La Miss ha pensato di scrivere su questo blog irrancidito e impolverato alcune riflessioni sulla scuola visto che domani torna alla lavagna (back to the chalkface, yeah !!!).
Il giornalismo italiano non sarà forse molto peggiore del peggior giornalismo straniero ma Miss Brodie si chiede se le polemiche sulla scuola degli ultimi dieci giorni debbano cadere sempre in concomitanza con il rientro delle vacanze, come se durante l'anno scolastico tutto si risolvesse per il meglio.
La Miss - e qui forse molti si sorprenderanno - prova molta simpatia per le recenti decisioni del ministro Gelmini. Certo, le modalità delle cosiddette riforme lasciano a desiderare, ma la sostanza convince. Bisognerebbe però ricordare a chi si lamenta che non è stata affrontata nessuna discussione delle nuove misure in sede parlamentare che anche con il precedente ministro Fiorin Fiorone tutte le novità (debiti da saldare entro settembre, ripristino della commissione di maturità mista, formulazione del giudizio di ammissione agli esami di stato...) da lui introdotte erano passate per via decretale: what's sauce for the goose...
Insomma, si dica apertamente che ci sono troppi insegnanti ! Nel liceo della Miss ci sono una classe di 16, una di 15, una di 13 e una di 14 allieve. Ci sono poi le cifre - non verificate dalla Miss - delle microscuole in Italia: a quanto pare esistono ben diecimila scuole con meno di 50 allievi: perché ? Possibile che siano tutte scuole di montagna tra Alpi, Prealpi e Appennini ? E non sarebbe meglio concentrare le risorse e organizzare trasporti pubblici gratuiti per quei piccoli comuni con pochi allievi ? Costerebbe di meno e garantirebbe maggiore efficacia.
Bisogna pur dire che la scuola italiana si trova nelle condizioni disastrose - con le dovute eccezioni di qualche poca isola felice, in Sudtirolo, Trentino e Val d'Aosta - principalmente a causa dei sindacati, una forza come poche in questo paese d'accatto, e sicuramente una potenza all'interno della scuola di fronte alla politica.
E' facile capire perché: gli interessi sono molteplici, radicati e capillari. Ci sono da tener buoni centinaja di migliaja di laureati e diplomati (anche questo è interessante: solo l'80% degli insegnanti di ruolo delle superiori è laureato. Come mai ? Ma il diploma di laurea non è condizione minima essenziale per entrare nei ranghi dell'insegnamento ? Evidentemente in questo bel paese del "fatta la legge trovato l'inganno" deve essere stato facile eludere questo piccolo dettaglio del titolo di studio, e tanti saluti al valore legale dello stesso !). La Miss ha insegnato per tanti anni in una scuola dove la preside non solo era preside senza aver superato il relativo concorso ma non era laureata (qualcuno malignamente insinuava che non fosse neppure diplomata !). A tutt'oggi quanti sono i presidi in carica senza aver superato il relativo concorso ? E' questo il paese dove il provvisorio diventa facilmente definitivo più di qualsiasi altro provvedimento.
Tanta gente, troppa gente con un titolo essendo incapace di fare qualsiasi cosa crede di poter fare l'insegnante, ma di questo la Miss ha già scritto e non vi tedierà oltre. Ci sono inoltre le secolari e mai sopite questioni della scuola cattolica, risolte più o meno con il bel regalo del ministro Berlinguer (all'epoca Pds) con il giochetto della paritarietà (eh sì, è questa la parola) in barba ai dettami costituzionali.
C'è da ricordare - per chi non lo sapesse, come sicuramente la maggioranza dei cittadini italiani - che gli insegnanti non hanno un contratto da insegnanti ma finiscono nel gran calderone di quello di generici "lavoratori della scuola", vale a dire stanno con i bidelli e gli applicati di segreteria. Nessun disprezzo, per carità, ma se un bidello non c'è la Miss è in grado sia di fare le pulizie sia di farsi le fotocopie. Se però non c'è l'insegnante un bidello saprebbe tenere una lezione ? Il risultato di avere un contratto comune è che la differenza salariale tra un bidello e la Miss è di 220 sporchi miseri euri, alla faccia della laurea e del concorso ordinario superato (3° posto a livello nazionale).
Quanto agli insegnanti della scuola primaria il lavoro di squadra va benissimo ed è un'ottima cosa, ma nemmeno il più becero e orbo difensore dei posti di lavoro a oltranza può negare che la splendida idea di avere tre insegnanti su due classi venne escogitata circa dieci anni fa di fronte al drammatico calo del numero di allievi delle elementari e a fronte di un continuo surplus di diplomati delle magistrali prima e dei corsi di formazione primaria ora. E anche qui, solita alienante e alienata eccezione all'italiana: tutti i corsi di laurea sono stati forzatamente e forzosamente convertiti nel famoso 3+2=0 tranne questo, chissà perché, che in barba a ogni altra considerazione resta a ciclo unico quadriennale.
Quale altro altarino svelare ? Beh, prendiamo il discorso della formazione degli insegnanti. Questo è un paese dove la stragrande maggioranza degli insegnanti si è laureata (molti neanche quello, molti altri ancora non si sa bene come), ha iniziato a fare supplenze anno dopo anno senza controllo alcuno, nel migliore dei casi ha poi superato un concorso ordinario, nella maggioranza dei casi nemmeno quello ma uno dei notorij corsi-concorso organizzati dai sindacati per i trombati all'ordinario con qualche anno di supplenza alle spalle (una sanatoria generalizzata camuffatta da selezione) e poi ha avuto il cosiddetto benedetto ruolo. Formazione all'insegnamento: nessuna.
Con le SISS si era riusciti a superare questa anacronistica mancanza ma anche qui i sindacati hanno messo il becco e sono riusciti a sabotare il sistema. Nella pratica oggi chi ha avuto una rigorosa preparazione metodologica e didattica si trova in coda alle graduatorie dietro i tanti che hanno i cosiddetti diritti acquisiti in base all'anzianità di supplenza. Ha fatto non bene, ma benissimo la ministra Gelmini a non annunciare il bando delle SISS per questo anno. Che senso avrebbe continuare a produrre personale formato che poi non viene utilizzato là dove ce ne sarebbe più bisogno ?
E' stato grottesco per la Miss leggere di una certa insegnante di materie letterarie nella periferia di Milano che è entrata in ruolo a cinquant'anni suonati dopo ben venti anni di precariato. Tra il 1988 e il 1999 ci sono stati almeno TRE concorsi. Poi sono state aperte le SISS. Vuol dire che non ha superato nessun concorso e vuol dire che non è riuscita a entrare in una SISS. In qualsiasi altro paese serio non avrebbe potuto continuare a insegnare da precaria (ad esempio in Francia o in Germania).
Sarebbe interessante leggere il numero di insegnanti per classe nelle scuole del Sud e Isole (dove da anni per un insegnante del Nord è praticamente impossibile avere un trasferimento), nonché il numero di allievi per classe di dette scuole. La Miss è sicura che il ministro Tremonti potrebbe fare delle sforbiciate tanto giuste quanto necessarie in maniera molto meno indiscriminata e più mirata proprio là dove si concentrano gli sprechi di risorse. Ischia ha ben tre istituti di istruzione superiore: un liceo, un istituto tecnico e un professionale. Possibile ? Quanto è grande Ischia ?
E per finire, le indagini PISA e OCSE. Inutile cianciare di cifre e di statistiche. Chiunque abbia un briciolo di intelligenza sa che i dati quantitativi possono essere usati a beneficio di qualsiasi tesi. Ciò che invece andrebbe detto e che nessuno dice è che nella scuola italiana non esiste una cultura docimologica, di standardizzazione dei test e soprattutto degli esaminatori. Le polemiche che nascono ogni anno per gli esami di stato rivelano proprio questo: non ci si improvvisa esaminatori e non ci si improvvisa scrittori di test per esame. Sono lavori altamente professionali che richiedono preparazione specifica, esperienza e studio continuo. In Italia non sono mai stati fatti e non esiste un ente specifico con esperienza e tradizione in questo campo.
Fino a quando non si creeranno delle strutture specifiche che si occupano di formazione degli insegnanti e valutazione dei risultati, ci saranno solo chiacchiere e grida di finto dolore. Le SISS lasciavano ben sperare ma come ogni altra riforma italiana sono state fatte affondare. Inutile stupirsene, in un paese come questo che ha avuto una Controriforma senza una Riforma, che non ha fatto nessuna rivoluzione, che in entrambe le guerre mondiali ha iniziato a combattere contro quelli con cui ha finito per allearsi, dove si celebra una festa della liberazione nazionale quando la resistenza ha interessato sì e no un terzo del paese ? Di cosa si parla quando si parla di Italia ? E' da qui che bisogna cominciare a fare i conti quando si vuole dire qualcosa di sensato sulla scuola in Italia.
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