La Traviata Norma
Miss Brodie ultimamente non si occupa più di questo diario come dovrebbe, è troppo stanca di ripetersi e teme di dire banalità (la cosa più grave che possa commettere ai suoi occhi una persona di stile).
Tuttavia, sollecitata da alcuni interventi che lui ha fatto ultimamente su questa vexata quaestio dell'omosessualità che dovrebbe essere considerata una semplice variante del comportamento umano, quale essa effettivamente è, ha deciso di portare il suo contributo (minimo).
Certo, se la sessualità di chiunque non destasse più nessun interesse le cose andrebbero meglio per tutti e per tutte sotto molti punti di vista. Il fatto che un uomo faccia sesso con un altro uomo o con una donna o anche con una zucca non dovrebbe importare a nessuno e non avere nessun riflesso sulla personalità dell'interessato, sarebbe un semplice dettaglio come potrebbe essere il fatto che gli piaccia il pecorino invece del parmigiano sui maccheroni.
In teoria questo potrebbe essere uno stato di cose ideale per cui lottare: le associazioni di gay lesbiche e transessuali si dànno da fare in questo senso e devono darsi da fare affinché le persone che rappresentano vengano considerate degne degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale. E questo è un bene, perché i diritti di cittadinanza devono andare - se la parola "diritti" ha un senso che vada al di là della facciata - in direzione dell'inclusività e non dell'esclusione.
Analizzata con razionalità chi potrebbe dirsi contrario ? Invece la storia e l'antropologia dànno tutt'altra risposta.
Oggi - e in realtà da sempre - la situazione auspicata da lui è già così. In maniera non evidente, certo, ma per la stragrande maggioranza degli uomini (esseri umani di sesso maschile, bisogna dirlo, visto che ancora oggi molte donne dicono uomini anche quando intendono dire persone) è così. Fanno sesso con uomini come da che mondo è mondo gli uomini hanno fatto sesso con altri uomini, e per le più svariate ragioni: dalla più semplice, perché gli piace o perché gli va, alla più assurda - perché non c'è nessun altro con cui fare sesso, o alla più banale, lo fanno e basta senza nessuna ragione particolare.
E si può dire che un uomo fa sesso omosessuale anche quando lo fa con una donna visto che di solito gli uomini fanno sempre e solo sesso con se stessi, sia che siano da soli sia che siano in compagnia di una o più donne (ai tempi del femminismo lo chiamavano "masturbazione in vagina" oggi la Miss non saprebbe: dove sono finite le femministe, tutte in convento ?).
E quindi, per chiarire i termini della questione: essere omosessuali in realtà non ha a che fare con il sesso di per sé. E' questo il motivo per cui è nato un termine, per quanto obbrobrioso come origine e come etimologia che si presta a tante analisi e soprattutto a semplicistiche banalizzazioni, ma che è servito e serve a definire una cultura antropologica che prima non esisteva, con buona pace di Foucault e di tutti gli storici delle idee non anglo-sassoni che su questo tema hanno solo elucubrato e mai elaborato un pensiero che sia un pensiero degno del nome. Il termine "gay" era interno a un gruppo di uomini che si identificavano non come uomini che facevano sesso con altri uomini - per i quali non esisteva e non esiste termine, così come non esiste termine per chi preferisce bere vodka invece di grappa - ma come uomini con una cultura a parte che comprendeva ma che non si limitava alle loro inclinazioni sessuali. Anche perché spesso di sesso ne facevano poco o per niente.
Oggi certo "gay" non ha più senso nella misura in cui si riferisce agli aspetti più frivoli e superficiali di persone di un determinato orientamento sessuale e relativi ammenniccoli. Lo si usa ancora come rivendicazione di eguaglianza di diritti e la battaglia è sacrosanta, ma è un involucro vuoto visto che si può usare indifferentemente per una discoteca, un tipo di musica e addirittura per una letteratura (NB: mai letta. La Brodie riconosce la Letteratura tout court o niente).
Essere omosessuali non ha ancora fatto il suo tempo come categoria culturale visto che di persone che fanno sesso con altri del loro sesso in giro ce ne sono molti come da che mondo è mondo ma pochissimi ancora sono quelli che si dichiarano tali con dignità e con valenza politica e non per moda e non perché costretti loro malgrado. Persino il sindaco di Londra, l'emancipato "rosso" Ken Livingstone, non ha saputo far meglio che rispondere "sono affari privati che non vi riguardano" a un giornalista che lo aveva trovato in una discoteca gay e che gli chiedeva molto semplicemente anche se con una vena sicuramente ironica come era andata la serata.
Molti omosessuali non fanno sesso, né con uomini né con donne, per una grande varietà di motivi e molti sicuramente perché è estremamente difficile trovare un partner degno del nome e non solo un tizio per un accoppiamento temporaneo, e questo anche senza avere grandi pretese.
Molti omosessuali si battono per la pari dignità e la pienezza di diritti per le persone omosessuali, molte delle quali tuttavia se ne sbattono altamente di siffatti alti concetti e chiedono solo la libertà di poter fare sesso nelle migliori condizioni possibili (libertà del tutto legittima, ci mancherebbe). Ma questi sono le stesse persone omosessuali che si guardano bene poi da qualsiasi attività che li metterebbe allo scoperto e che li esporrebbe a sanzioni o ai pregiudizi: e quindi eccole lì al sabato sera a scheccare come matte in discoteca però alla domenica a cena dalla nonna a fare i bravi ragazzi e il lunedì mattina in giacca e cravatta a flirtare in ufficio con la segretaria che povera illusa non ha ancora capito niente.
Una società dove si può essere omosessuali e allo stesso tempo non causare scompiglio tra i benpensanti non è di per sé auspicabile come molti credono. Già oggi in Italia alla maggioranza degli italiani non fa né caldo né freddo sapere che tizio è stato a letto con caio e anzi non gliene può fregare di meno come dicono a Roma. Se però si parla di calciatori gay allora si alza un muro contro "infondate insinuazioni" e se si chiede il riconoscimento di diritti, molti, anche le persone più aperte, pensano che sia una richiesta che non ha ragione di essere. E comunque ancora oggi pochissimi sanno che Don Lurio aveva "certe" predilezioni o che un cantautore famoso come Lucio Dalla non è dello stesso orientamento sessuale di Mike Bongiorno.
Meglio allora i paesi come la Danimarca o l'Olanda dove esiste un'accettazione sociale dell'omosessualità ? In parte sì, ma in realtà si tratta di indifferenza generalizzata e in effetti non di cultura gay si può parlare in quei paesi. E comunque anche lì non sono molti gli insegnanti ad esempio che si dichiarano apertamente o le pastore protestanti.
Miss Brodie non crede che essere gay debba essere considerato un fatto speciale ma crede anche che l'affermazione sociale dell'omosessualità deve consistere nello scardinare i luoghi comuni e le idee ricevute che imperano nella testa dell'umanità per realizzare una vera e profonda libertà individuale. Così non è stato e non sta avvenendo, nemmeno nei paesi più all'avanguardia nel campo dei diritti individuali. La Brodie salva la Spagna perché lì Santo Zapatero ha detto chiaro e tondo che tutti i cittadini devono per legge avere gli stessi diritti senza se e senza ma.
Quanto sopra non aggiunge nulla di nuovo a quanto affermato da Mario Mieli nel suo fondamentale saggio Elementi di Critica Omosessuale e la Brodie ne è consapevole. Pensa anche che finora non ha visto coppie di omosessuali che hanno creato qualcosa di diverso dalle coppie che già ci sono, anzi sembra che si limitino a ripercorrere le stesse tappe di ricostruzione della famiglia come cellula marcia della società che l'ha portata a essere luogo della gerarchia e dell'annichilimento dell'individuo, ridotto oggi a mero sito generatore di consumatori per la società capitalistica.
Dunque l'augurio della Brodie è che continuino a esistere omosessuali che non siano gay e che non pensino che la battaglia per l'uguaglianza dei diritti sia un fine perché tutti vivano felici e contenti quanto piuttosto una lotta ideale per pensare contro, contro tutti e contro tutto.