insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Saturday, May 27, 2006

Civiltà delle parole

Throughout History some books have changed the world. They have transformed the way we see ourselves and each other. They have inspired debate, dissent, war and revolution. They have enlightened, outraged, provoked and comforted. they have enriched lives. The ideas of which they have been vehicles shook cilivizations and helped make us who we are.
(da un blurb per Penguin Books).

George Orwell definì, mirabilmente, i libri "the furniture of one's mind", e finché ci saranno libri ci saranno idee vive che non moriranno nonostante i tentativi di qualsiasi inquisizione, santa o laica, di destra o di sinistra. E' per questo che la Miss insiste così tanto con le proprie allieve sul bisogno, sul dovere (per loro stesse, non perché imposto da altri) di leggere. Si fa però oggi anche un gran spacciare di indifferenzialismo, Pennac docet, per cui leggere Moccia o Montaigne fa lo stesso, l'importante è che si legga. Certo, se si tratta di diffondere l'alfabetismo, allora la Miss è d'accordo, va bene leggere anche un menu del ristorante o l'orario dei treni, se per questo. Ma se vogliamo usare la lettura come veicolo delle idee che non muojono mai, allora solo la letteratura serve. E per leggere la letteratura bisogna mettercisi, è qualcosa che va imparato, non si improvvisa, non si acquisisce per caso, così come non basta buttarsi in acqua per imparare a nuotare: ci vuole una tecnica. Il valore della scuola è tutto qui, perché fuori dalla scuola la Miss non vede proprio dove si possa apprendere la tecnica di imparare a leggere letteratura e non semplicemente libri, qui e oggi.

Un tempo forse no, la scuola non era così essenziale a questo scopo. C'erano varij modi per la trasmissione delle idee, democratici o aristocratici, in entrambi i casi ci si poteva arrivare. Oggi invece la televisione ha preso il ruolo di maestra e il suo scopo è vendere, vendere qualsiasi cosa: non solo prodotti, ma anche e soprattutto pregiudizij stereotipi e luoghi comuni che si spacciano per idee, e infine, la cosa più pericolosa, il male più subdolo e infingardo da cui è difficile difendersi: finte emozioni. Le chiamano virtuali, ma per molti, per troppi, il virtuale è tutto e solo il poco reale che hanno.

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