insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Friday, July 01, 2005

Cose di cui il tacere è bello

Di fronte alla solitudine, quella vera, terribile e crudele che avvolge le persone in un velo impenetrabile e le comprime nella loro tristezza, miss b crede che si debba restare in atteggiamento di riverente ascolto e rispetto. Probabilmente nessuna parola verrà, o forse solo un grido di dolore, un urlo di disperazione se chi si sente solo ha la lucidità di vedere l'impossibilità di qualunque soluzione alla propria condizione e il timore di potersene lasciare sopraffare.

In un post precedente (cose di cui vivere, 27 giugno) - da cui sono scaturiti alcuni dei più sensibili e sensati commenti mai apparsi su questo ciberdiario - miss b si interrogava sul senso del proprio vivere, tra libri (molti), piante (qualcuna), fiori (pochini) e gatte (due), in questa nuova fase della sua vita con il piede pigiato sui freni.

miss b non sa se la solitudine in cui esiste e resiste sia un "malanno del proprio tempo personale" (vertesprit) o una dimensione della condizione esistenziale a cui sono accomunati tutti gli esseri umani in questi ultimi tempi. Di sicuro vede tante persone sole, e non sempre e necessariamente da sole, anche quelle accoppiate o accompagnate quanto a solitudine potrebbero darle i punti con ampio margine di vantaggio. Della loro solitudine non saprebbe veramente dire molto e quindi si limita a descrivervi la propria.

Miss Brodie non sta in casa a leccarsi le ferite o a meditare sull'ingiustizia del mondo o sull'infamia degli uomini traditori o delle donne petulanti. Sta in casa a coltivare se stessa leggendo, a rendersi migliore badando alle sue gatte e alle sue piante e perlopiù a recuperare energia tra una corsa e l'altra che la vede affannarsi per il lavoro, per le necessità domestiche, per le relazioni con i famigliari e con le sue conoscenze. Non lo fa con lo spirito di chi si crede migliore degli altri ma nella convinzione che sia il modo migliore di usare del proprio tempo. Non è restia a conoscere nuove persone ma non ne cerca l'occasione: non ne ha più il tempo, visto che ancora non ha finito né La RechercheFinnegans WakeL'uomo senza qualità. Se capita, se il suo cammino si incrocia con quello di qualcuno almeno altrettanto speciale quanto lo è lei, è disposta a ascoltare che cosa ha da dire e che cosa le propone. Altrimenti, faute de mieux, si accontenta di un brandello di notte tra le sue lenzuola e all'arrivo dell'alba si allontana con discrezione (aveva dimenticato di mettere il trucco proprio quella sera lì, mannaggia !) senza lasciare né chiedere numeri di telefono destinati a restare undialled.

Dei concetti di "amore" e "amicizia" non saprebbe dare se non la definizione lessicale, ma spesso si sorprende, con gioja, davanti all'opportunità di compiere una buona azione, e sempre immeritatamente la coglie al volo. Di più non deve dire perché, in questo seguendo i precetti dei suoi padri ebrei, crede che la carità (che brutta parola, il termine in ebraico è zedaqah, giustizia) va fatta in silenzio.

Miss ha esaurito le energie che un tempo credeva inesauribili e che l'hanno veramente vista vivere a cento all'ora (in realtà a duecento: guidava L. e le sue automobili erano sempre e solo di grande cilindrata, Porsche, BMW, Audi, Saab, Mitsubishi, ogni estate una nuova auto, regalo dell'uomo che lo manteneva. La miss stava al suo fianco, dietro c'erano spesso A. e qualche volta anche K. E' durata sette anni e quasi tutti i weekend la miss era via (Montecarlo, Parigi, Londra o Ginevra: a Miami e a Moustique non è mai andata, le sarebbe stato impossibile non restare sommersa da alcune polverine bianche...). Non solo insegnava a scuola, ma aveva anche incarichi a termine in varie università milanesi, faceva traduzioni e interpretariato, ottimamente retribuita (sono finiti quei tempi, liseuse ! you can only look back and wonder !), andava a trovare i suoi amici dispersi in tutta Europa, loro ospite. Le altre Brodie's sisters, mandarina e librarian, erano un po' incredule (or perhaps just secretly annoyed ? naah, indifference is the name of their game) e adesso sono loro a girare l'Europa mentre miss B non corre più trafelata in agenzia a prenotare i biglietti.

Tra gli eventi centrali nella vita della miss ci sono l'arrivo di Bluebell il 5 ottobre 2002 e di Bénédicte il 1 luglio 2004: le sue gatte le hanno portato una serenità e una stabilità che non aveva mai conosciute. Se non fosse una parola troppo grossa miss la chiamerebbe felicità, ma la felicità, scrive Faulkner, non è ma era, e questa è.

Miss B non crede nel destino, da viaggiatrice quale è stata crede solo nelle destinazioni. Per una splendida insegnante nel fiore dei suoi anni fulgenti essere tradita non è un destino: è, o deve essere, la sua vocazione.

6 Comments:

At July 01, 2005 12:46 pm, Blogger liseuse said...

Bellissimo post, MissB, bello bello bello. Ed è molto bella anche lei, MissB. E potrebbe aggiungere l'esergo: "Miss B non crede nel destino, da viaggiatrice quale è stata crede solo nelle destinazioni".

 
At July 01, 2005 3:53 pm, Anonymous Anonymous said...

sapere che in fondo ognuno è solo credo sia una delle condizioni per avere relazioni vitali, non formali con le persone.
l'unica solitudine in cui la connotazione negativa della parola ha ragion d'essere è invece quella di cui parlavi all'inizio, l'isolamento come degrado, quello inconsapevole, subìto, che non apre la via ad altre risorse - come ci si immagina Eleanor Rigby, appunto. c'è da dire che a me, per esempio, viene facile praticare la solitudine à la miss B. (nonostante sia attualmente in possesso di un'insperata, singolarmente funzionante "formula per vita a due"). la trovo anzi almeno a tratti necessaria, ma non per tutti è così, e non è cosa che si possa raccomandare a tutti, no?

 
At July 01, 2005 4:43 pm, Anonymous Anonymous said...

no. indifferenti, no - questo non può dirlo miss. eravamo impegnati a sopravvivere allora. and you looked so far away, though it was france most of the time. i think your attitude towards us was kind of "the kids got to get out of their muddle themselves..."
e aveva ragione, penso.

s.

 
At July 02, 2005 12:33 am, Anonymous Anonymous said...

sei splendida miss, e vorrei una fermata alla mia pensilina

 
At July 02, 2005 10:04 am, Blogger miss brodie said...

yes, k i d d o, that was exactly miss B's idea, "only ourselves can free our minds" as the poet says... and you did get out of the mess yourselves, alone and unhelped. Now don't get into another fine mess of your own making...

yes R o s e, si nasce soli, si vive soli, si muore soli, ma non sempre DA soli. beata la rosa undrownable che ha trovato la formula per la vita a due in due e non a metà. maybe she could enlighten us all lesser mortals through her multifarious blog, or is that asking too much ?
no, non a tutti conviene la solitudine di cui parla miss B, o meglio, non ne sono costituzionalmente capaci.

per l'uomo della pensilina: grazie per il bellissimo complimento, se le manda un indirizzo magari miss B viene a trovarla.

 
At July 04, 2005 8:46 pm, Anonymous Anonymous said...

non volevo assolutamente vantarmene: in realtà non ho la benché minima idea di come funzioni, sorry...

 

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