insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Thursday, July 07, 2011

Che cosa succede a un blog quando non si scrive più

Miss Brodie riprende a scrivere qualcosa più che altro perché leggendo altri blog ha appreso la ferale notizia che il fornitore del servizio intende disconnetere e quindi far uscire dal ciberuniverso i blog che non sono più utilizzati da un anno.

Chissà, esistono ciberbuchi neri dove finiscono tutte le cose che esistono solo cibermente ? non-luoghi dove si getta come in enormi bidoni della spazzatura, ma irrimediabilmente, tutto quello che si era cristallizzato in questo universo virtuale e che tuttavia non per questo è meno degno di essere preservato, anzi, forse acquisirebbe un valore inestimabile se potesse essere conservato in questo spazio non-spazio, per il suo significato storico.

Ma ahilei, la Miss dimentica a volte che tutto, ma proprio tutto, è soggetto alle leggi della fisica.

Friday, January 21, 2011

La miseria morale

Diciotto anni fa, da poco sbarcata in Italia, la Miss venne investita, letteralmente e non solo metaforicamente, dalla forza delle parole della sua collega di tedesco, la splendida Gudrun, un donnone giunonico che con voce wagneriana riassumeva in due parole il carattere degli italiani: "Che cosssa è l'Italia se non la missseria morrrrale della Chiesa ? Gli italiani fogliono crrredere, non fogliono sapere".

Oggi più che mai quelle parole risuonano come un tamburo nella testa della Brodie, che è costretta a riflettere con amarezza sul fatto che tutto quanto sta succedendo, le notizie che volano da un giornale all'altro, sulla bocca di chi sostiene il governo e che corre a difendere o a giustificare le azioni del Presidente del Consiglio, come sulla bocca di chi invece pensa che questa sarà la volta buona per farlo cadere e per liberarsene una volta per tutte, non porterà comunque a nessun cambiamento. Non succederà nulla, perché il gattopardismo è sintomatico e sistematico e connaturato allo spirito degli italiani.

Le risuonano profetiche nella testa tutte le volte che, in classe, mentre cerca di coordinare e ricondurre nell'alveo della ragionevolezza i dibattiti da lei organizzati, assiste alla loro trasformazione in risse da bar dove si scontrano non idee sorrette da giudizi e sostenute da fatti ma opinioni del tutto opinabili che cercano la loro forza nell'altezza delle urla di chi grida più forte.

La miseria morale Miss Brodie la trova anche e soprattutto non tanto tra le gerarchie ecclesiastiche - che fanno solo il loro lavoro tacendo, visto che se parlassero metterebbero a repentaglio la gallina dalle uova d'oro che tanti vantaggi porta in termini di esenzioni ICI, finanziamenti diretti e indiretti alle scuole cattoliche, sovvenzioni alle parrocchie, risalto del ruolo pubblico non delle religioni ma dell'istituzione Chiesa fondata da Gesù Cristo e superiore proprio per tale motivo a qualsiasi altra istituzione umana - ma tra tutti quei cattolici o sedicenti tali che hanno sulla bocca questa parola, i "valori", valori che sono di volta in volta "supremi", o "non negoziabili" o "irrinunciabili" e sempre e comunque quantificabili: oggi siamo all'ottopermille ma era cominciato con un settepermille (l'avevate dimenticato ? la Miss mai) e un domani chissà, potrebbe diventare il nove, o perché no, anche il dieci...

La miseria morale è anche quella di chi è contro questo governo e che tuttavia non saprebbe denunciare la stessa miseria se allignasse tra le proprie fila, sempre pronto a indicare l'avversario ma mai a fare pulizia in casa propria.

La miseria morale è quella in cui loro malgrado si trovano tutti quegli italiani che vorrebbero finalmente essere, agire e farsi considerare né popolo, né plebe né utenti ma solo e sempre cittadini e cittadine, e che vorrebbero poter scegliere un'alternativa, perché vogliono sapere e non vogliono credere e invece non possono, perché, come nella fattoria orwelliana, guardando ora da un lato, ora dall'altro, scorgono gli stessi gesti e vedono le stesse facce: umane tra i maiali e porcine tra gli uomini.

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Saturday, January 08, 2011

"Le cose che non ti ho detto"

Quest'anno saranno passati ben diciotto anni da quando la Miss si è trasferita nel Belpaese dalla sua amata Inghilterra. Non è certo perché è iniziato un nuovo anno da calendario che è il caso di mettersi a fare bilanci, ma è vero che tante delle considerazioni che Miss Brodie posta su questo ciberdiario hanno a che fare con le percezioni che lei ha di una società che, per quanto familiare, le resta essenzialmente estranea.

Che cosa lega i venti minuti (di sofferenza) passati poco fa in un ufficio postale con le proteste studentesche con il Comitato del Partito Radicale con la domanda che spesso viene rivolta alla Miss - "ma Lei perché resta in Italia ?" - ?

Il collegamento è il fatto che l'Italia è un paese antico anche se una nazione giovane e uno Stato - assente ? latitante ? inesistente ? fantasma ? - e che quindi la modernità, anche quando la investe, viene da essa fagocitata. Il nodo è questo, la relazione tra Italia e modernità.

La Miss non sa quanto tempo ci vorrà perché l'Italia diventi un paese moderno, forse non succederà mai, quasi certamente non durante l'esistenza brodiana. E non è detto che sia un male, chissà che la granitica antropologica resistenza alla modernità che segna le italiche genti non sia la ricetta per vivere alla quale guarderanno in futuro altri popoli, altri stati. Ma Miss Brodie ne dubita.

Dall' Italia sono passati quasi tutti, ma veramente quasi tutti, non è un'iperbole: il fatto è che mai sono venuti in numero sufficientemente grande da stravolgere non solo a livello socio-istituzionale gli aborigeni, ma anche da travolgere il patrimonio genetico-antropologico dei nativi. Se non si capisce questo fatto non si capisce niente di questo paese. Perché cambino le cose devono cambiare le coscienze, e le coscienze degli italiani non cambieranno mai.

Se si guarda alla cosiddetta Riforma Gelmini [e anche qui non si capisce, e dunque si capisce benissimo, c'è una questione linguistica: fino a solo pochi mesi fa con queste due parole ci si riferiva al riordino delle scuole secondarie di secondo grado, poi, com'è come non è, si sono utilizzati gli stessi termini per descrivere la riorganizzazione dell'università: misteri della fede ?] a parte la forse ovvia - o scontata ? ma perché in questo paese tutto deve essere scontato ? - considerazione che la stragrande maggioranza di chi protestava contro e di chi inneggiava a favore non aveva letto un rigo della legge in discussione, ci si deve arrendere all'evidenza che cambiare non si può. Sia perché la nuova legge ripristina per alcuni aspetti andazzi già esistenti in precedenza, sia perché i meccanismi da essa prescritti sono facilmente aggirabili.

Una cosa nuova però c'è, e questa sì è occasione perché la Miss si rallegri, si abolisce finalmente il concetto di ricercatore a vita. I ricercatori universitari in Italia non hanno MAI fatto veramente ricerca, era un termine che si usava impropriamente per denominare la fascia più bassa della carriera universitaria in un sistema che non premia i migliori ma solo gli anziani. Nessuno degli studenti in piazza è mai andato a dimostrare contro la vergogna di un sistema che permette che restino in servizio permanente a costi atrocemente alti docenti universitari che non hanno pubblicazioni dagli anni settanta, e ricercatori che non hanno pubblicato neanche un articolo su nessuna rivista seria a parte gli annali delle facoltà nelle quali latitano. Le università italiane pullulano di ricercatori - ma non solo, molti sono anche gli associati e gli ordinari - che sono entrati in ruolo senza dottorato e senza nessuna pubblicazione, monografia, articoli su riviste peer-reviewed, testi accettati da case editrici rinomate e solide.

Ma lo scandalo non sta qui, quanto nel numero di studenti italiani con dottorati presso prestigiose ed elitarie università straniere famose per il loro rigore, che hanno pubblicato non uno, non due, ma almeno una mezza dozzina di articoli, mongrafie e libri di testo e che non solo non sono riusciti a entrare nei ruoli dell'università italiana, ma quando si sono presentati ai concorsi sono stati dichiarati inidonei.

E qui c'è forse lo spazio per uno squarcio di vita personale della Miss. Quando si trasferì in Italia la bellezza di quasi diciotto anni fa, il suo titolo di laurea - conseguito presso una delle due più famose università britanniche - non le venne riconosciuto. Dovendo intraprendere nuovamente il percorso di studi si iscrisse a un corso diverso da quello in cui si era laureata. Arrivata al momento dell'esame di laurea, l'ordinario con cui dava la tesi le disse che era dispiaciuta di aver già promesso il posto a un altro laureando, e che se solo la Miss fosse arrivata un anno prima il posto sarebbe stato suo, per meriti evidenti. La Miss non se la prese più di tanto, aveva già visto che razza di ambiente era quello accademico italiano, ma nel tempo ha seguito da vicino la carriera del suo "rivale", che oggi è professore associato nella materia in cui si è laureata Miss Brodie. Ebbene, non solo non ha conseguito nessun dottorato, non solo non ha pubblicato nemmeno un articolo in una rivista peer-reviewed, non ha pubblicato neanche una monografia !
Come è diventato ricercatore grazie alla spinta giusta, così deve essere diventato associato.

La Miss traduceva l'anno scorso un testo del più famoso filosofo italiano vivente. Durante il lavoro di revisione condotto insieme a lui, il luminare in persona le ha chiesto: "Ma con la Sua preparazione perché Lei non insegna all'università ?". Che cosa rispondere se non che è una storia troppo lunga e arcinota ?

Dunque può darsi che la cosiddetta Riforma Gelmini non cambi proprio nulla se non in peggio, e sicuramente avrà tante pecche, e di certo non è la panacea per i mali di cui soffre il sistema universitario italiano, ma qualcosa di buono dal punto di vista della Brodie c'è: i cosiddetti ricercatori non potranno restare tali a vita, nel giro di sei anni dovranno dimostrare non solo di avere la stoffa o il potenziale per la ricerca e l'insegnamento ad alto livello, ma anche e soprattutto mettere sotto i riflettori il lavoro che hanno svolto e che determinerà se sono degni di diventare associati o se è meglio per gli studenti che cambino mestiere. Per poco che sia, nel suo piccolo è una rivoluzione e avvicina l'università italiana a tutte quelle realtà straniere dove è normale che chi inizia la carriera universitaria sia sottoposto a un continuo lavoro di verifica delle sue capacità sulla base di risultati concreti.

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Wednesday, December 15, 2010

La rivoltante rivolta di chi violenta il sistema che gli permette di esistere

Miss Brodie ritorna a scrivere qualche riga su questo diario che aveva abbandonato da ormai due anni, sollecitata dagli ultimi avvenimenti che una sorte per niente ironica e invece solo beffarda e ghignante le getta in faccia con aria di sfida proprio allo stesso punto - cronologicamente e idealmente - in cui si era spezzato il filo del racconto.

In realtà la Miss è oggi ancora sotto shock per la foto della guardia di finanza atterrato e colpito - inerme ? - da violenti che i giornalisti chiamano black bloc. Eppure dalle colonne di qualche organo (?) di stampa si sono levate grida altissime contro le misure disposte dal ministero dell'interno e polemiche si sono scatenate per la guardia di finanza - la stessa persona o altri ? - che estrae una pistola in una situazione che appare, almeno a prima vista, quella della legittima difesa.

Il discorso che Miss Brodie vorrebbe affrontare, e con le imminenti vacanze di natale forse ci riuscirà, è quello della violenza che si maschera sotto la forma delle proteste studentesche e delle "occupazioni" di scuole, in particolare quella del suo liceo, la prima a cui ha assistito in presa diretta, impotente per fermarla ma facendo sentire la sua voce per denunciarla.

Restate in ascolto, come dicono alla radio, e il pensiero brodiano si materializzerà. Grazie per la vostra pazienza.

Wednesday, November 19, 2008

"I'm sorry for Italy": della Diaz, di Eluana e del resto

La frase in exergo è stata detta da uno dei cittadini britannici coinvolti nella "macelleria messicana" (testuali parole di un ispettore di polizia) della scuola Diaz, durante i notori avvenimenti del G8.
"I'm sorry for Italy" contiene in sole cinque parole tutto il disgusto, la rabbia, l'impotenza per un paese che dimostra, forse non sempre, ma in ormai troppe occasioni di non aver assimilato la modernità.
Il massacro, a quanto pare organizzato - anche se a insaputa dei vertici - dalla polizia stessa, secondo la recente sentenza, è solo uno dei molti emblematici episodi che mostrano come questo paese sia stato capace di sconfiggere la modernità.
Scandali, disastri, illegalità diffusa e imperante: nulla smuove chi si trova a comandare le leve del potere. I cambiamenti sono solo di facciata, quando ci sono, servono a camuffare il potere che passa da un gruppo all'altro senza farsi mai notare. Qualcuno, in questi cinquant'anni in sostanza si può dire che siano stati tutti o quasi i radicali, sì, quelli di Pannella, urla e ogni tanto una lontana eco del loro sgolarsi arriva a farsi intendere anche dalle folle, e in alcune, fortuite nonché fortunate circostanze riesce a smuovere qualche cosa, ma si tratta di poco in rapporto al molto di marcio che c'è.

Chissà, l'Italia in fondo è un paese antico, forse non cambierà mai, non può cambiare perché ha una classe dirigente che si tramanda il potere che è naturaliter ostile alla modernità intesa come cambiamento, come continuo riformare in maniera critica tutto, dentro e fuori di noi, perché si ha fiducia che le cose si possono e si devono cambiare.
Questa fiducia in Italia non esiste, anzi, al contrario è diffusa l'idea che si può cambiare solo in peggio, e se proprio non sembra esserci alternativa, se si deve cambiare allora meglio cambiare tutto per fare in modo che nulla cambi.

Machiavelli, il gattopardismo, la democrazia cristiana e il compromesso storico, il PCI e gli opposti estremismi, le "stragi di stato", gli ope legis, gli omissis, il consociativismo, la Costituzione che è piena di alti ideali e aria fritta, che stabilisce diritti che tutti sanno non potranno mai essere tutelati (il lavoro è un diritto: e come pensano di garantirlo ? la salute pure, cose che in altri paesi fanno ridere: quale costituzione potrà mai proteggere dalle malattie ?), in un articolo si dice che tutte le religioni sono eguali davanti allo Stato e quattro articoli dopo si stabilisce con un trattato internazionale che una è più uguale delle altre... e si potrebbe continuare di assurdità in assurdità ed è solo per non uscire pazzi che uno cerca di non pensarci, ma questa lucida follia è qualcosa che gli stranieri della Diaz hanno toccato con mano, e non si facevano capaci che nel 2008 potesse ancora esistere un paese occidentale cosiddetto avanzato in cui simili cose accadono. Sia chiaro, non la brutalità della polizia, ma il fatto che la polizia - nonostante le prove lampanti evidenti schiaccianti l'abbia fatta franca come in un qualsiasi delinquenziale zimbabwe del sud del mondo, come in una qualsiasi sovietica satrapia, come se si fosse in un qualsiasi assurdo shariatico sultanato tribale.

Questa è oggi la re-pubblica molto privata italiana, dove nemmeno una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, vale a dire il tribunale più alto dell'ordinamento statale, è in grado di vedersi eseguita. Il Presidente della Regione Lombardia afferma, senza tema di essere cancellato dalla faccia della terra, di essere travolto dalla autorità che dovrebbe invece garantire - funzione a cui è preposta e per la quale ha ragione di esistere -il vigore della democrazia, cioè della legge e non quello del sopruso cioè dell'arbitrarietà, che non autorizzerà nessuna struttura sanitaria regionale, cioè statale, pagata con in contributi di tutti i cittadini, cioè non la sua, a fare ciò che la più alta istanza giuridica ordina sia fatto. E nessuno dice niente o fa niente: tutti pontificano e basta.

E il fatto che per spiegare tutto ciò Miss Brodie sia costretta a utilizzare un termine (pontificare) che si riferisce alla massima carica religiosa romana e una delle più antiche, risalente al circa duemilacinquecento anni fa, la dice lunga sulla faccenda, e dice tutto.

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Monday, November 17, 2008

Della nostra pelle, sulla nostra pelle: che cosa vogliono i nazisti in gonnella

Miss Brodie infrange una promessa (?) che si era fatta, di parlare esclusivamente di argomenti afferenti al mondo della scuola. Ma visto che non vive in un deserto scuolificato, torna a uno dei suoi pet hates: le gerarchie clericali.

Tutto il trambusto intorno al caso della povera Eluana Englaro non lascia presagire nulla di buono: se prima tutti questi clericali-fascisti erano contro il testamento in vita/ disposizioni di fine vita e comunque vogliate chiamarlo, ora gli stessi, dopo il dietrofront delle gerarchie da cui pendono e dipendono, adesso urlano a gran voce perché una legge venga varata per evitare che, così dicono, la magistratura interferisca in un ambito che, sempre secondo loro, soltanto a loro spetta.

Ma è meglio l'assenza di una legge che la presenza di una cattiva legge. Quello che si prospetta è un'altra legge capestro, piena di divieti, obsoleta già prima di essere sottoposta a esame, restrittiva e ideologicamente inficiata perché partirà dai presupposti vaticani, come se la fonte di ogni morale di ogni legge di ogni politica per essere buona e valida debba per forza rifarsi alla religione. La legge 40 sulla fecondazione assistita è stata un esempio del nuovo corso che è già vecchio e che inchioda l'Italia a posizioni che nel resto del mondo farebbero sprofondare i vari quagliarello, binetti, scaraffia, roccella, ferrara e altri vaticanofili tra gli sberleffi e l'irrisione.

Tuttavia non è questo che fa star male la Miss: è sempre più chiaro infatti che per le persone intelligenti, mature e tolleranti in questo paese non c'è più posto, l'alternativa al soccombere civilmente può essere solo una, l'esilio. Ma Miss Brodie è vecchia e si è già trascinata nella sua non lunga esistenza tra quattro diversi paesi ed è stanca per ricominciare una nuova vita altrove, il suo altrove l'ha già trovato nel regno delle lettere dove queste voci non giungono nemmeno come echi spenti di un mormorio scostante e confuso.

No, il male che affligge la Miss è che questi bellimbusti osano dire che loro parlano a nome del popolo italiano tutto, che loro e solo loro interpretano il corretto sentire degli italiani. No, così non è, non è vero, finchè avremo una voce dovremo urlare il nostro no fino a perdere il fiato, prima che, stremati, ci attacchino a un respiratore per prolungare la nostra tortura ad infinitum.

Era più umana l'Inquisizione, almeno si moriva una sola volta e di una sola morte. Ridateci il Tribunale della Suprema.

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Wednesday, October 22, 2008

Scuola e università: la protesta continua

Piccolo momento di imbarazzo stamattina prima del suono della campana: la collega di filosofia interpella Miss Brodie riguardo allo sciopero del 30 ottobre e ai dettagli della legge Gelmini. Miss Brodie esprime il proprio sostegno alle posizioni della ministra e, indirettamente, la critica a quelle della collega. Nasce una piccola, civile benché animata discussione che porta a un nulla di fatto visto che la campanella è suonata e bisogna entrare in aula. Nell'accomiatarsi la Miss nota quello che a lei pare un broncio di disappunto sul volto della collega, con la quale si è sempre intesa benissimo peraltro. Il fatto è che Miss Brodie gode di fama di insegnante "progressista" a scuola, per non dire di sinistra.

Ma la Miss, sebbene abbia in passato votato anche per partiti della sinistra estrema del tempo che fu, di sinistra non è mai stata: è sempre stata radicale, nel senso etimologico del termine, e ha sempre ragionato con la sua testa rispetto a ogni singola cosa, da una legge a un movimento, da un libro a un quadro, da un'idea a un'ideologia, senza pre-giudizi e senza pregiudiziali di alcun genere, ma sempre nell'alveo di un pensiero anarchico quando non anarcoide delle cui velleità è ben consapevole.

Detto questo, leggendo la Repubblica di oggi sembrava di notare tra le righe dell'articolista un certo senso di ebbrezza di fronte allo studentame che "si mobilita" di fronte ai tagli annunciati, un senso di euforia per il "movimento" che si riorganizza e torna "protagonista". Miss Brodie ha non a caso messo tra virgolette quelle espressioni per cui sarebbe incapace di trovare un equivalente nella sua lingua madre, equivalente assente perché inesistente il corrispettivo significante. Ma la voglia di protagonismo della sinistra in questi giorni è innegabile, visto che su tutti gli altri campi latita e sembra muta o inebetita. Quante persone commentano alla Miss di essere contenti per il darsi da fare degli studenti ora che stanno cavalcando l'onda della protesta ! Eppure quando gli insegnanti fanno pietà, quando sono incompetenti e lavativi e non solo inutili ma dannosi nessuno si dà da fare, nessuno si mobilita, perché ?

Nelle sue varie vite Miss Brodie si vede costretta ad ammettere di non essere sempre in grado di capire ciò che vive perché le mancano i riferimenti culturali. Come spiegare in inglese il concetto di "voglia di protagonismo politico" della sinistra ? Certo con circonlocuzioni varie ci si arriva ma per il parlante di lingua inglese manca il referente di partenza. E tuttavia, dopo gli scontri di jeri tra polizia e studenti che volevano occupare la Stazione Nord di Milano la Miss si è ricordata di quelle profetiche parole di Pasolini in riferimento agli scontri sessantottini di Valle Giulia, in occasione dei quali il poeta assassinato esprimeva considerazioni non scontate sulla lotta di classe tra poliziotti proletari e studenti borghesi.

Miss Brodie non ha fatto l'università in Italia se non in un secondo tempo, per forzato provvedimento delle autorità accademiche che non riconoscevano il suo titolo di laurea conseguito in una prestigiosissima università britannica nota in tutto il mondo non solo per il suo rigore accademico e per il valore dei suoi studi ma anche per la difficoltà di accesso.

A quella università inglese Miss Brodie è stata ammessa dopo severissimo esame e colloquio orale. Non bastava avere voti alti, anzi alla commissione di selezione il voto interessava relativamente poco: cercavano il "potenziale accademico", la capacità di produrre qualcosa che non fosse solo eccellenza negli studi ma soprattutto qualità intellettuale. In queste università selettive si può anche avere il massimo dei voti in tutte le materie e non essere ammessi, in alcuni casi perché la commissione ritiene che non si è maturi abbastanza: è successo a un compagno della Miss, il migliore studente della scuola in matematica, che venne tuttavia scartato proprio per immaturità intellettuale. E vale la pena aggiungere che alla Miss quella famosissima, rigorosissima, prestigiosissima università non costò neanche un centesimo, tutte le tasse pagate dal governo britannico di Mrs Thatcher, la retta per il vitto e alloggio calmierata (14 sterline alla settimana - venti anni fa, certo - compreso riscaldamento per un bilocale con cucina e servizio cameriera/colf tutti i giorni), soldi per comprarsi i libri e piccole sovvenzioni per viaggi di studio all'estero e biglietti per cinema e teatro. Una cosa così è possibile solo se si fa una selezione.

Nella Repubblica Italiana in cui invece tutti hanno diritto a tutto la realtà è che la borghesia si trova corsi di laurea molto economici per preparare i suoi pargoli alle professioni a un costo che farebbe ridere di crepapelle persino le università statali americane più a buon mercato che pure hanno dei costi accessibili e di qualità per i residenti dello stato (per esempio University of California, University of Michigan, University of Massachussetts) a spese dei proletari che all'università non ci vanno. Il contentino ? Chi vuole può iscriversi a quasi tutti i corsi di laurea, se è in una fascia di reddito protetta paga poco e niente di tasse ma riceve aiuti poco consistenti e per pochissime persone. Come poi faccia a pagarsi i libri e tutte le altre spese con il circa 1500 euro all'anno che gli passa l'ISU resta un mistero.

In Italia, inoltre, le scuole di eccellenza sono poche e poco note: due allieve brodiane sono state ammesse recentemente a due di esse, una alla Normale di Pisa e una al Collegio Ghislieri di Pavia, non certo per merito della Miss ma sicuramente per incitamento suo. La cosa non ha per niente scalfito l'indifferenza delle colleghe della Brodie che sarebbero state sicuramente più eccitate se avessero saputo che avevano vinto il concorso di Miss Italia o un posto all'Isola dei Famosi. Qualsiasi altra scuola in Gran Bretagna avrebbe usato questo fatto per fare pubblicità a se stessa, per evidenziare un certo livello di preparazione offerto dalla scuola e dai docenti.

Questo solo per dire in che grado di riconoscimento è tenuta l'eccellenza nella scuola italiano, dove il concetto di MERITO latita clamorosamente. La parola merito non è mai usata se non per demagogia. Resta in vigore che lo Stato deve garantire a tutti l'accesso a tutto se possibile: la ragione evidente in base alla quale è stato introdotto il numerus clausus per pochi e selezionati corsi di laurea è la mancanza di strutture disponibili, non il concetto che solo i più capaci hanno diritto di accesso al meglio delle strutture. E' ovvio che lo Stato dovrebbe invece concentrare i suoi sforzi sul rendere la parità di accesso agli svantaggiati una realtà e non solo un diritto a parole, come è ora.

Il numerus clausus poi è qualcosa di farsesco, come hanno purtroppo dovuto scoprire sulla loro pelle alcune allieve brodiane quest'anno candidate a medicina: con il punteggio ottenuto sarebbero entrate a Perugia ma non a Brescia dove hanno sostenuto la stessa identica prova nazionale. Chi può ideare un simile mostruoso sistema, in base al quale per un assurda lotteria, pur avendo un riportato un voto superiore a quello di altri, alcuni candidati non sono stati ammessi solo perché avevano optato per una sede piuttosto che per un'altra. Oltre al danno la beffa, il senso di ingiustizia e di sopraffazione di uno stato che in nome di una fraudolenta democrazia umilia e sbeffeggia i capaci e meritevoli, in barba al dettato costituzionale.

Quello stesso senso di ingiustizia e di sopraffazione che la Miss ha provato oggi pomeriggio mentre ascoltava la capogruppo del PD Finocchiaro imbastire le più schifose (è l'unico termine accettabile e proferibile) accuse contro il Presidente del Consiglio che aveva convocato il ministro degli interni per organizzare una risposta alla minaccia di occupazioni ILLEGALI di scuole e università. Ma chi si dovrebbe chiamare quando qualcuno in nome di un legittimo diritto alla protesta impedisce l'esercizio dell'egualmente legittimo diritto di accesso alle aule e allo studio ? Se qualcuno occupa una casa o si impossessa di un bene chi si dovrebbe chiamare per ottenere giustizia ? Ma questo è il paese in cui il padre della Brodie ha dovuto attendere ben 21 anni per riottenere il possesso di un proprio appartamento affittato (a equo canone, si capisce). E poi la gente si stupisce di quanto costoso e difficile sia trovare un appartamento in affitto in Italia. E altrettanto si stupisce di quanto facile sia e relativamente economico fare la stessa cosa in Germania o in Francia.

Lo stesso si può dire della sorpresa che gli studenti italiani provano quando vedono come funzionano bene le cose in altri paesi in cui sbarcano magari con un Erasmus. E non si chiedono quale meccanismo permetta l'ordine e l'organizzazione degli studi universitari in altri paesi, quasi fosse un miracolo, o una stravagante fortuita situazione. Se in Italia le cose non funzionano una ragione sicuramente c'è.

L'arcano, che un tempo la Miss non capiva, è facilmente svelato. Dopo tanti anni ha finalmente capito il concetto di "arrangiarsi", "sapersi muovere", "darsi da fare". L'idea è che tutti debbano avere diritto a tutto, in base a un errato concetto di democrazia bacata, perché poi una volta dentro tocca al singolo sbrogliarsela. Non importa come, non importa che sia giusto o no, non importa se per permettere una tale caos si leda il diritto degli intellettualmente capaci ma socialmente poco furbi di avere accesso a ciò che loro spetta perché diano del loro meglio. Quello che non si capisce è perché questa difficoltà debba esistere solo in ambito educativo. Nessuno dice che tutti hanno diritto di partecipare alle olimpiadi, nessuno si sognerebbe di dire che tutti hanno lo stesso diritto soggettivo di giocare a calcio nell'Inter o nel Real Madrid, che tutti debbano arrivare primi alla maratona di New York. Non si capisce perché il concetto di talento debba esistere solo per lo sport e non nel mondo accademico.

Dunque la Miss è ben contenta di non aver fatto l'università in Italia se non di straforo. Quando era costretta a recarsi in Statale per sostenere gli esami che le avrebbero permesso di ottenere un titolo valido in Italia provava un senso di angoscia e di ribrezzo di fronte al caos, alla disorganizzazione, al bailamme, alle liste di centinaja di studenti in attesa dalle otto del mattino che alle diciotto si sentivano dire dal docente di tornare il giorno dopo perché ormai era tardi (un docente ebbe la faccia tosta di dire alla Brodie che avrebbe interrotto gli esami per andare a bere un caffé e di tornare un'ora dopo. La Brodie: prima mi interroga e poi va a prendere il caffé. Il docente deve essere rimasto talmente sconvolto che non ha avuto niente da controbattere, l'ha interrogata e messo il voto senza fiatare).

Tuttavia chi è più penalizzato in un sistema del genere sono proprio i giovani di talento ma di condizioni economiche disagiate che non vedono riconosciuto il proprio merito nella migliore delle ipotesi, perché molto spesso non hanno avuto neanche la chance di entrare a occupare il posto che spettava loro.

La Miss non sa se queste stesse persone che magari sono d'accordo con le posizioni di chi protesta si rendano conto di essere danneggiate proprio da coloro che sostengono. Considerate il caso di Galatea (è l'autrice del blog il nuovo mondo di galatea, nei rimandi della Brodie sotto il titolo di "diario di una professoressa"). E' un'ottima insegnante di scuola media, ma quanto eccellente sarebbe in un liceo a insegnare latino e greco ? E perché non all'università, dove probabilmente sarebbe anche più adatta a ispirare schiere di giovane cultori di civiltà classica ? Invece no, il suo merito non è riconosciuto, al liceo o all'università ci sarà qualcun altro a disoccupare un posto che non gli/le spetta, ottenuto chissà come, ma non certo per merito se non quello dell'anzianità e dell'abilità nel "sapersi muovere".

E' inutile andare a cercare i colpevoli di un sistema orrendo e immondo ormai allo sfacelo dal punto di vista di qualità e efficienza: tutti lo sanno anche se fanno finta di non avvedersene. Alla ministra Gelmini va dato atto il coraggio di voler cambiare le cose: se poi ci riuscirà è un'altra questione. Se il prezzo è quello di chiudere alcune università intere (almeno cinque in Italia andrebbero chiuse del tutto), di facoltà doppioni a poche decine di chilometri di distanza le une dalle altre, di centinaia di sedi universitarie satellitari utili solo alla classe politica di piccolo cabotaggio e alle baronie di piccola e media stazza, di migliaia di corsi di laurea inutili e senza studenti, bene, che lo si faccia: è ora di cambiare, cambiare si deve, e si può, ma solo con un taglio radicale che non guardi in faccia a nessuno dei soliti interessi costituiti.

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