassa ignoranza e di becero bigottismo, quanto piuttosto di un inveterato qualunquismo di cui gli italiani e le italiane sono maestri, da finti individualisti e scafati conformisti quali realmente sono.

L'omosessualità in quanto identità psicosessuale e dunque sociale - non come attività sportiva, su cui la Brodie avrebbe tanto da dire, e un giorno lo farà - resta in Italia un fatto privato non politico e quindi non sociale. Gli omosessuali e le omosessualesse sono generalmente - laddove un qualche pensiero in materia è stato non pensato né sviluppato ma almeno abbozzato - considerati un'anomalia della normalità, se non degli scherzi della natura, dei poveretti con un problema personale che deve restare loro. Poi, davanti ti dicono che loro accettano tutto, che non è un problema, che tutti hanno il diritto di fare quello che vogliono (in privato, è sottinteso) se però gli chiedi come si sentirebbero se un loro figlio fosse omosessuale ecco le risposte comuni: "mi lo mazarei", "meglio drogato che culo", "fuori di casa" e amenità in fondo banali e innocenti per quanto non innocue di simile tenore.

Ma quanti uomini in Italia convivono con l'uomo che amano (non solo con quello/quelli con cui scopano) ? quante donne con donne ? Ma se persino nella laicissima e a-religiosa Francia i PACS non sono un vero e proprio riconoscimento delle coppie di fatto in quanto sono aperti a ogni forma di "coppia" (due anziane pensionate che vogliono tutelarsi, nonno e nipote, due studenti universitarij, due amici costretti dal caro-affitti alla convivenza forzata in un appartamento intestato solo a uno dei due e via di combinazione in combinazione) che cosa si può sperare nella conformistica penisola dove nessuno si azzarda a esprimere in pubblico un'opinione non conocordata e non concordataria ? Inoltre i pochi effetti legali di questo pseudo-istituto giuridico comparabili a qualcuno di quelli offerti dal matrimonio iniziano a essere validi - in Francia - solo dopo tre anni dalla firma del patto stesso (mentre gli effetti del matrimonio, ricordiamocelo, sono immediati). Il PACS si può sciogliere in qualsiasi momento e senza particolari procedure (è sufficiente una dichiarazione scritta di uno solo dei due pattuitarij e questo sì con valore immediato a partire dal ricevimento (vi immaginate se fosse possibile la stessa cosa con il matrimonio ???!). Inoltre è sufficiente che uno dei due contragga matrimonio perché il PACS decada automaticamente, non c'è nemmeno bisogno di vergare una dichiarazione. Infine molti ufficiali di stato civile francesi si rifiutano di riconoscere il PACS, cosa che se facessero con il matrimonio li porterebbe dritto filato alla perdita del posto.

Dunque non si tratta né di un "piccolo matrimonio" come quel miserabile e spregevole demonio in gonnella della Ruinosa Cardinal-lessa pretenderebbe, né di matrimonio di serie B, ma di un modesto riconoscimento giuscivilistico per ovviare alle difficoltà che incontrerebbe una coppia che si affidasse alla mera scrittura privata - la quale, lo ricordiamo alle sbadate o alle digiune di cultura giuridica, non è opponibile a terzi aventi diritti riconosciuti normativamente.

Difendere i PACS perché tutelano non solo gli omosessuali e le omosessualesse ma anche e forse soprattutto le coppie di fatto eterosessuali sembra alla Brodie non solo pusillanime e ipocrita ma - quel che è peggio - stupido e inutile. Gli eterozozzuali e le eterosessualesse godono della facoltà o meglio del diritto - se così desiderano, cosa che non è permessa ai loro concittadini di orientamento sessuale diverso dal loro - di contrarre matrimonio con la persona dell'altro sesso che prediligono, con tutti i diritti e i doveri che da tale scelta e per tale istituto giuridico scaturiscono. Se non intendono avvalersi - per qualsiasi insindacabile giudizio - di tale facoltà o diritto, sono cacchi loro. La questione qui è di estendere diritti a chi non ne ha per niente, non a chi già ne gode ma non intende avvalersene o esercitarli. Sveglia, grulle !!!

Un'altra ipocrita e faziosa facciata dietro cui si nascondono in questi giorni le facce come il culo dei politici nostrani (eh sì, perché ben altra cosa hanno fatto non solo Santo Zapatero - sempre benedetto sia il suo nome - in Spagna, ma in Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Germania, dove non c'è matrimonio gajo ma nemmeno pacs, bensì riconoscimento civile della coppia gaja) è quella dell'articolo 29 della costituzione sulla famiglia come società naturale. Ma che caspita è una società naturale, balordi !!!

Miss Brodie NON ha firmato e non intende firmare per i PACS. Non solo perché sarebbero pochi o pochissime quelli e quelle che se ne avvarrebbero - che non sarebbe un buon motivo per negare il valore o l'utilità di una legge, quanto piuttosto - e in questo Pannella ha molto deluso la Brodie - perché dovrebbe essere combattuta una battaglia per la libertà e la libertà non si chiede né si contratta, la libertà si prende e basta, perché nessuno può concederla, né in politica né in società, e nessuno te la darà mai se non te la prendi da sola.

20 settembre 1870 - 20 settembre 2005 fine e inizio dello Stato Pontificio

Pur volendo lasciare da parte l'incongruenza di un "principe di Santa Romana Chiesa" (titolo UFFICIALE dei vescovi cardinali della chiesa cattolica, una delle poche ultime rimaste MONARCHIE ASSOLUTE sulla faccia della terra) che commenta la costituzionalità o assenza della stessa di un eventuale provvedimento legislativo di una repubblica laica, sovrana e indipendente (A PAROLE) -
pur volendo tralasciare la non casuale coincidenza che tale dichiarazione sia stata fatta alla vigilia del 135° anniversario della presa di Roma, significativo anniversario della storia nazionale che non sembra sia stato né evocato né celebrato da nessuna parte -
pur non volendo entrare nella polemica sul diritto di chiunque di esprimere liberamente le proprie opinioni su qualunque argomento, e varrà la pena di ricordare le epurazioni subite da Santoro, Biagi, Luttazzi, Guzzanti, Grillo, Rossi, le dimissioni forzose del penultimo direttore del Corriere della Sera e Miss Brodie si ferma qui per non essere barbosa...)
bisogna stabilire se la Cardinal-lessa Ruinosa ha un'incredibile faccia tosta o semplicemente una faccia come il culo: la miss propende per la seconda ipotesi e afferma che ha una faccia sporca e piena della merda ecclesiastica e religiosa e politica che spande e si porta dietro ovunque, ricevimenti ufficiali pagati con i denari dei contribuenti della Repubblica Italiana compresi.

Venendo poi alle dichiarazioni di quell'imbecille presuntuoso e ignorante quale è il Cicciobello Nazionale (che in testa non ha un'idea che sia una ma basta che sia appena appena un passabile belloccio che subito diventa un appetibile politico), non ha pensato di informarsi prima di parlare - non è una novità - e dunque non sa che le scritture private non sono opponibili a terzi aventi diritti normativamente stabiliti e che proprio questo è il motivo per cui i patti civili riconosciuti per via normativa sono necessarij. Dietro quello che sembra un puro dissenso terminologico (non lo è) si nasconde solo il timore di Rutelli di farsi scappare il potere forse a portata di mano, potere che da vero principe machiavellico persegue in tutti i modi espedienti, e dunque con la consapevolezza da buon romano che se ti metti contro la chiesa non vinci.

Che è poi quello che sta facendo quel pusillanime di Prodi, che quando è sotto attacco non si batte come un vero leader andando al contrattacco ma si difende, scrive lettere, cerca di buttarla in disguido di parole su cui i suoi nemici hanno equivocato (e come non potevano, ambigue come sono ?). Prodi - falso, ipocrita, fasullo e viscido, vero DEMOCRISTIANO DOC - non ha mai nominato la parola PACS (ci avete fatto caso ? la miss sì) ha parlato di nuovi strumenti legislativi, di sanare ingiustizie, di diritti delle persone ma la parola in oggetto non l'ha mai usata e dietro questa tattica c'è una strategia ben precisa: daltronde è in politica almeno dal 1977 e in trent'anni queste cose si imparano, soprattutto in Italia.

In tutto questo bailamme Miss B non trova niente di cui rattristarsi né di cui sorprendersi. Ci sono solo opposti interessi e il perseguimento del guicciardinesco "particulare" che da sempre appesta i rapporti sociali e politici di questo paese. Dire sì, dire no, non è mai stata una caratteristica nazionale degli italiani, che anche alla più banale domanda osano contrapporre il più stupido "dipende". Per certi questa è una dote che denota flessibilità e capacità di adattamento. E in effetti, e non a torto, gli italiani sono stati capaci in ben due guerre mondiali di cambiare alleato per finire sul lato opposto. Lo sport nazionale è saltare sul carro dei vincitori, e a Roma si dice da secoli "O Franza o Spagna, purché se magna".

Il paese si ritrova con la classe politica che adeguatamente lo rappresenta nel modo più autentico.

Friday, September 16, 2005

milano città malata

La Brodie ha la ventura di abitare in quella che è considerata la metropoli più europea d'Italia. A volte, confessa, preferirebbe abitare in una città meno europea e più vivibile, con più verde, più piste ciclabili, meno traffico, biblioteche più fornite e maggiormente accessibili e la lista potrebbe continuare per un bel po'...

In realtà Miss Brodie ama molto Milano proprio perché è una città che non si lascia facilmente amare, ha, come Trieste, una sua scontrosa grazia e riserva sorprese a chi sa guardarla e soprattutto scoprirla con occhij privi di pre-giudizio. Architetturalmente si può dire che sia ineguagliata in Italia per la versatilità di stili e la varietà di ricerca achitettonica che la molteplicità dei suoi edifici sottintende. Certo, le manca l'impatto grandioso e monumentale delle grandi capitali come Roma, Parigi o Londra, non ha la grazia di piccole capitali quali Torino, Mantova o Urbino, né il fascino o la bellezza delle grandi città d'arte come Firenze, Venezia o Praga, e nemmeno la sublime malinconia di città che in passato sono state veramente grandi, come Napoli, Genova o Palermo. E' un non-luogo che, al contrario, detesta mettere in mostra i suoi lati migliori e spesso li umilia o li minimizza, quasi ritenesse superfluo annunciare ai forestieri le proprie doti: preferisce invece venire scoperta, come una bruttina stagionata dal fascino nascosto.

Tuttavia non si può nascondere che l'impatto che uno ha è negativo: l'immagine che prevale è quella dell'abbandono, del degrado, della corruzione. Le cose sono peggiorate negli ultimi anni: la manutenzione delle strade, del verde pubblico, degli edifizij di pubblica utilità si è ridotta a mera apparenza, una filosofia di salvare il salvabile e lasciare tutto il resto allo sfascio o meglio alla deriva.

Inutile per la Miss impalcarsi a giudice o a sociologa, ma è chiaro anche ai più superficiali che Milano è ormai un involucro vuoto. La borghesia imprenditoriale che ne era - e che sempre ne è stata - l'anima non vive più la città, al massimo mantiene ancora qui la residenza di rappresentanza, o un appartamento di riserva da usare quando si è fatto troppo tardi a cena, alla sfilata, a teatro e non si vuole rientrare nella villa in Brianza, o sul lago, o in Riviera. Le persone ricche non mantengono la residenza in città e dunque non vi pagano le imposte comunali, ma soprattutto non hanno nessun interesse a che la città sia bella, vivibile e presentabile, a parte i pochi scorci pittoreschi in cui si congregano tra un cocktail e un défilé, un'uscita da Gae e un salto da Prada per l'ultima borsetta.

Bisogna arrendersi all'evidenza che Milano, per quanto ricca di intelligenze creative e vitalità culturale, non è più, in nessun senso la capitale morale di questo screditato paese e che da questo degrado non si solleverà, essendo entrata in quel vortice di declino che ci ricordano città un tempo floride e brillanti. Non è neanche una New York italica, perché qui tutto è Bronx e niente Manhattan. Resta solo la polvere.

Benché Miss Brodie ami molto il degradato e il fatiscente, la decadenza, le terre di margine, sta pensando che è ormai troppo pure per lei. Accetta consigli per eventuali spostamenti della sua tenda, perché per sua natura è nomade e zingara.

Viva Zapatero !

"la libertà non può essere poter votare contro noi stessi".

Tuesday, September 13, 2005

il blog zitellario e la fantapolitica

Miss Brodie è stata ultimamente occupatissima a preparare lezioni e test per le sue nuove classi e ha avuto poco tempo da dedicare a cose frivole e pertanto ancor più necessarie quale il presente diario internautico. L'occasione di ritornarvi le è stata data dalle ultime dichiarazioni del Sig. Prodi. Lo ha ascoltato nelle sue ultime esternazioni al Festival dell'Umidità e da scettica e perplessa che era si è ritrovata convinta non-votante per il Leader in pectore della non meglio definita Unione (di che ?). Ad ascoltarlo mentre parla si direbbe un pacioso pretonzolo di provincia, con quel suo modo avuncolare di ripetere le frasi tre volte con intonazione ascendente, quasi si trovasse a fare la predica a parrocchiani dall'udito deteriorato. Qualità mediatiche non ne ha - e benché secondarie, nella società odierna meglio sarebbe stato iniziare a coltivarle visto chi dovrà affrontare. Nessuna novità di idee, poche e raffazzonnate, e soprattutto poco orgoglio nel presentare politiche chiare e decise, quasi non si volesse affermare niente in modo da non dover poi apparire in ritirata se uno degli altri partner politici della coalizione propugnasse il contrario, o, peggio, se venissero ripercussioni dal mondo cattolico con cui questo nonno ritiene di dover fare i conti. Levatura morale, neanche a parlarne, di fronte a richieste di prese di posizione precise solo tanta fumosità e una nojosa retorica sui "giovani", "scommettiamo sui giovani", "investiamo sui giovani" e questo in un paese con l'età media più alta in Europa e il tasso di natalità più basso del mondo dopo quello della Spagna, un paese dove se hai quaranta anni sei giovane e ti chiamano "ragazzo". Parole che suonano ancora più vacue e offensive dette da un sessantaseinne che vorrebbe apparire un cinquantenne e che si presenta come un tecnico prestato alla politica, quando è dagli anni '70 che vi milita e vi mangia. Un quasi settantenne che in questa società postmoderna e multiculturale, ha ancora una volta ribadito che "parla da cattolico", che "da cattolico adulto" va a votare al referendum anche se le gerarchie cattoliche invitano da tutti i pulpiti e da tutti gli amboni ad astenersi.

Miss Brodie da insegnante non dimentica poi né che la parità scolastica concessa alle scuole cattoliche è stata legiferata dal precedente governo di centro-sinistra né che l'immissione in ruolo di 50.000 insegnanti di religione, formati, scelti e confermati anno per anno dalle gerarchie ecclesiastiche con potere di licenziamento in qualsiasi momento della carriera - ma a spese dello Stato è stata sì portata a termine dal presente governo di centrodestra ma era stata preconizzata e organizzata da quello precedente che aveva dovuto rinunciarvi per mancanza di tempo.

I compari del medesimo non sono poi per niente raccomandabili: certo Bertinotti ha una verve e un fascino che non lasciano indifferenti, ma è ottuso, contraddittorio e passatista. Cossutta ha lo stesso tono di voce e dice le stesse cose di un prete. Rutelli - che dovrebbe poi essere la seconda colonna della coalizione è un perfetto imbecille, ignorante e saccente come molti ignoranti, un "pirla" in milanese, senza un'idea una, incapace e inetto ma con molto fiuto nel seguire l'aria che tira, e dunque sicuramente utile per raccogliere i voti.

La Brodie ha anche ascoltato la parte avversa che non se la passa meglio, anche se il premier attuale - bisogna riconoscerglielo - ce la sa fare con il pubblico, "media savvy" direbbero in inglese, da bravo commerciante quale è sa come lisciare il pelo al pubblico nel verso giusto. E' un disonesto onesto, al contrario dei suoi avversarij che sono degli onesti disonesti. Gli altri cabarettisti che lo accompagnano sono speculari a quelli di parte avversa e non migliori, ma neanche peggiori.

Il problema in tutti e due gli schieramenti è che non ci sono facce nuove, si tratta sempre degli stessi vecchioni di dieci, venti, trenta, addirittura quaranta anni fa. Di sicuro Miss B non voterà per Prodi. E' andata a firmare perché il candidato maverick Ivan Scalfarotto possa competere nelle primarie e per lui voterà ma è certo che non batterà l'ex-democristiano malfidato sul TIR giallo. Se ci saranno dei candidati radicali nella sua circoscrizione voterà per loro, e se no, scheda nulla per protesta. Sa che molti dei suoi lettori non condivideranno tale posizione. Se è questione di votare per Prodi solo per liberarsi del tycoon sopraffattore e truffaldino, certo potrebbe farlo. Ma gli italiani e le italiane dovrebbero una buona volta imparare che non si può votare in eterno col naso turato, che una buona volta deve esserci un motivo valido, positivo e non un contromotivo per dare mandato a qualcuno che parla per noi, non a qualcuno che si arroga carta bianca semplicemente perché non è qualcuno altro.

Friday, September 09, 2005

miss brodie's true friends


(2) Kept thinking I could never live without you by my side
Originally uploaded by totentanz.

eccole, loro sì che fanno qualcosa per un mondo non di eguali, ma di diversi con eguali diritti. Look back and wonder !
[Photo courtesy of Totentanz, a man of sensibility and talent]

il blog zitellario non ha pregiudizij


(4) I grew strong, I learned how to carry on
Originally uploaded by totentanz.

una bella immagine dell'equivalente berlinese (CSD) del Gay Pride. la zitellaria Brodie adora le occasioni in cui tutte le forme di coppietudine e di singolitudine si uniscono allegramente e gojosamente in dolorosa letizia. baci a tutte e soprattutto all'autore della foto, l'inimitabile Herr Toten.

Thursday, September 08, 2005

Egomania, solipsismo e cura di sé

La Brodie stava meditando quattro parole velenose e malefiche su Pasolini uomo-attivista(?)-scrittore [Pasolini regista no, guai a chi lo tocca: sublime e insuperabile]. Tuttavia, sollecitata da un intellettualmente perfido quanto per altri versi stimolante e onesto commento dell'amabile vertesprit alla precedente missiva sulle "gioje" dell'insegnamento, la miss ha deciso di raccogliere la provocazione.

Miss Brodie ammette serenamente di essere abbastanza misantropa e di diventarlo sempre più col progredire del suo decadimento fisico. E' sempre stata un tipo solitario che preferiva passare il tempo a farsi i cavoli suoi e a leggere o a raccontarsi storie popolate da improbabili personaggi coinvolti in ancora più improbabili intrecci privi di qualsivoglia legame con la realtà: ah, quelle giornate presaghe di un futuro solitario di bambina pensierosa emarginata dai suoi coetanei confusamente consapevoli della sua diversità e stranezza ! Miss Brodie non le rimpiange per niente.

La vita sociale non è facile per nessuno, ma per qualcuno è più facile che per altri mentre per chi è divorato dal tarlo dell'asocialità non lo diventa mai.

Dalla sua Miss Brodie ha avuto l'ingenuità delle persone schiette e oneste loro malgrado (il termine appropriato sarebbe l'inglese "guileless"), paradossalmente protette dal male dalla loro incapacità di concepire il male stesso. Una Pollyanna naturale. Cose da fare ribrezzo a qualunque persona sana di mente. Non è facile per Miss Brodie ammetterlo, ma forse esiste un gene per stare insieme agli altri e il suo corredo genetico ne è privo. Per quanto possa aspirare alla gregarietà è troppo imbranata, dice troppo spesso tutto quello che le passa per la testa, la sua soverchia disinvoltura viene percepita come arroganza, l'estrema sicurezza che sfoggia di sé è troppo spesso presa per sussiego, e infine è troppo dimentica delle convenzioni sociali e impervia ai convenevoli e salamelecchi, il che la porta a esprimere considerazioni taglienti inappropriate al contesto che si rivelano aggressive e offensive, e a poco e a niente serve accampare la scusa che non lo ha fatto apposta: non ha imparato quando era il momento (tra i due e i sei anni di età) e non lo imparerà mai abbastanza bene adesso per bleffare con successo.

Per difendersi la miss dirà che col tempo ha imparato a stare da sola - cosa che non può dirsi della maggioranza delle persone a questo mondo, nel bene e nel male - a fare tante cose senza l'ajuto di nessuno, e a fare cose che i più si vergognerebbero di fare da soli: andare al cinema, al ristorante, in vacanza. L'alternativa sarebbe (stata) troppo spesso di non farle del tutto e non sempre la miss si sente in vena di rinunciare.

Del resto non pensa che ci sia nessun merito nell'una o nell'altra cosa, che una modalità non sia migliore dell'altra. E' in grado di dirlo perché ha vissuto anche una fase intensamente sociale - dal 1996 al 2003 per i biografi che fossero interessati - in cui oltre alle love story passionali e romantiche che le sue amiche le invidiavano era sempre in giro IN COMPAGNIA e casa sua era diventata una specie di bed&breakfast con sala trasferimenti tra un volo o un treno e l'altro per raccogliere gente di passaggio e di stanza. Non c'è stato un momento di crisi preciso e distinto in cui ha deciso di ritirarsi a vita privata. Ciò è avvenuto per graduale e quasi impercettibile distacco senza un disegno consapevole quanto per la riscoperta di interessi intellettuali dati per morti che le sue amiche non condividevano ma soprattutto per la crescente noja che provava e la sensazione di vuoto e di perdita di tempo che la accompagnava tutte quelle volte a mano a mano più rare che doveva lasciare il proprio usbergo.

Ogni scelta è una forma di rifiuto e queste considerazioni non devono essere prese né come giustificazione né come scuse. La Brodie ha scelto di restare con i suoi fantasmi ("più vivi e più veri di ogni cosa viva e vera", Pirandello) perché voleva trovarsi. Adesso si è trovata. Sola e da sola. A volte pensa addirittura che non sia stata lei a scegliersi la solitudine ma la solitudine a scegliere lei. Ma è solo retorica e Miss Brodie detesta la retorica.

Dunque, per dire qualcosa di sensato su solitudine e coppietudine: in due si è più forti, si possono fare così tante cose che da soli sono impossibili o che richiederebbero uno sforzo sovrumano che le persone comuni senza doti o talenti prometeici non posseggono. Si è più forti anche perché ci si sente più forti: dove non arriva uno c'è l'altro, se uno cade ha a chi aggrapparsi. Mettere il benessere dell'altro al centro della propria esistenza sapendo che un altro fa lo stesso con noi è formidabile e non c'è niente che possa anche lontanamente avvicinarvisi quanto a sensazione di potenza e di benessere, anche se vivere in due può significare approfittare delle debolezze oltre che della forza dell'altro per sfruttarle per il proprio tornaconto.

Vivere da soli è molto bello e molto triste, la società non è stata pensata e non si è formata per gli esseri soli o da soli. Le statistiche - stucchevolmente riproposte con regolarità quasi sospetta - martellano informazioni del seguente tenore: chi è in coppia vive più a lungo, si ammala meno frequentemente di Alzheimer e di diabete, è meno grasso della media dei suoi coetanei, è più sereno e meno predisposto a disturbi psichici e via via da "Un lago dorato" a una residenza "anni azzurri".

Chi invece sta da sé trova che i prezzi degli alberghi comportano sempre un supplemento singola che può scoraggiare i meno abbienti. Al ristorante poi - anche se oggi il fenomeno è meno diffuso di un tempo - possono rifiutarvi un tavolo o cantonarvi in una zona poco attraente o addirittura proporvi di dividerlo con altri solitarij come voi, cosa che si guarderebbero bene dal fare se vi foste presentati in coppia con una dolce metà. Al cinema se andate da soli farete la figura non solo degli sfigati ma dei rejetti e dei derelitti della società che troverete infatti in fila davanti a voi.

Stare da soli pesa e fa pena, non è, per i più, il risultato di una libera scelta: molti solitarij lo sono loro malgrado, vedovi/e e altri ex in-coppia ormai s-coppiati dalle molteplici circostanze della vita. E chi, di fronte alla possibilità di potersi scegliere un partner reciprocamente consenziente rifiuterebbe ? E poi, volete mettere quanto più divertente, intrigante, salutare, "tradire" il proprio partner - magari di decennale convivenza - a sua insaputa o non, platonicamente o fisicamente, con un terzo o un quarto e così via ? Questo sublime piacere è precluso ai singoli. O forse no, questa società straripa ormai di solitarij/singol che vivono una relazione con altri singol come loro, in due ma ognuno a casa propria e con conto in banca separato che è più comodo e non si confondono le camicie e non si litiga su chi deve lavare i piatti e non ci si deve disputare il telecomando, e di altri singol che passano da papà e da mammà per il pranzo e/o per la cena, e via via di combinazione in combinazione, tanto che la miss crede che alla sua, di solitudine, nessuno ci crede.

Miss Brodie potrà anche credere in cose contemporaneamente incompatibili, e in tutto e in niente, ma di una cosa è certa: che se per una qualsiasi ragione non si è avuta la fortuna o il caso di incontrare la persona giusta al momento giusto, bisogna avere il coraggio di continuare a vivere da soli e senza paura fino alla morte. Non è sicura che ce la farà, e qualche volta annaspa e incede incerta nel bujo senza spiragli che solo le persone sole conoscono, ma almeno ci prova.

Wednesday, September 07, 2005

On Being a Teacher

Dopo un anno in aspettativa non retribuita per un "congedo sabbatico senza assegni per motivi di studio e di ricerca" [come recita il testo ufficiale del Ministero] - il Ministero non si chiede come un insegnante possa studiare e ricercare per un anno senza stipendio, ma si sa, gli insegnanti vivono d'aria - Miss Brodie ha ripreso servizio da una settimana e reincontrando i suoi colleghi ha fatto qualche considerazione sulla sua professione.

Insegnare può significare una quantità di cose e quindi anche nessuna. Può essere una scelta di comodo o uno sbaglio o un ripiego, per certi addirittura una "vocazione" o un "apostolato" per non dire una "missione", non a caso tutti termini che rinviano alla sfera ecclesiastica con cui per secoli e fino a tutto il medioevo (e anche oltre in paesi come Italia e Inghilterra) l'insegnamento ha avuto a che fare. Una volta raggiunto il potere temporale, era interesse per la Chiesa (per tutte le chiese) di garantire il controllo della trasmissione della cultura e per esteso di ogni sapere. Tutti gli insegnanti erano dunque chierici o membri degli ordini minori e rispondevano del loro insegnamento direttamente alle gerarchie ecclesiastiche.

Da un punto di vista socio-culturale la maggior parte degli insegnanti rispecchia i valori medij dell'umanità: come non trovereste un 98% di eccellenza in un qualsiasi gruppo di ingegneri così non dovreste presumere di trovarlo in un corrispondente gruppo di insegnanti. Sociologicamente è vero che per molto tempo la professione docente è stata un formidabile veicolo di mobilità sociale per le classi meno abbienti: dapprima per la piccola e media borghesia, più tardi anche per qualche "fortunato" membro del proletariato. Oggi non è più così, essendo il valore sociale della professione decaduto anche se è vero che i figli degli insegnanti (spesso entrambi i genitori lo sono: il tasso di endogamia nella professione è il più alto di qualsiasi categoria) hanno un trampolino non meschino, paragonabile ai vantaggi goduti dalle conoscenze tra l'alta borghesia. Sapevate che un numero fuori proporzione degli studenti che superano i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso ha almeno un genitore insegnante e spesso entrambi ? i quali fanno di tutto perché la propria prole non segua le orme parentali. I figli degli insegnanti di oggi saranno i manager, i medici, gli avvocati e i funzionari di alto livello di domani.

E' vero però che, nella media, la percentuale di persone squilibrate, con problemi psicologici o comunque disturbate dal punto della salute mentale è più alto tra gli insegnanti che in qualsiasi altro gruppo professionale, e questo non lo dice Miss Brodie ma le statistiche. In Francia, paese in cui la Miss ha insegnato l'anno passato (dovendosi pagare di tasca sua la formazione di cui successivamente beneficerà il Ministero, e non disponendo di altre entrate) esistono ben quattro cliniche dipendenti direttamente dal Ministero dell'Educazione Nazionale per insegnanti con problemi psichici e psichiatrici. Una quinta è messa a disposizione dal sindacato degli insegnanti della scuola secondaria ai suoi associati. Le ragioni di questo stato di cose richiederebbero un post tutto per loro.

Molti insegnanti sono incompetenti, vuoi sul piano delle conoscenze della loro disciplina specifica, vuoi per l'asssenza di competenze nelle tecniche di trasmissione del sapere, convenzionalmente dette "didattica e metodologia". Molti che si salvano sui due piani di cui sopra sono tuttavia sprovveduti totalmente di acribia, sensibilità, ragionevolezza e di altre qualità umane ancora che li rendono inadatti a qualsiasi attività pedagogica.

E' vero dunque che "those who can, do; those who can't, teach" come dicono in inglese, nel senso che un buon 80-85% degli insegnanti non saprebbe fare un bel niente se dovesse cambiare lavoro, e in effetti la stragrande maggioranza di loro non ha mai lavorato se non tra le pareti di un'aula scolastica e non conosce altra realtà se non quella della scuola: dalle elementari al liceo, da qui all'università e poi attraverso la trafila delle supplenze, prima temporanee, poi annuali fino alla sospirata immissione in ruolo, che per oltre il 50% degli attuali docenti della scuola italiana è avvenuta non per concorso - come stabilisce la legge - ma "ope legis", cioè, per chi non sa né di latino né di sistema giuridico italiano, tramite provvedimento giuridico ad hoc, storicamente con un'infornata di peones e cottimisti in occasione di ogni tornata elettorale (e neanche la destra "riformatrice" e "severa" si è smentita visto che il Ministro Moratti ha appena immesso 35.000 precarij in ruolo: non si vota nel 2006 ?). Di riffa o di raffa chi decide di continuare a bazzicare le aule, prima o poi entra per restarci.

Miss Brodie non rientra nelle sopracitate tipologie ma non intende farsene una patente di nobiltà. E' cresciuta a Londra e lì ha studiato, si è laureata in una famosa università inglese e a Londra ha fatto le sue prime esperienze lavorative nel campo dell'informazione della stampa e delle traduzioni. Un ufficio sa che cos'è e come ci si lavora. "Che snob !" direte, ma in realtà per entrare nel mondo delle supplenze bisogna avere un pelo sullo stomaco alto così e avere un fegato che due non bastano. In ogni caso all'epoca la Miss aveva altre idee in testa e solo in seguito è stata incapace di sottrarsi alle ammalianti grida della sirena pedagogica. Avendo escluso le supplenze nella scuola pubblica e non volendo scottarsi si è dedicata agli adulti nei corsi per lavoratori e nelle università. In ogni caso a scuola non sarebbe potuta entrare visto che dopo il concorso del 1990 e fino al 2000 non vennero banditi concorsi (in barba alla legge che ne prevedeva uno ogni due anni).

Dunque è solo dal 2001 che vive l'ebbrezza dell'insegnamento liceale, essendo entrata appunto nei ruoli con l'ultimo concorso. E comunque, nonostante abbia lavorato in altri ambiti professionali e, alla bisogna, sappia darsi da fare a sbarcare il lunario, Miss Brodie è come le altre sue colleghe: a parte insegnare non sa fare niente, o meglio, insegnare è l'unica cosa che sa fare bene, o per essere più precise, insegnare è l'unica cosa che, quando la fa, sa perché la fa.

Se ci sono differenze tra la miss e le sue colleghe - a parte l'inimitabile stile personale, va da sé - esse nascono dal fatto che Miss B insegna a partire dal presupposto che "nothing worth knowing can be taught" (nulla che valga la pena di sapere può essere insegnato, Saint Oscar) e considera il ruolo dell'insegnante necessariamente limitato e di secondo piano. E' facile invece, per molti insegnanti, cedere alla tentazione di sentirsi dei piccoli hitler tra quelle quattro pareti, con potere di vita e di morte su un pubblico di alunni prigionieri che non ha diritto di parola e che per la maggior parte degli insegnanti non esiste più non appena varcata la soglia della scuola, la cui vita al di fuori di quelle pareti sembra non interessare o non avere valore per coloro alle cui cure sono affidati.

Per la miss insegnare è la più bella professione del mondo perché senza insegnanti non ci sarebbe nessun'altra professione (tutti gli ingegneri, medici, fornaj, piloti, infermiere, meccanici... hanno avuto delle maestre). E' anche una delle più frustranti perché si deve insegnare - se si è coscienziosi - a qualcuno a imparare a fare a meno di noi, a dargli gli strumenti, le mappe, le chiavi di lettura per leggere il mondo, ma la strada la faranno da soli e senza di noi. Insegnare, in ultimo, non significa altro che spiegare come si impara a porre la domanda giusta, perché le soluzioni non sono sempre e necessariamente uniche o univoche, e qualche volta non ci sono proprio. Insegnare è bello perché vuol dire che non hai mai finito di imparare, quell'imparare ultimo e fondamentale che non finisce mai: imparare a vivere, e a morire.

Friday, September 02, 2005

la vita felice

La felicità - come fare a raggiungerla o perché non si riesce a ottenerla - è il tema centrale di ogni sforzo dell'attività umana. Per alcune persone, parecchio sfortunate, essa è un obiettivo talmente remoto, impegnate come sono in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, che il quesito non si pone nemmeno per pura speculazione cerebrale. Ma per la maggior parte delle persone del mondo occidentale tutto l'indaffararsi sotto il sole sottende tale fine.

Felicità è fare ciò che si desidera e avere ciò che si vuole. Questa ambizione è destinata a non essere esaudita per la stragrande maggioranza delle persone ma il capitalismo consumistico si basa su questo desiderio (spesso inespresso) che resta universale e costantemente inappagato per mantenere il suo dominio ormai indiscusso. E si potrebbe dare torto a qualcuno se dice di desiderare un'autovettura, un televisore, un computer, un telefonino o un ipod... la lista dei desiderij è inesausta e inesauribile: c'è sempre spazio per un di più che manca, un vuoto da riempire, una sete o una fame da appagare.

Per altri la felicità è raggiungere obiettivi concreti sempre cangianti: comprare e vendere azioni facendo profitti inconcepibili, costruire un'azienda e venderla al momento giusto per costruirne altre due e così piramidalmente di seguito, comprare l'ultimo modello di Ferrari, partire per Barbuda e Moustique, potersi permettere un pajo di scarpe in pelle di pesce da 5000 euro al pajo e un cappotto di cavallino da 20,000 euro, la bottiglia di Dom Pérignon Jeroboam da 1000 euro (solo 50 in vendita in Italia), conquistare e sedurre e possedere fotomodelle e/o fotomodelli, attori e attrici e presentatori/trici in una girandola senza fine dove l'Io costruisce la propria identità affermando una supremazia nei confronti di ogni altro Io in cui si imbatte, e ciò vale per l'oggetto del desiderio come per gli avversarij che tale oggetto gli contendono, in una corsa alla reificazione e alla mercificazione delle persone in cui lo stesso Io finirà per capitolare.

Che cosa sia la felicità la miss non saprebbe dire. Certo non è qualcosa che si possa trovare in un supermercato, e nessuno yacht, abito di Fendi modello unico, champagne mattina pomeriggio e sera e via di lusso in lusso potrà mai, di per sé rendere felici, per quanto una vita comoda e libera dal bisogno e dall'affanno sia la base di qualsiasi felicità.

Altre risposte sono già state date, anzi parecchie - e miss Brodie, wittgensteiniana com'è, è più interessata formulare la domanda correttamente. Gli stoici direbbero di non desiderare, i cristiani di desiderare una vita ultraterrena, gli scettici di mettere in dubbio ogni cosa, gli epicurei di godere del momento presente, i buddisti di cercare l'annullamento del sé, il Tao di seguire la strada con pazienza, saranno gli eventi a trovare noi anche quando non li cerchiamo.

Alla base di tutti i pensieri, però, c'è un'idea, magari non detta, magari solo nebulosamente formulata - non c'è limite agli scempij perpretati dal romanticismo - che la felicità la si trova in due e non da soli, che se uno ha tutto ma non ha nessuno è come se avesse niente. Anche Miss Brodie l'ha assaggiata questa felicità, ma le sembra, col senno di poi e la maturità del disincanto, una felicità troppo labile e fragile, e soprattutto infida, per poterla raccomandare. E' già difficile conoscere se stessi per potersi fidare degli sconosciuti, e se non si è in grado di essere onesti con se stessi come si può pretenderlo dagli altri ?

E poi, ogni volta che si costruisce la propria felicità facendo affidamento su un altro non si fa che rendersi schiavi, o come dice l'amabile Luca si diventa uno zerbino.

Che cosa è allora la felicità per Miss Brodie, un insegnante di se stessa che deve imparare a essere meno ciarliera e più discreta ("Discretion is the better part of valour", Shakespeare, Henry V) ? La miss non ha mai dato molto valore ai soldi che ha sempre visto quasi esclusivamente come veicolo per comprarsi libri. Non è ricca quindi - anche se c'è stato un periodo in cui lo è stata - ma non avendo mai cercato di esserlo non se ne fa un cruccio. Ha sempre voluto solo fare alcune cose - leggere, dormire, di tanto in tanto insegnare. Ora ha anche un di più, visto che è ospite di due gatte che le accordano la suprema felicità di farsi coccolare da lei. Se dovesse formulare un desiderio di qualcosa nella sua vita che non ha sarebbe quello di potersi scegliere gli studenti, ma visto che molti studenti non la scelgono e devono sorbirsela in ogni caso, anche questa è una pretesa ben poco giustificata. Forse sarebbe più felice se avesse le risorse economiche per ritirarsi in campagna a vivere con le sue gatte e a leggere, o forse si annojerebbe a morte.

Se non fosse che fa molto Pollyanna, direbbe che la felicità consiste nel vedere con occhi sempre diversi quello che uno ha, immaginando di non averlo, per poterlo poi apprezzare in tutta la sua confusa e non abbastanza abbagliante bellezza.