insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Tuesday, May 30, 2006

spigolando qui e là...

La Miss era in preda a una certa ira jeri ma ha preferito non commentare le già molto commentate parole del Costruttore di Ponti (sempre molto dentro agli affari immobiliari questi preti, d'altra parte con un nome così, in nomine omen...), visto che era parte in causa. Stamattina, stessa cosa: meglio sbollentarsi e lasciar perdere. Poi però Miss Brodie è passata sul sito di Malvino (the voice of reason) e lui sì che va direttamente al sodo: altro che un povero popolo di ignari incolpevoli manipolati da un manipolo di criminali come vorrebbe far credere il Natzinger ! Altro che il perdono chiesto a titolo personale a un d*o muto e sordo ! Altro che nominare solo i 6 milioni di polacchi trucidati (senza dire che 3 di quei milioni erano di ebrei polacchi, oltre il 90% di tutto l'ebraismo di Polonia), e il numero era evocativo di ben altro ( i 6 milioni di ebrei morti, non nominati).

Sul sito di Malvino trovate le foto dei vari gerarchi cattolici in allegra combutta con i vari gerarchi nazisti. Vedere per credere. No anzi, vedere per s a p e r e.

Monday, May 29, 2006

riforme e Riforma

Il topos sulle disgrazie di questo paese è antico e duro a morire, e forse non morià mai. La Brodie ci pensava stamattina riflettendo sul fatto che in Italia si vota in due giorni (o uno e mezzo, se preferite). C'era stata una riforma che aveva abolito questa oscenità inutile costosa e senza senso, ma come molte, troppe per non dire quasi tutte le riforme di questo paese essa è stata cancellata da una controriforma che ha riportato le cose allo status quo ante.

Miss Brodie è abituata a paesi dove si dice che si cambia e si cambia: nel Regno Unito si è proceduto all'abolizione del diritto di seduta ereditaria alla camera dei Pari e si sono eliminati alcuni privilegi antichi e antiquati. Qualcuno ha protestato, c'è stato un po' di brontolio, ma riforma doveva essere e riforma è stata. In Spagna il candidato a primo ministro aveva promesso il ritiro praticamente immediato delle truppe dall'Irak e una volta al potere così ha fatto. Aveva promesso di abolire le differenze tra cittadini basate sull'orientamento sessuale e questo è stato. Non c'è stato neanche bisogno di mettere in piedi chissà quale mastodontico processo costituzionale, legale o giurisdizionale. Sono scesi in piazza i tutori dei proprij interessa sbraitando a difesa degli interessi altrui (dei microcefalici hitlerini in gonnella che devono tenere le gonadi a riposo con il loro seguito di acefali sostenitori uomini e donne), hanno urlato il dovuto ma un primo ministro che deve garantire l'accesso ai diritti di tutti e tutte non si è scomposto, ha lasciato che urlassero e poi ha fatto approvare la legge in parlamento.

Gli studenti di letteratura italiani passano ore a leggere le invettive già diffuse al tempo di Dante, e poi leggono Petrarca, magari vengono esposti anche a Machiavelli e sicuramente a Leopardi (per tutti quanti il tema è sempre quello: "Ahi serva Italia..."), hanno sentito parlare del gattopardismo (cambiare tutto per non cambiare niente) ma forse in pochi si rendono conto che tutte queste letture si riferiscono al vizio nazionale, forse in pochi capiscono che bisogna cambiare, che quando uno deve smettere deve smettere sul serio, per sempre, deve ad esempio smettere di parlare quando parlano gli altri e aspettare il suo turno, deve smettere di masticare la gomma prima che sia l'insegnante a doverglielo ricordare, deve smettere di mangiare e bere fuori dagli orarij preposti. Deve imparare a darsi un autodisciplina che gli permetterà di fare al meglio quello che deve fare.

Per la Brodie il problema alla fonte è che non c'è stata in Italia la Riforma. Si riferisce, ovviamente a quella protestante, nel resto d'Europa non c'è bisogno di specificarlo, è la Riforma per antonomasia. In Italia s'è stato invece il paradosso di una Controriforma senza la Riforma stessa (piccoli focolaij si accesero e vennero subito spenti a Milano e a Ferrara: i protestanti delle valli valdesi del Granducato di Savoja hanno origine non-italiana e provenivano dalla Francia in epoca antecedente la Riforma stessa). Se non c'è stato un grande movimento che ha dato un'impronta inconfondibile alla vita nazionale per scuotere le coscienze prima delle istituzione, a nulla servono tutte le riforme costituzionali che un governo pensa di promuovere: dovrà sempre fare i conti con i compromessi di bassa lega voluti da coscienze incantenate alla priorità del proprio interesse superiore a quello di qualsiasi altro. Si elimina l'assurdità di una doppia giornata elettorale e la si ripristina subito dopo, si decide di collocare le elezioni in un'unica tornata e poi invece prevale la scansione in più giorni, si istituisce la formazione dei docenti in apposite scuole e poi si continua a inserire in ruolo personale precario che non ha mai superato un concorso che sia uno ma continua a prestare servizio come supplente, si decide di riformare il sistema scolastico fermo al 1923 ma modificato da leggi e leggine e circolari ministeriali con valore provvisorio che sono diventate prassi consolidata e anche questa volta salta tutto... Queste non sono difficoltà di percorso, problemi congiunturali, ostacoli imprevisti: questo è lo stile nazionale.

Chissà, forse è un bene che sia così. L'Italia è un paese con molta storia, che ha visto passare tutti sulle sue terre e gli italiani, soprattutto quelli del Meridione, hanno sviluppato un'antica saggezza come tecnica di sopravvivenza: sono come le pietre di un fiume, l'acqua continua a bagnarle ma dentro sono asciutte, impervie a qualsiasi liquido. E forse come strategia andava bene e ha funzionato per tutto questo tempo, quando la storia era quella degli uomini e delle idee, ma non ha fatto i conti con il nuovo mondo e i cambiamenti che la tecnologia impone globalmente. Non si tratta più di uno scontro tra opposte ideologie o civiltà ma dell'incontro con la tecnologia e i cambiamenti che essa comporta e implica: se non la cavalchi - per tutte le ragioni etiche che vuoi - essa ti travolgerà e ti abbatterà.

Saturday, May 27, 2006

Civiltà delle parole

Throughout History some books have changed the world. They have transformed the way we see ourselves and each other. They have inspired debate, dissent, war and revolution. They have enlightened, outraged, provoked and comforted. they have enriched lives. The ideas of which they have been vehicles shook cilivizations and helped make us who we are.
(da un blurb per Penguin Books).

George Orwell definì, mirabilmente, i libri "the furniture of one's mind", e finché ci saranno libri ci saranno idee vive che non moriranno nonostante i tentativi di qualsiasi inquisizione, santa o laica, di destra o di sinistra. E' per questo che la Miss insiste così tanto con le proprie allieve sul bisogno, sul dovere (per loro stesse, non perché imposto da altri) di leggere. Si fa però oggi anche un gran spacciare di indifferenzialismo, Pennac docet, per cui leggere Moccia o Montaigne fa lo stesso, l'importante è che si legga. Certo, se si tratta di diffondere l'alfabetismo, allora la Miss è d'accordo, va bene leggere anche un menu del ristorante o l'orario dei treni, se per questo. Ma se vogliamo usare la lettura come veicolo delle idee che non muojono mai, allora solo la letteratura serve. E per leggere la letteratura bisogna mettercisi, è qualcosa che va imparato, non si improvvisa, non si acquisisce per caso, così come non basta buttarsi in acqua per imparare a nuotare: ci vuole una tecnica. Il valore della scuola è tutto qui, perché fuori dalla scuola la Miss non vede proprio dove si possa apprendere la tecnica di imparare a leggere letteratura e non semplicemente libri, qui e oggi.

Un tempo forse no, la scuola non era così essenziale a questo scopo. C'erano varij modi per la trasmissione delle idee, democratici o aristocratici, in entrambi i casi ci si poteva arrivare. Oggi invece la televisione ha preso il ruolo di maestra e il suo scopo è vendere, vendere qualsiasi cosa: non solo prodotti, ma anche e soprattutto pregiudizij stereotipi e luoghi comuni che si spacciano per idee, e infine, la cosa più pericolosa, il male più subdolo e infingardo da cui è difficile difendersi: finte emozioni. Le chiamano virtuali, ma per molti, per troppi, il virtuale è tutto e solo il poco reale che hanno.

Friday, May 26, 2006

insegnare che passione !

In una classe di quinta ginnasio la Brodie oggi rifletteva sullo scollamento tra lei e le sue allieve: esiste un divario forse incolmabile tra i figli della società dell'immagine e i figli della società della parola. Va da sé che la Miss non intendeva esaltare una a spese dell'altra, cercava solo di far riflettere sulle loro difficoltà di concentrazione quando devono leggere e analizzare un testo.

Smontare un testo scritto non è facile, nel senso che è meno immediato della decodificazione di un'immagine. Sicuramente nemmeno questa seconda operazione è semplice e lineare, ma la zoocietà in cui si trovano a vivere le allieve brodiane ha sviluppato un sistema per fare in modo che le immagini in circolazione siano di facile e univoca interpretazione. Le immagini veicolano un messaggio che - se consentite la banalizzazione - si riduce in poche parole a questo: non pensare, compra.

Leggere un testo significa invece andare oltre le parole per cercare di scoprire l'idea recondita che celano. A volte si tratta di messaggi di facile interpretazione, altre volte sono molto più complessi. Sempre è necessario uno sforzo supplementare, una partecipazione del lettore per far parlare il testo. A volte questa attività serve a capire che il testo in oggetto sta veicolando delle falsità o delle contraddizioni o più spesso aria fritta, o che si tratta di un tentativo di spacciare opinioni per idee, propaganda per convizioni, assenza di sostanza per contenuti.

Anche un'immagine richiede di essere guardata per essere decodificata, e per questo i poteri che contano hanno elaborato un sistema dove guardare sia sempre meno necessario, dove basti invece vedere senza osservare niente, dove il messaggio recondito del testo visivo serva a far cortocircuitare le aree critiche del cervello per ottenere consenso. Ne ha già scritto Chomsky, certo, e anche Popper, e altri più in gamba e più capaci della Miss.

Per questo e per altri motivi ancora la Miss insiste a magnificare l'importanza della parola scritta, perché solo leggendo e misurandoti con il testo puoi sperare di far funzionare il cervello in modo che le parole che dici siano il frutto del tuo pensiero e non il ventriloquio che ormai si spaccia per idee in questa zoocietà di talk-show ("fai vedere che parli, tanto non dici niente") e di inter-viste ("io vedo te, tu vedi me, e il testo è pronto; che bello fare la giornalista"). E invece proprio per questo stesso motivo oggi in classe pensava di essere una cieca che parlava ai sordi.

la cultura fa male

Ritornando ai temi della precedente missiva la Brodie rifletteva in questi giorni al paradosso in cui spesso si trova: lei, ebrea atea e miscredente, deve molte volte spiegare il significato di alcuni riferimenti religiosi cristiani per non dire cattolici alle sue allieve (povere caprette ignoranti, ma lo sanno già e non si offendono: tornare a brucare sui libri!) che sono maggioritariamente cristiane e cattoliche.

Ancora una volta la Miss si stupisce (ma neanche poi tanto) che la Chiesa non si preoccupi dell'ignoranza devastante dei suoi riti e della sua dottrina che rende incomprensibile la comprensione di molte opere letterarie per non dire di quasi tutta la produzione artistica italiana fino al manierismo compreso. Eppure il messaggio cristiano che si trova nei vangeli resta affascinante e imprescindibile per tutta la cultura occidentale fino alla seconda guerra mondiale. Trovare elementi cristiani in un'opera non cristiana come può essere La Tempesta di Shakespeare non dovrebbe essere un'impresa. Ricordare brani o episodi dalle scritture, che erano pane quotidiano per gli artisti fino al Novecento dovrebbe essere un gioco da ragazzi per delle allieve che si professano cristiane e che magari si offendono se la Miss se la prende con le gerarchie ecclesiastiche. La Miss a volte è scioccata, come potranno capire Dante le sue allieve ?

In ogni caso la Bibbia è anche grande letteratura, alcuni passi dei vangeli (il Discorso della Montagna, l'Ultima Cena, l'Annuncio alla Vergine e altri ancora) sono poesia sublime, come possono ignorarlo ? E invece si appiccano all'opportunità di avere un crocifisso in aula, spesso riportando non le idee che si sono fatte sull'argomento ma quelle con cui, subliminalmente o no, qualcun altro gli ha infarcito il cervello. Se invece andassero a leggere direttamente le parole che il loro Maestro gli ha lasciato...

argomenti nojosi

Un'anonima commentatrice si lamentava (guardare la pagina dei commenti della missiva "guardare un film" di qualche giorno fa) del fatto che in questo diario si parla sempre e solo "di gay e contro la chiesa cattolica". Miss Brodie ha già risposto all'accusa ma ha voglia di tornarci sopra. Di gay qui non si parla tanto, alla Miss questo termine non piace perché troppo vago e soprattutto perché ha il sentore (o il fetore) non della cosa in sé quanto della sua rappresentazione (il che è proprio tutto un altro pajo di maniche). Si è parlato qui di diritti di cittadinanza per un gruppo di persone discriminate per via del loro orientamento sessuale. Sì, la Miss è pignola, ma visto che fa l'insegnante trova che sia una deformazione professionale utile e che le fa onore. E poi che cosa direbbero i genitori delle studente brodiane se sapessero che le loro figlie leggono un ciberdiario che parla di gay ? Che mancanza di gusto, che cialtroneria, che volgarità !

Quanto alla Chiesa Cattolica la Miss scrive e pensa contro qualsiasi struttura di potere, e ancora una volta ciò le fa onore in quanto essere pensante. Contro i cattolici, e contro la fede cattolica, Miss Brodie non ha niente da dire: la fede religiosa è qualcosa di così personale, di così intimo, di così incommensurabile che non avrebbe senso discuterne in pubblico. Non sa neanche se sia appropriato che si scusi con le sue lettrici cattoliche (apparentemente ce ne sono) quando le offende involontariamente con le sue argomentazioni e quando con la sua ira si scaglia contro la gerarchi ecclesiastica e i suoi rappresentanti, come Sua Mostruosità in persona Papa Natzinger. Primo, non se ne scusa perché si tratta di personaggi pubblici che parlano in pubblico su temi pubblici di rilevanza pubblica, e come tali sono soggetti a critiche e a controrisposte. Secundo, non pensa che le fedeli badino veramente a queste critiche: per definizione, se credi devi sospendere in alcuni casi le tue capacità raziocinanti e accettare cose che altrimenti non accetteresti. Per questo la Miss ha sempre trovato di pessimo gusto personaggi come il Reverendo Ian Paisley (un politicante nordirlandese protestante, ma in effetti qui si tratta di concorrenza) che cercano di vilificare alcuni aspetti della dottrina cattolica come la transubstanziazione. Su queste cose la Miss non è mai intervenuta e mai lo farà. Le sue reazioni rabbiose nascono nel momento in cui le dichiarazioni di bocca pretesca coinvolgono la Miss stessa in quanto cittadina della Repubblica Italiana, e solo e soltanto in quel momento. A Miss Brodie questo pare legittimo.

Detto questo, i cattolici italiani hanno poco di cui lamentarsi per le condizioni in cui versa l'accettazione pubblica della loro fede: crocifissi in scuole prigioni caserme tribunali e qualsiasi altro luogo pubblico, insegnamento alternativo non facoltativo della loro religione nelle scuole statali della repubblica, riconoscimento del valore pubblico alle scuole confessionali cattoliche, esenzione dell'ICI dagli immobili di proprietà di enti religiosi anche se con finalità di lucro, versamento a spese dello stato dell'8 per mille del gettito fiscale (un miliardo di euro all'anno) tratto dalle tasche di tutti i cittadini anche di quelli che non hanno esercitato l'opzione per la chiesa cattolica, esenzione dalle imposte per lasciti e donazioni a favore di enti religiosi, riconoscimento della personalità giuridica alle parrocchie, mantenimento delle presidenze e/o di posti all'interno dei consigli di amministrazione degli enti ospedalieri anche quando sono passati sotto l'amministrazione pubblica statale e/o regionale con tutti gli oneri che ciò comporta... e si potrebbe andare avanti: può bastare ?

In ogni caso è bene spazzare ogni dubbio. Le gerarchie ecclesiastiche se ne fanno un baffo delle critiche che possono venire da delle poverette quali la Miss. Quando fanno le loro esternazioni mandano - via etere, che è il canale preferenziale per tenere inchiodate le menti (?) della maggioranza pecorona italiana - dei messaggi chiari e forti alle autorità (?) politiche della repubblica per fargli capire verso dove devono tirare la carretta. Non stanno certo facendo un discorso alle coscienze dei loro parrocchiani: per questo scopo dovrebbero bastare i pulpiti nelle loro chiese. O no ?

[A scanso di equivoci: che nessuna, ma nessuna, si azzardi a scrivere del bene che la Chiesa fa, della Caritas e degli ajuti che dà agli extracomunitarij, dei francescani e delle loro mense...blah blah blah. La Miss ne è al corrente, e ne penserebbe tutto il bene possibile se non fosse che proprio perché essi esistono questo è l'alibi più formidabile perché uno stato buzzicone e bucherellato come questa repubblica non faccia mai niente per rimediare ai mali esistenti. O voi credete che tutte le ONG e le altre organizzazioni non-profit di ogni genere credo e bandiera sarebbero felici di non essere più utili ai bisogni dell'umanità ? Tutte queste organizzazioni sono negative se non dedicano almeno il 50% del loro tempo delle loro risorse e delle loro attività all'obiettivo del proprio smantellamento. Pensateci.]

Ancora su Muriel

Muriel Spark, che è morta qualche settimane fa, ha esercitato su Miss Brodie un'influenza profonda che ancora le risulta difficile spiegare. Non si limita soltanto al romanzo dell'eponima eroina di cui ha preso in prestito il nome d'arte. Le opere più riuscite di Spark sono miniature ossessive di un microcosmo posto sotto la lente di ingrandimento dell'artista per diventare metafora e paragone di tutto un mondo. Così nell'opera di esordio The Comforters ("I consolatori" con riferimento ai tre personaggi del libro biblico di Giobbe) in cui la comunità cattolica di Londra del dopoguerra viene scrutata a fondo, con le sue magagne e con le sue saving graces. I cattolici inglesi - non si parla qui dei discendenti degli emigrati irlandesi con la loro storia particolare - sono sempre stati un gruppo molto elitario all'interno della cultura britannica, e inglese in particolare. Prima di tutto per l'aura intellettuale che li circondava; alcune tra le migliori menti dell'età vittoriana erano inglesi convertiti al cattolicesimo: Manning, J H Newman, Gerald Manley Hopkins. Nel Novecento, tra i molti che si potrebbero nominare, Graham Greene,Evelyn Waugh e, appunto, Muriel Spark.

Non sfugge alla persona accorta il fatto che tutte queste personalità avevano in comune uno spiccata felicità per la parola, nel vero senso letterario del termine. Chissà, forse la centralità del Verbo Incarnato che contraddistingue il credo cristiano dei cattolici rispetto a quello dei protestanti (per questi la Parola tout court) ha avuto un peso non indifferente nella loro scelta artistica. Oppure il fatto che fossero artisti della letteratura li ha portati a una riflessione filosofica che ha trovato la sua conclusione - per tutti loro sempre molto tormentata e problematica, a volte addirittura di sofferenza, ma mai rinnegata - nell'accoglienza della Chiesa di Roma, capace di dare un senso e un ordine alla vita umana, così come un artista, per essere tale, deve essere in grado di dare un senso e un ordine a una vita informe per non dire inerte, se vuole trasformarla in arte. Per Miss Brodie - che non crede nel supraterreno - la letteratura è proprio quella forma di salvezza che questi scrittori inglesi da lei amati e ammirati hanno trovato nell'approdo alla Chiesa Cattolica.

In Robinson , secondo romanzo sparkiano, il microcosmo messo sotto la lente di ingrandimento è quello di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo che riproduce su una piccola isola deserta i conflitti della società umana in genere. Non è forse così riuscita come l'autrice avrebbe desiderato e sicuramente il successivo The Bachelors è molto più entusiasmante. Come si evince dal titolo, qui si tratta di celibi e del loro mondo che segue regole idiosincratiche rispetto a quelle meglio conosciute delle persone in coppia. L'analisi delle personalità aprono squarci sulla natura umana in maniera esilarante e con un tocco leggero che fecero dell'autrice un personaggio del mondo letterario, ancora un po' chiuso e elitario, della Londra dei tardi anni Cinquanta e primi Sessanta.

Di questo stesso periodo sono The Prime of Miss Jean Brodie, di cui la Miss ha già parlato e The Girls of Slender Means, ambientato in una microsocietà tutta al femminile come il precedente, all'interno di un club per ragazze di buona famiglia ma povere di mezzi. L'epoca è quella smagliante del secondo dopoguerra quando la Gran Bretagna, pur avendo vinto la guerra ha perso la pace e si trova in ristrettezze economiche (il razionamento dei viveri continuò fino al 1957). Il club ospita personaggi originali molto sparkiani, eroine di una lotta quotidiana per la sopravvivenza dove alti ideali si mischiano a bassi stratagemmi e dove la realtà non è mai sublimata dall'invenzione letteraria ma sempre trasfigurata per diventare una somma più grande delle singole parti. Spark si dimostra qui, ancora una volta, padrona della brevità e dell'essenzialità: non c'è mai una parola di troppo pur nella pletora degli eventi barocchi che si dipanano ineluttabili a rivelare una maestria nell'arte del racconto: quegli anni vedono Spark esercitare un talento unico.

In Memento Mori la fettà di societa sotto osservazione è quella degli anziani vicini alla morte. E' uno dei romanzi più amati di Spark e lo attraversa un tono elegiaco altrove assente. Ricordati che devi morire e se te ne dimentichi la morte stessa verrà a ricordartelo. La scrittura è molto misurata, mai macabra o morbosa, questi vecchi e queste vecchie fanno quasi tenerezza nella loro umana fragilità e comprensibile seppur ostinata voglia di vivere per come li dipinge l'autrice. Uno dei momenti più toccanti - che spingono ogni volta la Miss alle lacrime - è la descrizione del rito cattolico dell'estrema unzione.

Una prossima volta Miss Brodie parlerà del periodo sperimentale di Spark che la vede autrice di una trilogia di opere uniche nel loro genere nel panorama di lingua inglese. Per il momento godetevi di queste segnalazioni.

Monday, May 22, 2006

guardare un film

La Miss - come è sua abitudine nel secondo quadrimestre - ha usato delle pellicole in alcune sue classi come mezzo didattico per l'apprendimento della lingua. I risultati non sono sempre incoraggianti: per la maggioranza delle allieve un film è una pausa dall'assurda routine didattica, un modo di tornare alla "vitareale" che per loro è fuori dalle aule scolastiche. Guardare un film le fa uscire dalla dimensione della scuola per riportarle in quella domestica o comunque in uno spazio anche solo mentale dalle caratteristiche ludico-ricreative.

Non è questo lo spirito con cui invece la Miss intende far guardare un film, che dovrebbe essere uno stimolo al ragionamento in primis, e non secondariamente un modo per apprendere le frasi della lingua viva usate in un contesto "naturale" e non artefatto come quello di alcuni testi scolastici.

Guardare un film è stato anche occasione per un'utile riflessione sulla potenza (o meglio sarebbe dire il potere) della lingua nella formazione delle idee, o meglio nell'assassinio delle stesse e nella loro sostituzione con stereotipi, pregiudizij e luoghi comuni. Discutendo di un film che racconta la storia di un amore adolescente tra due ragazzi ("Beautiful thing" di Hetty Macdonald) Miss Brodie vede l'insensatezza di chiamarlo un film "gay" o a tematica gay: forse che quando si va a vedere "Romeo and Juliet" si precisa che si sta andando a uno spettacolo "eterosessuale" ? Eppure è facile anche per le persone più accorte e meno irreggimentate scadere nella faciloneria della frase fatta che così impercettibilmente e inevitabilmente diventa pensiero già fatto e dunque non-pensiero, un modo di rinunciare a ragionare con la propria testa per approdare a un qualcosa di necessariamente precario e mutevole come sono tutte le idee pensate e non già approvate.

Miss Brodie è presa dallo sconforto all'ideache molte delle ragazzine che subiscono le sue lezioni non impareranno mai a pensare con la propria testa, non saranno mai capaci di usare le capacità creative che una lingua madre mette a disposizione di tutti e tutte i/le suoi/sue figli/e. E forse invece di studiare tante lingue poco e male sarebbe meglio concentrare i propri sforzi sull'italiano e la filosofia come strumento per imparare a ragionare. Ma si sa che nelle commissioni di riforma scolastica la voce che conta è quella dei pedagogisti universitarij o dei burocrati del ministero, la cui conoscenza della scuola e dei suoi problemi risale alle loro esperienze di adolescenti.

Non insegnare a pensare significa produrre delle/i non-cittadine/i , persone incapaci di acribia là dove più conta: nell'urna elettorale. O forse è proprio questo l'obiettivo di una scuola parcheggio contenitore badante quale è quella che si sta formando o che già si è formata nel corso degli ultimi trent'anni.

Friday, May 19, 2006

cose che solo in Italia...

La Miss dovrebbe informarsi meglio sui trascorsi del neo-ministro all'Istruzione Giuseppe Fioroni, ma le è bastata l'infarinatura che il Corriere della Sera - che, sia detto per inciso, si sta rivelando sotto la direzione di Paolo Mieli un ottimo organo di commento e opinione, se non proprio di informazione - offre a pagina 11 dell'edizione di giovedì 18 maggio 2006. Si viene a scoprire che è stato uno dei più tenaci oppositori al referendum sulla legge 40 sulla procreazione assistita nonché intimo amico della opusdeiana Binetti; che la sua idea per aggirare il divieto costituzionale di finanziamenti alla scuola privata è quella di imporle gli stessi doveri della scuola pubblica; che è uno dei più giovani ministri (47 anni) anche se non lo dimostra; che è maestro della tekne politiké per cui quando le cose si stavano mettendo male per il candidato da lui sponsorizzato alle primarie per la carica di presidente regionale della Sicilia ha pensato bene di chiedere che le primarie stesse venissero rimandate a data da destinarsi. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Chi ha conosciuto il regime DC - e molte delle lettrici della Brodie sono troppo giovani per ricordarselo - non si stupirà di niente. A questo punto meglio sarebbe se il governo cadesse alla prima occasione, si andasse a nuove elezioni, la destra vincesse, e la sinistra imparasse la lezione e cogliesse l'opportunità per rinnovarsi come ragione comanda. Ma è una pia illusione, e la Miss non si fa illusioni. Moriremo dunque democristiani.

Tuesday, May 16, 2006

la storia si ripete

Ruth Kelly, cattolicissima ex-ministra britannica dell'istruzione, è stata messa sulla griglia durante un'intervista radiofonica mentre si appresta a prendere l'incarico di ministro per "l'eguaglianza e l'inclusione". La domanda che l'ha messa in imbarazzo e che il giornalista ha scelto espressamente era: "L'omosessualità è peccato ?". Una prima volta la Kelly ha evaso totalmente. La seconda volta, incalzata dal giornalista (uno vero, non come quelli finti italiani) della BBC, è stata nuovamente evasiva nascondendosi dietro una scusa ("non sta ai politici dare giudizi morali sulle persone").

Già li sente, la Brodie, 'ste masse di cattolici infilzati e di liberali dal cuor piangente, a gridare contro il politicamente corretto, e contro la congiura dei gay in tutti i posti che contano. O ancora, a ricordare le disavventure del povero Rocco (Buttiglione, così cutie, così endearing, quanto un cobra o una volpe tignosa, certo !), cacciato da Bruxelles da quelle frocie cattive e sadiche e prepotenti !

Allora vediamola da un altro punto di vista. Buttiglione era stato proposto dal governo italiano come candidato alla commissione per l'incarico della giustizia e della parità dei diritti. La Kelly dovrebbe essere il ministro per l'eguaglianza e l'inclusione. Entrambe le cariche presuppongono che ci sia qualcuno a darsi da fare per rendere la società meno diseguale e discriminatoria.

Ora, proporre un cattolico integralista che non fa mistero della propria fedeltà ai dettami della chiesa in materia di fede, morale e politica, o una cattolica nordirlandese tesserata dell'Opus Dei e che quindi si rimette in tutto e per tutto alle decisioni del magistero vaticano, a cariche in cui dovrebbero farsi promotori di battaglie che non incontrerebbero non il favore ma nemmeno l'approvazione delle gerarchie da cui dipendono per decidere che cosa è bene e che cosa è male, di che cosa un cattolico o una cattolica deve farsi promotore nella rispettiva sfera di competenza e anzi a maggior ragione laddove può più incisivamente e direttamente influire con il proprio operato proprio perché si trova in posizione di preminenza,, significa soltanto che si vuole mettere UN LUPO A GUARDIANO DEL GREGGE, UNA VOLPE A DIFESA DI UN POLLAJO.

Si chiamano l i b e r a l i, non dementi, o il Vaticano la pensa diversamente ? No, il Vaticano pensa di poter pisciare sulle scarpe degli altri e poi di poter dire, "uh, guarda, piove!".

kaddish per jennifer e il suo bambino mai nato

Miss Brodie è rimasta molto colpita dall'omicidio di una povera ragazza poco più che ventenne, incinta di 37 settimana e quindi prossima al parto, e non sa spiegarselo. Di solito gli avvenimenti di cronaca non la turbano più di tanto - non che sia insensibile o di ghiaccio - ma essendo una persona molto, forse troppo raziocinante e intellettuale (o dovrebbe dire intellettualistica ?) in genere è colpita più dai comportamenti irrazionali di chi si mette sul piedestallo a dirci come vivere che dai violenti sommovimenti da cui la zoocietà umana è scossa.

Questa volta però l'eco di quanto è successo alle porte di Venezia ha continuato a risuonare ininterrotta per tutto questo tempo. In primo luogo la Brodie non si dà pace che i varij difensori della vita, della famiglia, dei valori morali non si siano fatti sentire. Dopotutto l'omicida era un playboy di campagna regolarmente sposato (la Brodie immagina in chiesa, vista l'area geografica, ma non si può mai dire) e con prole (due), come si confà, statisticamente parlando, alla più parte dei seduttori nostrani. E invece Jennifer era non solo poco più che adolescente, ma anche non sposata e quel che è peggio, non nascondeva a nessuno la propria gravidanza frutto del peccato secondo una certa mentalità. In casa aveva preparato tutto il corredino per il nascituro, compresa la culla. La madre di Jennifer era non solo al corrente ma evidentemente approvava se così si può dire la scelta della figlia (e come non approvarla, se si ama la vita e la si difende coi fatti e non a parole ?).

Del padre di Jennifer Miss Brodie non ha trovato menzione nei dispacci da lei setacciati. Forse non c'è più (è morto o è scappato ? anche questo non deporrebbe a favore di Jennifer). E' spuntato solo uno strano riferimento a certi trascorsi poco chiari della madre e addirittura della nonna, la Miss non ha capito molto bene, ma sarà che certi riferimenti dei gazzettini provinciali sono espressioni in codice comprensibili solo tra compaesani.

Il fatto è che la famiglia è sulla bocca di tutti solo nelle chiacchiere di molti, troppi politicanti religiosi e non, che blaterano a vanvera di sacro, di difesa dei baluardi della civiltà e si dimenticano della carne e del sangue di persone che non sono mera iconostasi di valori totemici come loro vorrebbero farvi credere, ma gente in carne e ossa che soffre e gioisce, che vive, e che muore, a volte per mano di rappresentanti di quegli stessi valori tanto strombazzati.

E poi, tutti questi uomini, panzoni e non, spesso in gonnella, seduti su scranni parlamentari o su cattedre episcopali o comunque prelatizie, sempre pronti a dirci che cosa è il bene e che cosa il male, le donne le vedono o no ? O sono solo le immagini angelicate o le troje dei loro sogni erotici e quindi frutto di una in un senso o nell'altro perversa fantasia ?

E infine il fatto più raccapricciante, capace di rendere un crimine già tremendo ancora più tremendo. La Brodie si intende di diritto inglese e quindi qui può solo ipotizzare come stiano le cose in base alla legge italiana. L'assassino è accusato di semplice omicidio. Hevan, il feto di nove mesi, non conta come essere umano. La legge inglese stabilisce che avrebbe dovuto essere totalmente fuori dal corpo della madre perché si potesse accusare l'indagato di duplice omicidio. In questo caso la legge è veramente crudele. Miss Brodie conosce la ratio per questo, serve a non aggravare la posizione di un assassino inconsapevole della gravidanza della donna che ha ucciso (magari perché è ancora di poche settimane, o perché comunque non si vede, o perché in ogni caso il reo non conosceva la vittima). Ma nel caso specifico il reo confesso era anche l'ingravidatore di Jennifer, e, anzi non solo era consapevole, ma forse proprio l'imminente nascita è stato un ulteriore movente per togliere di mezzo l'imbarazzante testimone delle sue scorribande dongiovannesche. A maggior ragione dovrebbe costituire un'aggravante. Miss Brodie teme solo che, vista l'efferatezza del crimine, e considerato il fatto che è un uomo, sposato e con prole, si vedrà riconosciuta l'infermità o la semi-infermità mentale con i benefici della riduzione di pena. Un'altra vittima sacrificale sull'altare dei valori "sacri", un altro colpevole coi coglioni che la fa franca o quasi.

Che la terra ti sia leggera Jennifer, e anche a te, Hevan, che hai vissuto solo nel cuore e nel ventre di tua madre per tornare all'oscurità da cui venivi.

Saturday, May 13, 2006

le studente di Miss Brodie

Ultimamente hanno avuto accesso al ciberdiario brodiano alcune sue allieve in corso. Finora la Miss non ne aveva dato l'indirizzo se non a quelle che si erano diplomate e volevano mantenere dei contatti anche solo virtuali con la loro ormai ex-insegnante.

Le remore della Miss erano più psicopedagogiche che politiche: è importante in un rapporto tra docente e discente mantenere una certa distanza, anche solo formale, a fare da paletto di correttezza e di indipendenza da tutte e due le parti. E' troppo facile che, in un rapporto facilmente usurabile come quello che si istaura nell'ambito della scuola, le allieve inizino a percepire non solo le idee e le opinioni della loro insegnante ma anche i suoi atteggiamenti e le sue idiosincrasie come qualcosa di personale capace di incrinare quel rapporto di fiducia fondato sull'autonomia di giudizio e sul senso di professionalità docente che dovrebbe permettere a un essere umano - dunque fallibile - di giudicare e valutare le prestazioni scolastiche di un altro essere umano senza che questi debba ritenersi ogni volta alla sbarra di un tribunale. La Miss insiste spesso con le proprie allieve sul fatto che in discussione è la valutazione delle loro capacità, non delle loro personalità. Nei loro compiti e nelle loro esposizioni orali sono invitate a esprimere le loro opinioni con giudizio basandosi su dati di fatto e sull'uso della ragione, motivando anche le loro preferenze e gusti in ambito letterario (questo solo al triennio; al ginnasio devono invece imparare a ragionare e a trarre le debite conclusioni evitando di trascendere in discorsi da pescivendola).

Se poi a qualcuno passasse per la testa di accusare la miss di propaganda politica, si tranquillizzi: nel paesino in cui insegna, alle prossime elezioni amministrative si presentano non solo la sua preside, ma anche il collega di italiano e latino, la preside della ragioneria del paesino limitrofo, il preside dell'agrario e la vicepreside del professionale di fronte al liceo della brodie. Come se ciò non bastasse, la Brodie dovrebbe aggiungere che il sindaco uscente è il preside della succursale del suo liceo. E la Miss non è andata a spulciare le biografie della lista di opposizione. Era sufficientemente disgustata da una tale esibizione di partigianeria che ha pensato bene di fermarsi lì.

Tuttavia è stato con molta apprensione che la miss ha lasciato che si sapesse il nome del suo ciberdiario. Il modo in cui ciò è avvenuto ha avuto un che di deliziosamente brodiano: una studenta mentre ricercava su google materiale per la sua relazione di fine anno (assegnata dalla collega di italiano, sia ben chiaro) dando come parole chiave "potere e pazzia" si è imbattuta in "insegnaci ad amare la nostra pazzia". Funny, uh ? Messa di fronte all'evidenza, la Miss non ha voluto nascondersi ipocriticamente e ha ammesso la propria maternità ciberdiaristica. E' vero che precedentemente la Brodie aveva accondisceso a che un'altra allieva della stessa classe potesse leggere il suo testo sulle persone sole, ma solo dopo averne accortamente eliminato tutti i riferimenti internettistici che le avrebbero permesso di risalire all'indirizzo. Needless to say, la notizia si è sparsa tra le allieve delle varie classi e ora alcune hanno pensato bene di fare una visita e di rimanere shockate dalla sboccataggine brodiana.

Su questo ciberdiario la miss tratta in modo molto personale, come si confà a qualsiasi diario, di sesso, politica e religione. Questi sono argomenti che non si possono e non si devono trattare in classe anche se a ben vedere la letteratura, la storia, la filosofia e anche le scienze naturali altro non sono che l'espressioni di ciò che altri hanno elaborato proprio sugli stessi temi. Le allieve non sono stupide né stordite e si fanno le loro idee sulla persona e sul personaggio in cattedra davanti ai loro occhi, ma tutto resta sempre nell'ambito del non detto e del non espresso. Forse è bene così, c'è fin troppo partitismo in questo paese e gli animi si surriscaldano facilmente.

E' chiaro quindi che alcune delle allieve brodiane, che già sono consapevoli e dell'ateismo e dell'omosessualità della loro insegnante - entrambe dichiarate urbi et orbi nella scuola in cui opera - possano sentirsi ferite nelle loro sensibilità e nei loro sentimenti, soprattutto quando la miss si scatena su religione e politica, meno quando affronta temi letterarij. La miss non ha di che scusarsi, questo è il suo diario e se ha deciso di condividere alcune sue opinioni lo fa non per cercare lo scontro, né per ricevere plausi, ma solo perché qualcun altro come lei non si senta sola con le sue idee, radicali e estreme, e che hanno meno spazio sugli altri mezzi di comunicazione di pubblico accesso.

Il consiglio della Brodie alle sue allieve in disaccordo con le sue idee, e a tutte le altre persone che si sentono offese quando passano da queste bande è: don't. Non leggetela, non venite a trovarla, non cercate la provocazione. La miss è tranquilla per conto suo e sta bene anche sapendo che nessuno la legge. Come disse l'inimitabile Mae West a chi l'accusava di immoralità nel suo programma radio (erano gli anni '40 del Novecento): "they could have switched it off".

NB In ogni caso l'etichetta bloggheresca è che non si facciano nomi di persone viventi note e meno note a chi legge e a chi scrive, a meno che non siano personaggi pubblici, che non si usi il tu ma le formule di cortesia, che non si prendano le informazioni qui diffuse come argomento da trattare in classe o a tu per tu con la miss dentro o fuori la scuola. Non è un caso se tutte le missive della Brodie sono state scritte in terza persona fin dalla prima pagina del suo diario semi-pubblico. Se qualcuno non se ne è accorto o non vi ha dato peso è ora che cominci a riflettere invece di accusare o di sentirsi messo in causa da questi pensieri in libertà.

l'amore debole

La Miss non sapeva che ci fossero delle categorie dell'amore. Adesso l'ineffabile Papa Natzinger le fa sapere attraverso i giornali che i pacs, le unioni gay e le unioni di fatto non vanno bene perché sono "forme di unioni basate su un amore debole". Le altre stronzate che Sua Demenza ha fetidamente promanato dalle pontificie labbra e dalle cloache del suo pensiero non sono neanche degne di essere prese in considerazione da chiunque abbia vissuto sulla propria pelle le emozioni e il dolore di un compagno che non c'è più, di una compagna per la quale ha gioito e sofferto e vissuto e tremato e per i quali e le quali milioni di uomini e donne si spendono minuto dopo minuto e ora dopo ora come giorno dopo giorno da quando le scimmie antropomorfe hanno iniziato a provare sentimenti e su questo pianeta si sono trasformate in esseri umani. Qualcuno che ha fatto voto di castità è indegno di pronunciare la parola amore perché è un concetto che non deve sfiorarlo, perché parlando lo insozza, perché impalcandosi ridicolmente a giudice di che cosa è o non è amore può solo offendere tante e tante persone che già soffrono di loro e che non meritano di sentirsi infangate dalla putredine di un vizioso e perverso vecchiaccio ultrasettantenne che in tutta la sua vita non ha fatto altro che abbarbicarsi su uno scranno di potere perché quello era il suo modo di fottere, perché solo comandando riesce a procurarsi un orgasmo. E che orgasmo.

Credere Obbedire Combattere

E' questo il motto di ogni vero fedele. Non importa quale sia la sua fede, la sua parrocchia può benissimo essere un campo di calcio o una palestra, o una sede di partito come pure nessun luogo preciso se non un angolo del cervello dove si celebra il culto in qualcuno o qualcosa di extraterreno, un divo del cinema va altrettanto bene, in'icona della moda o delle lettere pure.

Certo poi ogni fedele ripete a chi è scettico su qualsiasi fede che no, che lui/lei sono cattolici/islamici/anglicani/buddisti/interisti/heideggeriani e ad libitum ma non per questo rinunciano a pensare con la loro testa. E meno male, o chissà in che razza di mondo ancor più diviso e sconvolto da guerre saremmo costrette a vivere. Ma la miss non ne è convinta, altrimenti non si capisce come mai tante persone apparentemente ragionevoli appena si parla di argomenti quali eutanasia, matrimoni per persone dello stesso sesso, riproduzione assistita e simili chiuda subito tutte le opzioni per la ragione e cominci a tirare in ballo argomenti da sacrestia fondati sulla FEDE, su DIO, sulla MORALE e su altri mantra a lettere majuscole troppo osceni per essere nominati qui.

La Miss è stata bombardata da sollecitazioni a scrivere sull'argomento dopo una lettura dei quotidiani in questi giorni. Stamane sul Times di Londra si legge che i rappresentanti delle tre maggiori religioni del Regno Unito, l'Arcivescovo anglicano di Canterbury, l'Arcivescovo cattolico di westminster e il Rabbino Capo di Gran Bretagna e del Commonwealth Britannico, hanno scritto una lettera congiunta in cui scongiurano il Parlamento di non approvare la legge sulla morte assistita attualmente in discussione alla Camera dei Pari.

Adesso, a parte il fatto che su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti i cattolici praticanti nel Regno Unito sono meno di due milioni, gli anglicani praticanti meno di un milione, gli ebrei britannici in tutto meno di 300,000 e meno di centomila quelli che frequentano una qualsiasi sinagoga al sabato e alle feste comandate, ci si chiede sulla base di quale autorevolezza questi tizi (sempre uomini eh, mai una donna in mezzo a loro, chissà come mai, mah, le fedeli delle tre fedi menzionate se lo pongono questo quesito di tanto in tanto sì o no ?) debbano parlare a nome di non si sa bene quante/i cittadine/i che loro reclamano quali pecorelle delle loro greggi per esprimere il loro parere su una legge che deve essere discussa dai rappresentati della cittadinanza regolarmente eletti (Camera dei Comuni) e non altrettanto regolarmente nominati (Camera dei Pari, in cui siedono ben 24 vescovi anglicani e un ex-rabbino capo).

L'appello che fanno è basato sul concetto che "la vita è sacra e dono di Dio e ha un valore insito in se stessa". Ora la Brodie tiene alla vita e la ama con passione, così come molte altre persone. Non sa dire se sia un dono di Dio e se qualcuno la ritiene tale non ci vede nulla di male sempre che questi non inizino a dire alla Brodie stessa come deve vivere la sua di vita. Tuttavia, come mai questi tre figuri non hanno mai fatto una dichiarazione congiunta sui campi di lavoro (è un eufemismo) della CINA ? Sull'occupazione del Tibet ? Sulle condizioni disumane e di non-vita delle carceri, in Italia come nel resto del mondo ? A quando una bella dichiarazione congiunta sulle donne che continuano a morire a causa delle percosse, dei maltrattamenti, delle violenze in famiglia e fuori al ritmo di circa una al minuto ? Non è vita quella ? Non è vita degna di un grido dalle più alte autorità religiose ?

Ma con che faccia potrebbe mai rispondere a questa interpellanza un rappresentante di una religione (il Rabbino Capo Jonathan Sacks, che la Miss conobbe di persona visto quando era cappellano ebreo dell'Università dove la Miss studiava) in cui la prima preghiera del mattino fa recitare agli uomini "Ti ringrazio Signore Dio nostro Re del mondo per non avermi creato donna" e alle donne "Ti ringrazio Signore Dio nostro Re del mondo per avermi creato secondo la Tua volontà " ? O un rappresentante dell'ipocrita Comunione Anglicana dove è permesso alle parrocchie stesse decidere se accettare una donna-prete (sì, non lo sapevate ? i parrocchiani e le parrocchiane devono dare la propria approvazione sul genere del nuovo parroco) ? E che dire del rappresentante dei papisti, per il quale il mistero dello consacrazione presbiteriale impone semplicemente le qualità di "vir et baptizatus" ? In teoria anche il primo criminale, purché abbia i coglioni, potrebbe essere ordinato, una donna, per quanto virtuosa e per quanto si senta chiamata all'annuncio evangelico, no, lei mai, le ovaje sono un impedimento, o forse l'utero, chissà.

Il fatto che deve essere sotto gli occhi di tutti è che fin quando la scienza era solo questione di annunci e teorie e congressi la religione poteva sempre ridicolizzarla e fare finta che non ci fosse. Ora però che la scienza si trasforma in tecnologia con effetti immediati e inarrestabili le Chiese gridano al lupo al lupo perché temono sfregi alla sacralità della vita. Ciò che esse in realtà temono è un rivale di potere, un rivale ben più pericoloso per il loro potere di qualsiasi altro ciarlatano come loro ma senza le loro strutture, i loro soldi e il loro radicamento nel tessuto sociale (Scientology e tutti gli altri). La tecnologia ha ormai da tempo permesso a molti uomini e a molte donne di liberarsi dai totem e dai tabù religiosi (per cadere sotto l'influsso di altri, certo) è questo che non sta bene a nessuna chiesa.

In Olanda o in altri paesi dove le chiese non hanno un così forte potere mediatico perché i cittadini e le cittadine sono ben consapevoli dei loro diritti e li reclamano ogni volta che qualcuno si permette di voler passare sopra le loro teste, la Chiesa o le chiese protestano molto debolmente. Sanno che la loro voce non ha alcuna influenza in una società dove le leggi si discutono in parlamento non per rappresentare la visione maggioritaria della società, che può anche esistere ma che non è degna per il solo fatto di essere maggioritaria di godere di maggior rispetto o addirittura di autorità. No, le leggi si fanno per garantire i diritti di tutte le cittadine, senza eccezione alcuna, anzi a maggior ragione lo Stato si fa garante delle minoranze e dei loro diritti che sono più difficilmente difendibili di fronte alle ingerenze dei poteri forti costituiti. Le leggi servono a permettere a un numero anche piccolo di persone di sentirsi cittadine. I provvedimenti che non piacciono alla maggioranza non intaccano i diritti di quella maggioranza, che può benissimo non avvalersene, e infatti non se ne avvale. Solo qualcuno che ha molta pratica di DEMAGOGIA, INTIMIDAZIONE e REPRESSIONE, come tutte le chiese - e sono duemila anni che gli uomini e le donne ragionevoli devono sopportarle e non se ne può più, che ci tolgano i piedi dal collo - non vede l'ipocrisia e l'imposizione di chi dice che una cosa non si deve fare perché a lui non sta bene. Il divorzio non è imposto a nessuna coppia cattolica fedele che decide di vivere secondo le regole del papa, l'aborto non è imposto a nessuna ragazza cattolica fedele, magari stuprata o vittima dell'incesto familiare, che accetta di portare a termine la gravidanza, permettere a uomini e donne omosessuali di contrarre lo stesso matrimonio con chi amano loro come è diritto di ogni cittadino e cittadina non impedisce a nessun altro uomo di sposarsi con la donna che accetta la sua proposta. Chiunque non la pensi così ne ha ben diritto ma sappia che non è ragionevole. E se la ragione può stare fuori dalle chiese la ragione deve invece imporsi nelle aule dei parlamenti. A che servono le leggi se non a tutelare i diritti e a renderli effettivamente fruibili ?

Il più bel campionato del mondo

Chi crea idoli e dèi è destinato a vederli crollare in terra. Peccato non gli caschino in testa, sarebbe la volta buona per fer mettere in movimento i neuroni pigri e scatenarli a pensare invece che a credere.

Friday, May 12, 2006

Una Repubblica laica fondata sulla libertà

E' il paese in cui piacerebbe di vivere alla Miss. Un paese cioè dove ciascuno è libero di pensare e di agire come meglio crede all'interno di confini certi su ciò che è lecito e ciò che non lo è. Un paese dove la autorità vigilano affinché gli interessi dei singoli non confliggano con quelli della collettività ma anche dove i poteri forti delle idee più diffuse e preconfezionate non prevalgano sul diritto dell'individuo non solo a dissentire e a diffondere il proprio dissenso ma anzi a vedere le proprie scelte di vita tutelate e rispettate senza che essere debbano essere oggetto dell'approvazione di chicchessia.

E invece si trova in un paese in cui al Presidente neo-eletto il Papa augura di lavorare "nel solco dei valori cristiani". I quali valori possono anche essere ottimi e condivisibili, ma vi immaginate che cosa avrebbe detto il Costruttore di Ponti (e in effetti gli interessi immobiliari dellaChiesa Romana sono estesissimi e di una voracità inimmaginabile, d'altronde con siffatto titolo...) se, appena eletto, il Presidente della Repubblica Italiana gli avesse detto "Le auguro di lavorare nel solco dei valori laici" o per un comunista, "Le auguro, Santità, di ispirarsi ai sani valori marxisti del buon vecchio Stalin" ? Ma possibile che il Trasteverino non abbia il senso del ridicolo e il Quirinalesco inquilino un po' di amor proprio ?

Certo che è possibile, se analizziamo la religione come fenomeno antropologico basato sui concetti di totem e tabù. Col totem ti ipnotizza e ti dice di prostrarti, con i tabù ti dice che cosa devi e non devi fare per mettertelo ben bene dentro, e se tu dici che ti fa male ti dice di stare zitto, che lo fa per il tuo bene. Una riprova del sostanziale autoritarismo del pensiero religioso la si ha nelle lettera della neo-brigatista rossa Lioce a una sua collega pentita e poi ex-pentita che chiedeva di essere riammessa al culto e alla comunione dei sacramenti della fede brigatista proletaria. Lioce dice alla fedifraga che non ha il diritto di chiedere un confronto sulle sue posizioni e che al massimo può essere compresa e perdonata ma deve riconoscere i proprij errori.

Vi ricorda qualcosa ? Alla Brodie sì. Per questo è stato per lei molto interessante seguire un dibattito tra Paolo Flores D'Arcais, rappresentante di una sedicente posizione intellettuale di sinistra e il cardinale di Santa Romana Chiesa Monsignor Angelo Scola. A conclusione di un intervento in cui ha veramente discusso del nulla teologico che si ammanta di pseudofondamenti filosofici e posizioni "assiologiche", le sue parole sono state chiare e per niente sorprendenti. Qualsiasi diritto di un individuo, ha detto, è di per sé contrario agli interessi della collettività se non è suffragato da un movimento più largo (facendo sottintendere ma non dichiarando esplicitamente, "maggioritario") . Dunque la Chiesa non impone niente, essa propone semplicemente alle forze politiche il suo pensiero, dopodiché sono esse che, in forza del loro essere state elette dal p o p o l o, decideranno se e come implementarle nel loro programma.

E' avvilente vedere come dopo un pajo di secoli dall'abolizione del Tribunale della Santa Inquisizione il pensiero inquisitoriale resti sempre lo stesso. E' interessante però rilevare come esso sia comune a qualsiasi chiesa, fede o credo, siano essi il cattolicesimo o il protestantesimo evangelico dei "born-again", gli ebrei ultraortodossi o i neobrigatisti alla Lioce, i fedeli del buddismo Soka Gakkai o i praticanti il tai chi, o i fanatici dello yoga o della palestra. In tutti i casi si tratta sempre dello stesso pensiero fascista che vuole escludere chi non la pensa allo stesso modo, o meglio, vuole neutralizzarlo, renderlo inerte. Se ricordate la Chiesa non è intervenuta nella politica italiana quando ha dato in ogni parrocchia le indicazioni di astenersi sul referundum sulla procreazione assistita. Essa ha semplicemente espresso la propria posizione e ha lasciato poi fare tutto al famigerato "braccio secolare". Non prima di averlo ben foraggiato con i fondi dell'8 per mille che la vituperata repubblica le passa, certo.

La Miss vi risparmia poi le considerazioni sui tatticismi per l'elezione del presidente della Repubblica, o sul fatto che entrambi i presidenti delle camere siano due ex-sindacalisti. Vuole però rinfrescare la memoria a qualche sbadata che magari ha letto sui giornali della richiesta di qualcuno di ripristinare la parola "pubblica" nella dizione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Se ve ne siete dimenticate, ciò avvenne durante il primo governo del centrosinistra, quando era ministro un certo Berlinguer, non durante l'era Moratti. E se qualcuno se ne fosse dimenticato, il motivo non era peregrino: è stata una mossa per aggirare il divieto costituzionale di sovvenzionare le scuole private. Dicendo che non solo la scuola statale era pubblica ma che tutte le scuole aperte al pubblico lo erano si è permesso diabolicamente di dirottare fondi a istituzioni che la Costituzione espressamente indicava come non sovvenzionabili dal pubblico erario. Era pure lo stesso ministro che aprì la strada alle assunzioni in ruolo di insegnanti di religione cattolica senza pubblico concorso, in barba a un'altra norma costituzionale che lo prevede sempre e comunque per ogni pubblico ufficiale. L'aggettivo per descrivere tutto ciò, in tutte le lingue del mondo è machiavellico.

Altro che Repubblica laica, questo paese è uno stato in ginocchio fondato sull'illegalità. Alla faccia di qualsiasi costituzione.

Miss Brodie's Blog Etiquette

Nei commenti a qualcuna delle missive precedenti c'è stata un po' di maretta. Qualcuno che si è sentito offeso nei proprij sentimenti, e che ha provato sdegno nei confronti del modo in cui alcuni degli interlocutori della Miss si rivolgono a lei, ha pensato bene di esprimere non solo la propria contrarietà alle idee contrabbandate da questo ciberdiario ma addirittura il proprio ribrezzo.

E' chiaro che una delle funzioni di un diario sulla rete è certamente quella di stimolare il confronto delle idee e lo scambio di opinioni. E' ragionevole che non tutti/e condividano la visione del mondo espressa dalla Brodie, e visto che hanno l'opportunità di esprimersi, possono farlo anche se le loro visioni non coincidono. Detto questo, un diario, per quanto in rete, resta sempre una scrittura privata che l'autore ha deciso di rendere di pubblico dominio, non un servizio pubblico come potrebbe essere la RAI (e non è). L'autrice usa questo strumento per parlare al mondo ma senza farsi condizionare né da esso né da ipocrisie o falsi moralismi.

Bisogna anche ricordare che in alcuni casi le bloggeriste non permettono di lasciare commenti, vogliono solo stimolare le idee e creare le condizioni per un pensiero critico. Qualche altro bloggerista è stato costretto a togliere la pagina dei commenti proprio perché perseguitato da infelici commentatori che non avevano meglio da fare che scaricare tutta la loro merda sul malcapitato a ogni ora del dì o della notte.

La Miss ha molta comprensione per queste persone, soprattutto quelle che non vanno in giro per la blogosfera a fare i proprij bisogni nei blog altrui per professione ma che lo fanno per inesperienza o ingenuità. Anzi, è la prima a voler confessare che all'inizio delle sue avventura nella blogosfera, lei stessa si è comportata così in un pajo di occasioni. Chiede umilmente venia qui e ora ai malcapitati. Aveva letto delle frasi assai misogine e non si era trattenuta dall'esternare il proprio sdegno. Solo dopo ha capito che al massimo si può esprimere disappunto o disaccordo con le idee che non si condividono, non sdegno: è questo il bello della libertà di espressione.

Miss Brodie è sempre stata del parere, lei ebrea, che i neonazisti abbiano tutto il diritto di esprimere le loro esecrabili opinioni e le loro odiose idee razziste, purché certo non trascendano nell'incitamento alla violenza, che è sempre non solo riprovevole ma criminale e penalmente perseguibile. Tuttavia, visto che ha posizioni contrarie e opposte alle succitate, la Brodie non passa il suo tempo a saltellare da un sito nazista a uno di croci celtiche e via via di orrore in orrore, per lasciare commenti sulle esecrande opinioni ivi esposte o esaltate. Che senso avrebbe ? Non sarebbe un passatempo da psicolabili ?

Dunque, il ciberdiario di Miss Brodie ha delle posizioni molto nette e chiaramente espresse. Sono idee a favore del libero pensiero e del razionalismo e contro la Chiesa Cattolica e le religioni tout court. Non fanno sconti neanche ai politici del partito per il quale la Miss ha votato e fa il tifo. Non si nascondono dietro alibi intellettuali o moralistici. A qualcuno non fanno piacere, anzi qualcun altro le trova a dir poco odiose. Miss Brodie non se la prende, è da tanto tempo che non cerca più l'approvazione altrui. Però, perché non fate come la Brodie ? Anche lei, dopo essersi stufata di lasciare commenti negativi sui diarij dei bloggeristi che le facevano fremere il sangue di sdegno ha deciso di aprire il suo e di vedere se riusciva a incontrare altri spiriti affini con cui scambiare opinioni in fraterna concordanza o in allegro disaccordo. Finora è stata un'impresa abbastanza riuscita: per favore non rovinatele la festa, join the club e diventate bloggeriste anche voi !

Monday, May 08, 2006

Perché il Pride ? E perché Gay ?

Anche quest'anno si svolgerà - il 17 giugno a Torino per chi non lo sapesse - l'ennesima manifestazione per celebrare la bellezza della diversità e l'orgoglio di chi non si nasconde ma annuncia alla luce del sole che non è obbrobrioso per un uomo amare un altro uomo, una donna un'altra donna e così con tutte le combinazioni di cui la natura umana è capace.

Tutti gli anni la Miss si propone di non andare più in piazza a gridare alla gente che non è una degenerata, né un'anormale, e per quanto anomala nel suo orientamente sessuale (ma quanto anomala poi ? se lo chiedete agli antropologi vi diranno che l'unico comportamento anormale è quello di cui nessun essere umano è capace) è una cittadina come tutti gli altri contribuenti e non desidera altro che esercitare gli stessi diritti di tutti gli altri. Non chiede né di essere accettata, né di essere compresa, né di essere compatita: è viva e allegra nella sua non-normalità e ben contenta di esserlo, e non la cambierebbe mai e poi mai con una sedicente "normalità" che è poi sono un fatto di statistica.

E invece anche quest'anno le tocca andare, perché una volta è il Vaticano che non vuole che si faccia a Roma, un'altra è la sindachessa di Milano che chiede una deviazione, ora è il vicesindaco di Torino che vuole togliere il patrocinio a suo tempo concesso dal Comune e che ammette sì il raduno in un'area periferica, ma chiede che sia vietata la manifestazione per le vie del centro città. Un vicesindaco, sia detto per inciso, del centrosinistra, non di Alleanza nazionale.

Gli anni in fiore della Signorina Brodie

La Miss ha fatto shiva per Muriel e ha quindi cercato di mantenere un basso profilo, sulla rete come in VITAREALE(TM). Forse vale la pena però di ricordare chi è stata Muriel Spark e quanto importante sia per Miss Brodie, al punto da portarla a usare il nome della sua eroina per antonomasia come suo eteronimo.

Per gli aspetti biografici le lettrici possono consultare il sito della National Library of Scotland che trovano come rimando elettronico in fondo alla lista del Brodie's Set in questo stesso ciberdiario.

Dal punto di vista letterario Spark nasce nei primi anni '50 quando vince un concorso per un racconto e il relativo premio in denaro dell' Observer, il domenicale dell'elite intellettuale britannica. La notorietà le permette di farsi conoscere dall'editoria importante, anche se il primo romanzo, The Comforters, pubblicato nel 1957, non le porta né il successo immediato, né, soprattutto, la salva dalla penuria. Inizia a farsi conoscere però nel mondo delle lettere che conta, e alcuni autori affermati vengono in suo soccorso. E' in nello stesso periodo del suo difficile esordio letterario che viene ricevuta in seno alla Chiesa Cattolica, lei che non aveva ricevuto un'educazione religiosa. Il padre, ebreo, e la madre, anglicana, erano agnostici tolleranti.

Il primo grande successo le arride con The Prime of Miss Jean Brodie, pubblicato per la prima volta nel 1961 come numero del settimanale americano The New Yorker, un onore che Spark ha condiviso con pochissimi altri autori. Il romanzo riscuote immediatamente un grande successo e un riconoscimento letterario e economico straordinario per l'epoca. La Gran Bretagna ha da poco eliminato il razionamento dei viveri (1957) e lo stile di vita della maggioranza della popolazione è ancora sobrio per non dire da indigenti. Il settimanale americano le offre un appartamento in cui scrivere con tranquillità le successive opere, un lusso che permette finalmente a Spark di dire addio alle ristrettezze economiche: non si volterà più indietro. Gli eventi che la vedono emergere dalle difficoltà al successo fanno da sfondo al romanzo biografico A far cry from Kensington.
Il romanzo riceve ulteriore notorietà nel 1966, quando il suo adattamento cinematografico vale a Maggie Smith, eponima eroina nel film, un premio Oscar come migliore attrice protagonista.

La Miss che vi scrive aveva 12 anni quando vide il film per la prima volta: crede di essere rimasta folgorata dalla figura passionale di questa insegnante appassionata dal suo lavoro e dall'amore per la vita. Poi è andata a cercare il romanzo in biblioteca e da allora lo ha letto più volte, e tuttora lo rilegge circa una volta all'anno senza stancarsene mai. Chissà, forse è stato quello il momento in cui ha sentito quell'affinità per l'insegnamento che tuttora l'affligge, ma non ne è sicura. Per alcuni insegnanti il desiderio di raccontare agli altri quello che hanno imparato è una seconda natura ineludibile e ineluttabile che li porta a tediare i poveracci che capitano loro a tiro.

Jean Brodie è un'insegnante formidabile, come tutte le vere insegnanti (non chi questo lavoro lo fa per ripiego o per disperazione) non insegna niente di particolare, cerca invece di tirare fuori dalle sue allieve tutto il buono che c'è in loro per ajutarle a sviluppare un talento che le renda uniche e memorabili. La sua preparazione, per quanto buona, non è quasi mai accurata, i dettagli li lascia alle povere di spirito, tutta presa com'è dall'imperativo di aprire gli occhi delle sue allieve alla bellezza del mondo intorno a loro senza soffocarle nell'abbraccio mostruoso dell'erudizione scolastica o di un arido enciclopedismo.

La disciplina in cui crede Jean Brodie è l'autodisciplina, non una rigida irrigimentazione di alunne anonime e indistinguibili. Tratta le proprie allieve non come delle bambine minorate, che sarebbe un insulto, né come degli adulti. ché non lo sono ancora, bensì come delle p e r s o n e, che è forse la cosa più difficile da fare a questa età e in un contesto scolastico che vede le allieve schizofrenicamente divise tra la tutela parentale - assente - e la fallace tutela docente - indifferente.

Tutte le allieve brodiane sono immancabilmente segnate - nel bene e nel male, occorre dirlo - dal carisma di Jean Brodie. La forza di una personalità, esuberante, travolgente, sconvolgente, non è necessariamente negativa se serve a far reagire le persone con cui viene a contatto, se le scuote dal torpore fisico e intellettuale che così spesso caratterizza le aule scolastiche. A molti, però, fautori dell' ordine, dello status quo, dei pensieri già fatti da inserire in docili testoline, questo modo di insegnare, che è poi un modo di portare una ventata di vita viva e vera nell'aria stagnante delle aule, non può andare bene. Non sia mai che qualcuno si permetta di mettere in discussione, sia pure in maniera idiosincratica, l'ordine costituito delle certezze sempiterne con cui farcire le menti anocra vergini delle fanciulle. Questo non sta bene e una simile insegnante deve essere annichilita e resa non solo docile, ma "innocua".

E' destino di ogni insegnante essere traditi, e Jean Brodie non sfugge a un simile fato. E' inevitabile perché è nella natura di ogni insegnante di essere un nano che indica la strada a giganti che arriveranno dove lei non è mai arrivata e mai arriverà. E' destino di ogni insegnante che si rispetti di essere dileggiata e dilaniata se decide di fare il proprio mestiere di in-segnare, di lasciare cioè un segno nel cuore e nelle menti delle proprie allieve, invece di rassegnarsi a tras-mettere qualche banale nozione, proprio come potrebbe fare un qualsiasi televisore.