insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Wednesday, November 19, 2008

"I'm sorry for Italy": della Diaz, di Eluana e del resto

La frase in exergo è stata detta da uno dei cittadini britannici coinvolti nella "macelleria messicana" (testuali parole di un ispettore di polizia) della scuola Diaz, durante i notori avvenimenti del G8.
"I'm sorry for Italy" contiene in sole cinque parole tutto il disgusto, la rabbia, l'impotenza per un paese che dimostra, forse non sempre, ma in ormai troppe occasioni di non aver assimilato la modernità.
Il massacro, a quanto pare organizzato - anche se a insaputa dei vertici - dalla polizia stessa, secondo la recente sentenza, è solo uno dei molti emblematici episodi che mostrano come questo paese sia stato capace di sconfiggere la modernità.
Scandali, disastri, illegalità diffusa e imperante: nulla smuove chi si trova a comandare le leve del potere. I cambiamenti sono solo di facciata, quando ci sono, servono a camuffare il potere che passa da un gruppo all'altro senza farsi mai notare. Qualcuno, in questi cinquant'anni in sostanza si può dire che siano stati tutti o quasi i radicali, sì, quelli di Pannella, urla e ogni tanto una lontana eco del loro sgolarsi arriva a farsi intendere anche dalle folle, e in alcune, fortuite nonché fortunate circostanze riesce a smuovere qualche cosa, ma si tratta di poco in rapporto al molto di marcio che c'è.

Chissà, l'Italia in fondo è un paese antico, forse non cambierà mai, non può cambiare perché ha una classe dirigente che si tramanda il potere che è naturaliter ostile alla modernità intesa come cambiamento, come continuo riformare in maniera critica tutto, dentro e fuori di noi, perché si ha fiducia che le cose si possono e si devono cambiare.
Questa fiducia in Italia non esiste, anzi, al contrario è diffusa l'idea che si può cambiare solo in peggio, e se proprio non sembra esserci alternativa, se si deve cambiare allora meglio cambiare tutto per fare in modo che nulla cambi.

Machiavelli, il gattopardismo, la democrazia cristiana e il compromesso storico, il PCI e gli opposti estremismi, le "stragi di stato", gli ope legis, gli omissis, il consociativismo, la Costituzione che è piena di alti ideali e aria fritta, che stabilisce diritti che tutti sanno non potranno mai essere tutelati (il lavoro è un diritto: e come pensano di garantirlo ? la salute pure, cose che in altri paesi fanno ridere: quale costituzione potrà mai proteggere dalle malattie ?), in un articolo si dice che tutte le religioni sono eguali davanti allo Stato e quattro articoli dopo si stabilisce con un trattato internazionale che una è più uguale delle altre... e si potrebbe continuare di assurdità in assurdità ed è solo per non uscire pazzi che uno cerca di non pensarci, ma questa lucida follia è qualcosa che gli stranieri della Diaz hanno toccato con mano, e non si facevano capaci che nel 2008 potesse ancora esistere un paese occidentale cosiddetto avanzato in cui simili cose accadono. Sia chiaro, non la brutalità della polizia, ma il fatto che la polizia - nonostante le prove lampanti evidenti schiaccianti l'abbia fatta franca come in un qualsiasi delinquenziale zimbabwe del sud del mondo, come in una qualsiasi sovietica satrapia, come se si fosse in un qualsiasi assurdo shariatico sultanato tribale.

Questa è oggi la re-pubblica molto privata italiana, dove nemmeno una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, vale a dire il tribunale più alto dell'ordinamento statale, è in grado di vedersi eseguita. Il Presidente della Regione Lombardia afferma, senza tema di essere cancellato dalla faccia della terra, di essere travolto dalla autorità che dovrebbe invece garantire - funzione a cui è preposta e per la quale ha ragione di esistere -il vigore della democrazia, cioè della legge e non quello del sopruso cioè dell'arbitrarietà, che non autorizzerà nessuna struttura sanitaria regionale, cioè statale, pagata con in contributi di tutti i cittadini, cioè non la sua, a fare ciò che la più alta istanza giuridica ordina sia fatto. E nessuno dice niente o fa niente: tutti pontificano e basta.

E il fatto che per spiegare tutto ciò Miss Brodie sia costretta a utilizzare un termine (pontificare) che si riferisce alla massima carica religiosa romana e una delle più antiche, risalente al circa duemilacinquecento anni fa, la dice lunga sulla faccenda, e dice tutto.

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1 Comments:

At March 09, 2009 1:12 pm, Blogger Marco said...

dio mio miss brodie, come hai ragione. troppo spesso cerco di non pensarci, proprio per non uscirne pazzi, proprio come dici tu. ma e' come cercare di respingere nel profondo una violenza carnale, tante sono le cose che questa società italiana ci toglie: dignità intellettuale, coraggio di cambiare quando abbisogna e coraggio d'essere se stessi quando si ha cambiato,,,tanto per dirne alcune. poi, l'enorme lista delle privazioni fisiche non e' altro che plausibile conseguenza...

 

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