c'era una volta una città...
Stamattina Miss Brodie aveva una giornata libera e ha pensato bene di mettersi a scorrazzare per quartieri a lei sconosciuti. Miss Brodie ama molto la poesia urbana fatta di giardini soffocati dal cemento e da scorci imprevisti e imprevedibili. Adora alzare il suo sguardo verso paesaggi che i più dànno per scontati o che non prendono minimamente in considerazione, persi come sono dietro un altrove che è sempre un palmo di naso più in là.
Oggi la Brodie ha scoperto alcuni villini a schiera come ce ne sono a Città Studi e in Corso XXII Marzo (questa data ricorda agli ignari milanesi e ai forestieri l'ultima delle Cinque Giornate del 1848 quando gli ambrosiani pensarono bene di scrollarsi di dosso il giogo absburgico: o stupidi e illusi ! come se liberarsi di un nemico per cercare la protezione di un "amico" (il Re di Sardegna, figurarsi ! un casato che aveva l'assolutismo nelle vene come neanche la più assolutista Maestà Apostolica !) - fine della lezione di storia), quando qualche architetto milanese dopo un soggiorno di studio o di pratica in Inghilterra deve aver pensato bene di ispirarsi alle "terrace" vittoriane.
Ha poi potuto ammirare alcuni edifici liberty particolarmente ben restaurati e riportati al primigenio splendore dei loro colori originali. Infine, sorpresa nelle sorprese, ha scovato una cascina - ormai fatiscente e pericolante, ahilei - che, se l'occhio relativamente esperto della miss non la inganna - deve risalire alla seconda metà del XV secolo. E' chiaro che all'epoca doveva trattarsi di una zona in aperta campagna (per capirsi, l'attuale parco sempione dietro il castello sforzesco, zona oggi centrale, era un bosco con annessa riserva di caccia per il Duca di Milano).
La cascina porta i segni di recenti inquilini: in effetti fino ai primi anni '90 vi abitavano ancora delle vecchine, sopravvissute agli scempij della seconda guerra mondiale, a differenza della cascina che deve essersela passata brutta prima, e peggio dopo, con il restauro acquaracchiato del dopoguerra.
L'occhio si posa sui pochi edifici leggiadri e sublimi di un'architettura e di un'urbanistica che non aveva in spregio il vivere in comune e che anzi trovava motivo di orgoglio nell'assoggettarsi alla disciplina municipale che regolava la costruzione degli edifici e la coabitazione di chi ci viveva.
Evidentemente oggi non deve essere più così, a giudicare dal degrado e dalla fatiscenza in cui si trova tutto il resto.
7 Comments:
"...(di decoroso le case non hanno che la fatiscenza)..."
ovvio che ho colto la citazione solo per presentarla alla Miss, che io del decoro ho ben più spaziali concetti, e se stranamente lei non ne conosce il redattore ho bellepronto il presente di chiusura (non d'anno)
no, la miss confessa di non conoscere il redattore della acribica citazione. Il verdespirito intende farsi vivo in vitareale con la Miss ? Ci sono ancora in ballo alcuni culigastronomici libri in una cantina absburgica che dovrebbero prima o poi rivedere la luce del sole in una mansarda sabauda...
domani spedisco il pacco e senza fretta la miss decide con i suoi coinquilini se gradisce un incontro nell'aldiweb, che per me già è definito il desiderio.
la citazione è da Il pedone di Torino, i dettagli sono in arrivo >>>
il 21 dicembre a Torino per la mostra della mapplethorpe - qualcuno vuole unirsi al giardiniere?
miss, a quando le immagini delle sue escursioni meneghine su flickr? siamo curiosi anche noi di vedere le cascine milanesi e le periferie brulicanti di vite magrebine...
caro s. io ci torno volontieri: mi rimangono da vedere le ultime sale (colpa della fame)oltre a provare a rubare un'inquadratura con la mia digitale. la miss ha la mia email se ti fa piacere (ma quel pomeriggio sono a scuola fino alle 16.30)
la miss deve tecnologizzarsi per caricare le foto, ma ci arriverà, prima o poi...
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