Considerazioni impolitiche
Considerazione N. 1 "L inganno del relativismo"
Sul quotidiano gratuito Metro del 15 novembre 2006 Miss Brodie legge l opinione di una certa Domitia Caramazza (e con un nome del genere gli scenarij immaginabili sono orripilanti ma lasciano presagire dalla parte dei genitori il desiderio di un grande futuro per la figliola segnato dal nome raro e ricercato. Inoltre il nome le fa venire in mente un omonimo docente universitario: che appartengano alla stessa schiatta?).
Non per la prima volta la Miss si imbatte nelle opinioni della fanciulla che frequenta uno dei licei "bene" della citta, il Volta o il Parini o il Beccaria, non ricorda quale. Sempre e ogni volta la signorina in questione si scaglia contro le "degenerazioni" della societa moderna e sempre e ogni volta propone come rimedio il "senso di Dio", presentato come senso "radicato in ciascuno di noi".
Ognuno ha le proprie opinioni e ha, resta cosa pacifica, il diritto di diffonderle, ma non si capisce perche la Caramazza debba decidere che una cosa da lei individuata in se stessa debba per forza essere comune a tutte le altre persone. Questa scempiaggine deve sicuramente essere dovuta alla giovane eta della "studentessa".
Il problema risiede proprio non tanto nella giovane eta e probabile imperizia dell-opinionista quanto nel suo voler spacciare per propria un-opinione che le viene da altri. Nessuno nasce con la fede in un dio e neanche con il senso religioso: entrambi questi concetti vengono inculcati - con le buone o con le cattive - nelle giovani e plastiche menti dei bambini, qualcuno se ne affranca, qualcun altro no, qualcuno le rifiuta, qualcun altro le fa proprie.
Quello che resta inspiegabile per la Miss e che mentre chi e ateo o areligioso non va in giro ad annunciarlo all-universo mondo nel tentativo di convertirlo molti di quelli che hanno trovato dio, che sono rinati cristiani, che "hanno visto dentro di se", che "hanno sentito una voce" sono subito pronti a correre ad raccontarlo a tutti.
Considerazione N. 2 La visita del vescovo
Il vescovo di Padova voleva recarsi - in quanto pastore delle sue pecorelle - all-inaugurazione della scuola media di un piccolo paese veneto. Il dirigente ha opposto il suo rifiuto, adducendo a motivo il carattere laico dell-istituzione scolastica. Gli hanno opposto che erano stati i genitori a invitarlo. (E se avessero invitato una stella del cinema, sarebbe stato altrettanto accettabile ?)
Il vescovo ha insistito, dicendo che era suo dovere visitare i suoi fedeli. Voleva anche benedire l-edificio in cui le sue pecorelle avrebbero trascorso cosi tanto tempo. Quando gli e stato detto che c-erano anche allievi non cattolici il vescovo si e informato e ha fatto sapere che essendo cinesi (dunque semplici, trascurabili pagani) non vedeva alcun problema. Alla fine e intervenuto l-assessore regionale all-istruzione che si e presentata di persona all-inaugurazione cum benedizione per evitare che il presule subisse un "sopruso" da parte di un misero pubblico ufficiale che intendeva solo fare il suo dovere di difensore della laicita della repubblica.
Ma qualcuno dimentica che questo e il paese dove dei poveri mentecatti si permettono di dire senza paura di attrarre il ridicolo che il concetto di laicita nasce dalla religione e che e grazie alla Chiesa che esistono i laici, e chi si permette di rivendicare un senso laico di non interferenza tra i due ordini, repubblicano e religioso, viene tacciato di 'laicista".
Ma anche chi si mostra critico, come i radicali, ad esempio, dimentica che in questo paese il parlamento ha un cappellano ufficiale e che alle varie messe vaticane trovi tutti i rappresentanti dello Stato (?) al gran completo: no, non a rappresentare le loro facce di merda ma lo Stato stesso (se ne traggano le dovute, transitive, implicazioni).
Considerazione N.3 Scuola di massa, scuola qualificata ?
Il dramma della scuola, e non solo di quella italiana, risiede nel tentativo di chi dovrebbe guidarla di creare una scuola altamente qualificata in cui tutto dovrebbero arrivare primi, come se si potesse avere un campionato di calcio in cui si ammettono le squadre di tutte le serie, A, B, C, fino all-ultima squadretta della parrocchia. A ogni squadra si danno le stesse risorse - scarse per tutte - e poi giocano tutte insieme. Alla fine del campionato tutte ricevono lo scudetto e sono dichiarate campioni. L-articolo di Remuzzi sul Corriere della Sera del 15 novembre 2006 ha perfettamente ragione nel chiedere che solo le eccellenze universitarie vengano premiate. E per le altre, si chiedera qualcuno ? Che chiudano.