insegnaci ad amare la nostra pazzia

Du, lass dich nicht verhaerten in dieser harten Zeit- Du, lass dich nicht verbittern in dieser bitteren Zeit (Wolf Bierman) Che pretesa essere amati da adulti se non ti hanno mai amato da bambino (A Busi) Hvad man ikke har haft som barn, faar man aldrig nok siden af (Tove Ditlevsen) To live without hope, to work without love (Virginia Woolf)

Friday, December 22, 2006

Discorsi

Nell'analizzare alcuni dei commenti e delle opinioni espresse in occasione della morte di Piero Welby è utile fare ricorso alla cosiddetta "teoria del discorso", uno strumento di analisi letteraria prima e successivamente esteso ad altre discipline tra cui la filosofia, l'arte, il cinema e l'antropologia, che si sviluppò a partire dagli anni '70 sulla scia dei movimenti di liberazione (femminile, nero e gay) e delle teorie psicanalitiche.

Da più parti si è sentito dire che "se un paziente chiede la morte significa che qualcosa non è andato nel rapporto medico-paziente", che "non di eutanasia c'è bisogno ma di creare le condizioni che impediscano a chiunque di desiderare la morte". Il Codacons si è spinto fino all'assurdo dichiarando che se qualcuno sta male e chiede la morte evidentemente non è in grado di intendere e di volere.

Quale discorso sottintendono tutte queste opinioni ? L'idea da cui muovono - e si tratta di un'idea che facilmente diventa ideologia - presuppone che l'altro non può desiderare qualcosa - non importa cosa - che io considero indesiderabile, anzi nel momento in cui l'altro da me esprime un desiderio per me inaccettabile io non solo nego questo desiderio ma addirittura nego l'umanità dell'altro dicendo che non è più capace di pensare. Con questa mossa sottraggo all'altro la sua soggettività e la sua stessa autonomia perché ancora una volta mosso da un altro discorso che afferma che la soggettività altrui è limitata mentre, in base a un altro discorso implicito se non addirittura rimosso, la mia soggettività è illimitata e anzi possiede le proprietà che le permettono di limitare le soggettività altrui sulla base di non si sa bene quale sciamanico potere, di sicuro un potere altro e "alto" cui io mi appello - un totem qualsiasi, dio la legge la morale, per rendere la mia soggettività limitante inattaccabile e per permetterle di distruggere le altrui soggettività.

Miss Brodie si scusa per il linguaggio insopportabilmente denso e tornerà con maggiori dettagli sull'argomento.

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7 Comments:

At December 24, 2006 3:41 pm, Anonymous Anonymous said...

M'inchino alla sua lucida disamina del caso, miss Brodie, e attendo gli ulteriori dettagli. Leggere il suo blog, dai tempi umani e lenti, e dalle parole profonde, mi procura sempre un grande piacere.
I migliori auguri per il suo Natale, miss Brodie.

 
At December 26, 2006 6:18 pm, Anonymous Anonymous said...

Sarà che amiamo la concisione ma l'asciutto scritto ci riesce ben digeribile. Uno sforzo ancora, Miss: come definire con un'unica parola questa forma di tirannia? Ci sarebbe utile, che di rado cediamo al pensiero, anche se per ben più futili opinioni.

Fuori Luogo: quando viene a godarsi la vista dalla torre est di palazzo madama?

 
At January 02, 2007 11:37 am, Blogger Unknown said...

Altro che!!! Hai reso perfettamente il senso di oppressione che mi prende leggendo i commenti scandalizzati di chi non tollera la pietà dell'eutanasia. Libertà stà diventando ogni giorno una parola sempre più idealistica.

 
At January 04, 2007 2:33 pm, Anonymous Anonymous said...

E' un'ideologia in se stessa quella di chi in sostanza dice: tutto ciò che va oltre gli orizzonti del mio desiderio è inconcepibile, e dunque sbagliato. Credo nasca dal terrore della espansione degli orizzonti del desiderio: è una prospettiva che molte persone accolgono come terrificante. Come dire: se si permette a chiunque di desiderare qualsiasi cosa, chissà dove andremo a finire, signora mia. E invece si può desiderare tutto quello che non c'é: chi non soffre può ben desiderare il dolore, e chi è vivo può desiderare la morte.

 
At January 08, 2007 2:53 pm, Anonymous Anonymous said...

La vicenda di Welby è soltanto l'ennesimo cavallo di Troia psicologico. E' uno di quegli eventi mediatici emotivamente scioccanti che servono a dirigere l'opinione pubblica in una direzione voluta.
La strategia è sempre la stessa. Viene "costruito" a tavolino un problema, in modo che apparentemente urga una legge o un provvedimento che rimedi a tale problema.
In poche parole: fra non molto avremo una legge sull'eutanasia. Cioè diventerà legale, per una istituzione, uccidere una persona "sofferente", e questo ci farà sentire più civili e moderni.
Le emozioni (indotte dai media) che ci turbinano dentro in questo momento ci fanno perdere di vista il vero significato della situazione: cioè che stiamo consegnando ad una istituzione l'arma che verrà usata per ucciderci.
Ora: in questo momento ci appare giusto che una persona come Welby abbia voluto cessare di soffrire. Ma pensiamo in proiezione. In futuro cosa sarà considerato talmente insopportabile da rimediare con l'eliminazione fisica "legale"? Magari soffrire di un'allergia? O avere una malattia mentale? O una diagnosi di tumore maligno? O basterà avere i foruncoli o essere zoppi? Saremo tutti a rischio di "eutanasia"?
Voi direte: ma l'eutanasia è il soggetto stesso a volerla, se non è consenziente non si puo' fare! Vero. Però siete proprio sicuri che gli stessi che ci hanno convinti a considerare "indesiderabile" un tetraplegico non siano in grado di fare altrettanto per chi soffre, che so, di alitosi?
In conclusione: da anni è in atto un'erosione senza sosta dei diritti civili che viene spudoratamente spacciata per libertà, e la cosa sconcertante è che la gente ci crede!
Sveglia!

 
At January 09, 2007 11:31 am, Blogger miss brodie said...

@jcdenton: la gente non ha bisogno di essere invitata a svegliarsi, è già sveglia di suo nonostante i furori mediatici di chi vorrebbeeccitare gli animi perché non è può più di essere messo in un angolo dalla modernità travolgente (vedi Il Giornale, Libero, Tempi etc.). Quello che non va nel Suo ragionamento come in quello di chiunque neghi la libertà di farsi del male a chi lo desidera è che democrazia dell'intelletto significa appunto permettere ad altri di vivere - e del caso, di morire - come meglio desiderano.

 
At January 10, 2007 7:07 pm, Anonymous Anonymous said...

@Miss Brodie
E io Le ripeto che nell'eutanasia quella che Lei chiama libertà è fasulla perchè finisce sottoterra insieme a chi la esercita, mentre rimane ben tangibile il potere di uccidere assegnato a un'istituzione. L'attento studio della storia evidenzia che chi ha un potere prima o poi lo esercita per limitare la libertà altrui. Quindi, come vede, è la mia opinione ad essere libertaria, non la Sua.
JCDenton

 

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