insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Wednesday, August 30, 2006

Tempo di bilanci

La fine dell'estate si avvicina per chi, come la Brodie, è abituata a contare gli anni a partire dall'inizio dell'anno scolastico e non di quello civile. Oggi è una mattina di quelle rare a Milano, il vento del nord (se la Miss non si inganna dovrebbe essere la tramontana) ha spazzato via tutte le nubi e oltre ad aver rinfrescato l'aria ha lasciato il cielo di un azzurro intenso e cristallino come raramente si ha la grazia di poter ammirare. Non tutti i milanesi sono tornati in città e il traffico, pur essendo pesante, non è ancora ai livelli micidiali della città al completo, e forse questo clima insolito induce la Miss a considerazioni non proprio usuali.

Dopodomani la Miss torna al lavoro, e risparmiatevi i commenti superflui sulle lunghe vacanze degli insegnanti: Miss Brodie ha già detto che è disposta a insegnare undici mesi all'anno. Ci sono studenti disposti a venire a scuola 300 giorni su 365 ? La Miss crede di no, e crede che non siano d'accordo nemmeno i loro genitori, alcuni dei quali vedono nella scuola una specie di servizio di babysitteraggio a buon mercato fornito dallo Stato. La Miss vorrebbe ricordare che ha fatto un concorso per l'insegnamento, non per la badanteria.

Le lezioni inizieranno solo l'undici settembre in Lombardia (in altre regioni della Repubblica ancora più tardi) e per i prossimi giorni la Miss dovrà sorbirsi riunioni di carattere burocratico che nulla hanno a che vedere con l'insegnamento ma solo con l'organizzazione di un'elefantiaca istituzione centralizzata e gerarchica. Gli insegnanti sono i fanti dell'istruzione, rispondono ai tenenti-colonnelli (che il più delle volte si credono generali, anche se non lo sono e fanno finta di non saperlo) i quali a loro volta dipendono dai generali di brigata dei CSA (un tempo chiamati con splendida terminologia napoleonica "provveditorati agli studj"). Su tutti sta il generale capo d'armata signor Ministro, in un palazzone a Trastevere che i romani chiamano familiarmente "er palazzaccio", uno dei più imponenti edifici ministeriali che alberghino personale della pubblica amministrazione. Nei suoi sotterranei - circola la voce, anche se la Miss non vi ha mai messo piede - si tiene tutti i un giorni un vero e proprio bazar da far invidia al mercato di Porta Portese: dipendenti amministrativi, insegnanti, precarij e forse altri ancora che con il Ministero dell'Istruzione nulla hanno a che fare, vi convergono per vendervi le loro merci, soprattutto indumenti (forse è questo il modo in cui le insegnanti si sbarazzano di abiti che hanno acquistato e mai indossato ?) e bigiotteria. Si sa, l'anima di Roma è levantina, e questo istinto mercantile è insopprimibile. Altra cosa è il ministero dell' Education Nationale a Parigi, Quai de Grenelle, col suo volto austero e severo quanto il vicino edificio delle finanze, dove ligi e compìti impiegati (la maggioranza donne) entrano e escono con l'aria di chi è tutto preso della sua importanza, quasi consapevole di svolgere una liturgia civica di cui è il solo depositario per quanto laico. La Miss ne sa qualcosa, visto che solo l'altr'anno faceva anche lei parte delle schiere degli insegnanti della République, e questo senso quasi religioso del servizio pubblico le si era trasmesso in maniera contagiosa.

Detto questo, Miss Brodie non può sopprimere il senso del suo dovere professionale e attende con impazienza non tanto la prima riunione (un collegio docenti dove le insegnanti fanno a gara nel mostrare la tintarella più scura mentre si raccontano gli episodi più nojosi o più divertenti delle loro lunghe ferie trascorse perlopiù nelle loro proprietà al mare o in montagna e spesso in tutte e due i luoghi quando non c'è anche un viaggio cultural-sessual- turistico da qualche altra parte, possibilmente esotico e/o alternativo) quanto l'inizio delle lezioni. Questa potrebbe sembrare una cosa positiva in sé, ma non lo è. Miss Brodie si sente viva solo quando è in classe a far lezione. Non è l'unica insegnante a provare questa sensazione, ma è una delle poche. Per molti insegnanti (nessuna intenzione di accusa: può darsi che un giorno anche la Miss arriverà a fare lo stesso e a vivere il suo mestiere in un altro modo) entare in aula è una routine se non addirittura una schiavitù, una corvée per poter ricevere lo stipendio a fine mese. La corvée può essere anche piacevole, in sé, se gli studenti non sono scalmanati e/o esigenti, se magari la lezione non viene preparata da decenni e da altrettanti decenni la si improvvisa alla bell'e meglio, se ci sono pochi o punto compiti da correggere. Per carità, in questo gli insegnanti non si distinguono dalla maggioranza di qualsiasi lavoratore che non sia un artista o un imprenditore, o qualcuno che deve gestire un potere su altre persone. Per tutti il lavoro è più o meno una forma di servitù spesso senza senso cui sottomettersi perché non si ha la fortuna di poter vivere di rendita.

Sotto sotto anche la Brodie vorrebbe essere così. Perché sente di esistere solo quando insegna e in quanto insegnante, cioè non in quanto persona, come sarebbe logico e ragionevole, e soprattutto piacevole e umano. La sua sfera sociale è molto circonscritta, e in questi giorni di fine canicola, si chiedeva appunto perché. Si chiedeva perché non è stata in grado di instaurare né una rete di relazioni amicali ricca e variegata che le faccia da sostegno in ogni sorta di occasione, anche pratica (le amicizie servono soprattutto a questo, no ?) né una relazione con qualcuno di speciale, quella che prevede "two featherless bipeds in desperate congress"(Quentin Crisp) in un legame più o meno stabile che può anche risolversi di volta in volta se se ne presenta la necessità o l'occasione con la clausola, non scritta ma sempre ben presente nella testa di chi lascia l'amante del momento, che qualcuno lo si trova sempre e comunque e che il cambiamento sarà, ovviamente, in meglio.

La risposta che si è data è proprio questa, che per lei le relazioni si riducono il più delle volte se non sempre, in un rapporto docente-discente, o come lei preferisce dire, maestro-allievo. Questo può anche renderla un'ottima insegnante, ma sicuramente non fa di lei un buon essere umano, completo, equilibrato, ragionevole. Questo spiega anche perché alla sua età continua a leggere e a studiare, due attività che le persone con i suoi anni hanno abbandonato da tempo se non o come diversivo o come mezzo per procurarsi ulteriori titoli e quindi in vista di un miglioramento della loro posizione professionale, non certo per amore di studio e di sapienza disinteressata e senza fine ultimo.

Dunque, per concludere, quando la gente e in particolare i genitori si lamentano di certi o di molti insegnanti farebbero bene a considerare che essi non sono né migliori né peggiori mediamente di qualsiasia altra categoria professionale, dai fruttivendoli ai carrozzieri, dai medici ai postini, dai macellai agli albergatori. E se invece sono assai superiori alla media, vuol dire che c'è qualcosa di profondamente squilibrato nella loro personalità, qualcosa che sicuramente li rende meno "normali" e in un certo senso meno umani (e il referimento qui non è certo a quegli insegnanti pazzi e/o dispotici che allignano tra le fila della professione docente), qualcuno che non è certo un buon esempio per i loro figlioli, qualcuno che si può, al limite, ammirare ma che è sicuramente non da imitare.

Saturday, August 26, 2006

Today Miss brodie is officially old

Oggi per regalo vorrei:

Una carezza,
che mi faccia un poco di coraggio.
Un abbraccio,
che mi protegga dal freddo in fondo al cuore.
Un sogno,
per svegliarmi con un sorriso che non sia finto.
Una parola,
che mi ajuti a trovare risposte.
Un sorriso,
per poterlo ricambiare.
Un segreto,
per poterlo custodire.
Una paura,
per poterla superare.
Un pianto,
per poterlo calmare.
Un bacio,
per continuare a sentirmi vivo.

Monday, August 21, 2006

miss brodie is back

Miss Brodie è stata via: non che si sia veramente riposata - ma forse qualcuno che ce l'ha a morte con gli orarij di lavoro degli insegnanti dirà che non ne aveva bisogno - ma le ha fatto bene stare lontano da casa e da un punto internet. Prima o poi racconterà anche che cosa ha visto, ma non si tratterà di un reportage turistico quanto di un resoconto degli aperçus che le se si sono spalancati durante il suo soggiorno.

Tornando invece alle cose di casa, oggi stesso la Miss ha avuto un'esperienza che non si aspettava. Mentre ascoltava l'unica radio che ascolta a parte la BBC, l'ineguagliabile Radio Radicale, si è imbattuta su un servizio dal Meeting di Rimini, la convention di Confusione e Disperazione, il cui tema era PACS e Famiglia, seguito poco dopo da una "chiacchierata" sulla pillola abortiva RU486, condotta con una partigianeria e una piaggeria verso il moderatore che dapprima ha stupito la Brodie, ma visto che si trattava di Carlo whatshisname, l'anima bella di CL lo stupore brodiano si è subito dissipato.

Il primo incontro atema ha visto Paola Binetti (Opus Dei) parlamentare della Margherita, Luca Volonté, parlamentare UDC, e una rappresentante della Consulta della Famiglia spagnola intervenire in difesa della famiglia, appunto. Moderatore era la presidente del Sindacato della Famiglia italiano, organizzazione di cui la Miss aveva solo vagamente sentito parlare ma che si è dotata di un titolo improprio, se si considera che un sindacato si costituisce di solito per salvaguardare gli interessi dei lavoratori dipendenti (la Confederazione degli Industriali non si chiama sindacato, e nemmeno i commercianti si tutelano con questo strumento, comunque sullo stupro della lingua italiana la Brodie si è già dilungata altrove).

Miss Brodie vuole limitarsi solo a qualche considerazione impressionistica che le ha provocato l'ascolto di opinioni che chiaramente non condivide ma che non per questo sono da banalizzare. O meglio, se si parte dall'intervento di Luca Volonté si può tranquillamente liquidarlo in poche righe: a parte l'assenza di padronanza della lingua, l'assenza di idee brillanti, ponderate e che si convengono a una persona della sua età e della sua posizione, l'assenza di una capacità di analisi della questione all'ordine del giorno, che cosa si può dire sulla cialtroneria dell'onorevole ? Certo una grande invettiva, la verve di chi deve avere anni di arringhe da capopolo alle spalle, una bella voce. Ma quanto a idee e a capacità di riflettere e far riflettere, niente, l'ombra del niente.

L'onorevole Binetti invece è una persona intelligente e colta, e che si era preparata prima di intervenire, non per parlare a vanvera come Volonté ma per portare avanti un punto di vista che si presenta come razionale e magari, a prima vista, ragionevole.

La prima impressione che si ha ascoltando le sue parole è che non sta tanto difendendo qualcosa come pretende ma attaccando qualcosa d'altro che le fa molta paura. Nel suo intervento dice che non prova angoscia di fronte all'omosessualità degli individui ma prova sì angoscia di fronte a una società che sembra accettarli come parte integrante del suo corpo sociale. I PACS sono inaccettabili per questa socia dell'Opus Dei perché pretenderebbero di essere quello che non sono, perché darebbero legittimità a qualcosa che non deve avere legittimità, né sociale né tantomeno politica e legislativa. Se due persone decidono di vivere insieme e di tutelare i proprij diritti come coppia senza avvalersi del matrimonio è perché non vogliono sottomettersi ai doveri che da esso scaturiscono, vogliono sottrarsi al giogo matrimoniale (questo è il significato etimologico del termine coniugio su cui Paola Binetti ha tanto insistito nel suo intervento).

Il matrimonio sembra avere per l'onorevole - lei stessa non è sposata e vive, si presume felicemente, da singola, forse in una comunità dell'Opus Dei, visto che è membro consacrato della prelatura personale pontificia - una capacità, non si sa se magica o apotropaica ma fa lo stesso, di allontanare lo spettro delle tensioni, delle divisioni, dei tradimenti, degli insuccessi fin troppo umani che sono divenuti sempre più frequenti nell'ultimo mezzo secolo circa nell'emisfero occidentale, a partire cioè da quando si sono rivelate le contraddizioni del sistema patriarcale su cui la famiglia per come la si conosce si è retta negli ultimi due millenni circa e che la tecnica e la tecnologia hanno minato alla base attraverso un diverso modo di organizzare il sistema di produzione. Certo la riflessione filosofica femminista è stata importante, ma non è stata ciò che ha fatto saltare il sistema precedente: la famiglia si è sfaldata grazie o - secondo i punti di vista - a causa della pillola e del riconoscimento, almeno formale - ma ricordatevi che le italiane hanno potuto votare per la prima volta solo nel 1946 e le svizzere nel 1973 - della parità di diritti alle donne.

Paola Binetti, e come lei tutti quelli che guardano al presente con gli occhi nella nuca, ha una grande nostalgia di una società in cui gli uomini e le donne stavano insieme per tutta la vita circondati dall'affetto perenne di figli nonni e nipoti, in cui il divorzio - dove esisteva - era un capriccio per i ricchi, in cui gli aborti non venivano commessi se non da delle povere diavole che poi comunque morivano e che cosa si aspettavano, in cui la famiglia era il nucleo della società e gli affetti erano saldi e sicuri e lo stato non si intrometteva nelle questioni di famiglia che erano regolate sorvegliate e risolte dal prete, fido custode sulla terra della volontà divina.

Chissà se Paola Binetti si ricorda che fino al 1981 chi stuprava una donna in Italia e si offriva di sposarla non era colpevole di reato, che i delitti di onore compreso l'omicidio erano passibili di pene risibili (e questo fino al 1975), che il capofamiglia era sempre il marito o comunque un uomo per quel che concerneva l'anagrafe.

Ma Miss Brodie non vuole essere polemica con Paola Binetti perché crede che sia una persona intelligente e che sia semplicemente disorientata di fronte a tutti questi cambiamenti che hanno stravolto quei valori solidi in cui crede e si riconosce. Certo, la società è diventata liquida, certo, le relazioni tra omosessuali sono segnate dalla labilità e dall'instabilità, ma è solo perché molte donne ancora oggi non hanno quell'indipendenza economica e autonomia di autocoscienza che sole permettono di districarsi dalle situazioni insopportabili. Se la società è mutata non è sicuramente colpa né degli omosessuali né di chi, omosessuale o no, Zapatero insegna, vorrebbe estendere i diritti di cittadinanza a tutti i cittadini indistintamente. O forse Paola Binetti non lo sa o non se ne è accorta, che la labilità dei sentimenti e l'instabilità delle relazioni è ormai pressoché diffusa e pervasiva anche tra gli eterosessuali ? E' perché non è andata a guardare le statistiche negli Stati Uniti, la società che fa tendenza in quest'era di globalizzazione e che vede le tendenze che si diffonderanno in seguito a livello planetario, nascere con qualche decennio di anticipo.

Detto questo, dopo aver ascoltato il discorso binettiano, Miss Brodie è convinta di una sola cosa: l'onorevole Grillini farebbe meglio a ritirare la proposta di legge N. 33 sul riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e a chiedere il riconoscimento del matrimonio per due persone dello stesso sesso. Perché è questo che sottintende il discorso della Binetti senza mai apparire allo scoperto, mai: una grande paura, o forse disgusto, ribrezzo, risentimento chissà, per l'omosessualità in sé e per sé e soprattutto per gli omosessuali che vogliono vivere la loro relazione alla luce del sole con gli stessi diritti e doveri di qualsiasi altra coppia.

Onorevole Capezzone, visto che Lei è superattivo e si dà da fare in tanti campi, lasci perdere i PACS e diventi, finalmente, lo Zapatero italiano. Milioni di italiani e di italiane gliene renderanno merito.

Saturday, August 05, 2006

Vivre me tue

Ci sono tanti mestieri difficili da apprendere, ad esempio quello di genitore, che per alcuni sembra di una limpida semplicità alla portata di tutti e che invece è forse il più duro di tutti, quello dove gli sbagli sono fatali per le conseguenze spesso irrimediabili che possono ripercuotersi sulle esistenze della prole.

Anche insegnare, per certi versi, è un mestiere che è solo apparentemente accessibile ai più, anzi Miss Brodie crede che insegnanti si nasce, solo bravi insegnanti si diventa. Quante persone si lamentano, allieve, genitori e altri, per i cattivi insegnanti, ma è come pretendere che tutti gli artisti siano dei Michelangelo o dei Caravaggio: ars longa, vita brevis.

Ma, deformazioni professionali a parte, il più difficile di tutti è sicuramente il mestiere di vivere. Alle soglie dei cosiddetti fatidici "anta" la Miss si trova a riflettere, e - le scuserete il mood confessionale - a considerare che nonostante tutti i suoi tentativi, disparati oltre che disperati, questo mestiere non lo ha proprio padroneggiato. Dove va una che non ha imparato a vivere, "what do you do, where do you go, who do you need to know ?" cantava il massimo lirico degli anni ottanta, e ancora oggi, a venti anni di distanza, la Miss non saprebbe dire.

Alcune delle menti che Miss Brodie maggiormente rispetta e a cui si ispira si sono ammazzate o hanno cercato liberamente la morte dopo aver speso una vita intera a esaminare meticolosamente e minuziosamente le loro e le altrui esistenze: Pavese, Caraco, Simone Weil, Gilles Deleuze, per citare solo qualche nome che le passa per la testa. Altri, altrettanto ammirati dalla Miss, pur evitando il suicidio hanno sofferto del loro vivere e quasi sicuramente hanno visto nella morte una liberazione - Cioran, Quentin Crisp, Dickinson.

Miss Brodie è ebrea, il comandamento fondamentale che le è stato martellato in testa fin da bambina a lei come a tutti gli altri ebrei è "uvakhartah ba chajim" "tu sceglierai la vita", anche se a volte si sente molto vicina a Violette Leduc ("je suis fatiguée de vivre et j'ai peur de mourir"), ma l'interrogativo permane, più inquietante e allarmante che mai: se una non ha imparato a vivere, che cosa fa ? Ci sono corsi per imparare a fare le cose più diverse del mondo, a volte anche le più improbabili, ma il manuale la vita: istruzioni per l'uso la Miss ancora non l'ha trovato.

A volte la Brodie non sa se essere invidiosa o indifferente verso chi, ai suoi occhi, è stato capace di trovare il bandolo della matassa per arrivare a una soluzione intelligente e giudiziosa degli arcani enigmi dell'esistenza umana. Non lo sa perché potrebbe dire, e forse ci azzeccherebbe, che è solo apparenza, che dietro quella spavalda fiducia di sé si nasconde un animo tanto incerto e insicuro quanto il suo. E forse un tempo ha anche creduto a questa pia menzogna, illusoria e autoconsolante delle sue tante e gravi mancanze. Oggi però che deve tracciare un bilancio più oggettivo e spassionato non le resta che concludere che lei ha fallito nel "Big Game of Life" laddove altri - magari anche meno sensibili, meno intelligenti, meno carismatici di lei - hanno saputo destreggiarsi alla grande e stanno con altrettanto grande sapienza governando le barche delle loro esistenze per condurle agli approdi sicuri che loro stessi si sono scelti.

Friday, August 04, 2006

mademoiselle brodie est en vacances

"Uno si lascia andare, nell'atmosfera densa e insipida del giorno che finisce, dei rumori interminabili che ancora formeranno una vita, e d'un tratto, come uno scalpello che tagli netto una carne tenera, leggermente molle, esplode quel ricordo, talmente smisurato, talmente sproporzionato. E se ti chiedono, 'A che pensi ?' perché sei rimasto pietrificato, bisogna rispondere, 'A niente', naturalmente. Prima di tutto è un ricordo difficilmente comunicabile, e poi, bisogna cavarsela da soli.
Jorge Semprun, Le grand Voyage, 1963